Siena Futura: ‘Va cambiato questo sistema di finanziamento ai partiti’

Camera dei deputati

“Aprile 1993 – gli Italiani con il 90,3% di sì aboliscono il finanziamento ai partiti. L’onda emozionale di tangentopoli spinge i cittadini a non riconoscere la funzione pubblica dei partiti e quindi la legittimità del loro finanziamento.

La punizione non tiene conto che un finanziamento pubblico alla politica potrebbe avere una sua legittimità. Ma quello che accade dopo è però incredibile.

Il finanziamento abolito equivale a 200 lire a voto ricevuto. Nell’autunno del 1993 viene introdotto il rimborso delle spese elettorali. Si cambia il nome ”finanziamento” ai rimborsi che i partiti continuano a percepire. E siccome i soldi non bastano mai si porta da 200 a 800 lire il rimborso per ogni elettore. Nel 1999 è portato a 4000 lire ad elettore calcolati ora su tutti gli aventi diritto di voto, compresi quindi i non votanti. Nel 2002 si passa dai 2 € circa (le vecchie 4000 lire) a 5 € per ogni elettore iscritto nelle liste elettorali. In dieci anni il vecchio finanziamento pubblico, abolito, è stato aumentato di cinquanta volte.

Ma non basta. Nel 2006 i rimborsi elettorali vengono riconosciuti anche dopo la fine della legislatura quand’anche questa fosse anticipatamente interrotta.

Quindi doppio premio ai partiti che tornano in Parlamento e conferma, anche ai partiti scomparsi, del rimborso spese elettorali.

Questo malcostume che ha generato anche vicende inquietanti (vedi senatore Lusi e Fondi della Margherita) è tutt’oggi vigente nonostante qualche flebile voce, come la nostra, da tempo l’abbia messo in discussione.

Per quello che ci riguarda non è in dubbio la legittimità di un finanziamento alla politica anche per evitare che diventi un luogo esclusivo per chi se lo può permettere però:

1.PROBITÀ : 500 milioni l’anno, senza considerare rimborsi per la stampa di partito, elevate indennità, occupazione delle municipalizzate, ci sembrano, più che eccessivi, inaccettabili.

2.TRASPARENZA E CERTIFICAZIONE dei bilanci dei partiti.

3.REGOLAMENTAZIONE della vita interna dei partiti così come previsto dalla Costituzione, per consentire una vera democrazia e una selezione della classe dirigente attuata con metodi trasparenti.

4.RIFORMA DELLE LEGGI ELETTORALI che tolgano il diritto di nomina ai partiti e alle loro oligarchie riconsegnando il potere di elezione ai cittadini.

Solo per questa strada la politica potrà essere nuovamente compresa dagli elettori e svolgere finalmente il suo ruolo di mediazione e di soluzione dei problemi delle comunità”.

 

Siena Futura