Petti (PD Siena): “Istituto Franci, risorsa da valorizzare per una città della musica”

Rita Petti

“Siena ha nel proprio territorio una galassia diffusa di musicisti, appassionati e studenti che ne fa una città della musica a tutti gli effetti. Dobbiamo essere capaci, vista la riduzione di risorse pubbliche a disposizione delle attività culturali, di trasformare questa realtà spesso misconosciuta e per alcuni versi dimenticata in un patrimonio per la collettività e in un settore su cui investire”.
Rita Petti, candidata del Partito democratico di Siena in Consiglio comunale, interviene sul ruolo dell’Istituto Franci nella realtà musicale cittadina. “Istituto Franci, Accademia Chigiana e Fondazione Siena Jazz – prosegue Petti – devono essere i poli principali di un sistema diffuso di formazione, alta formazione, alta specializzazione, ricerca e produzione musicale che può dare vita ad un ‘brand’ cittadino per la musica. Un marchio, da promuovere a livello locale, nazionale e internazionale, in grado di dare impulso all’economia cittadina in modo sia diretto che indotto”.

Studiare musica a tutte le età, dai primi giorni di scuola fino all’alta formazione. “La formazione musicale già dai primi anni di scuola – dichiara la candidata democratica – è essenziale per la crescita della persona in tutte le sue sensibilità e i suoi bisogni. A Siena i soggetti sia pubblici che privati che si occupano di formazione musicale possono non solo coesistere senza farsi concorrenza, ma anche integrarsi e offrirsi reciprocamente occasioni di sinergia, per dare continuità a chi vuol studiare musica a tutte le età. Abbiamo una scuola secondaria di primo grado a indirizzo musicale, cui recentemente si è aggiunto un liceo musicale. L’istituto di alta formazione Rinaldo Franci rappresenta, in prospettiva, l’anello di congiunzione tra la formazione liceale e l’Accademia Chigiana”.

Un’eccellenza senese da promuovere integrandola con le altre realtà cittadine. “Il Franci è oggi una risorsa più ricca e complessa rispetto al passato – continua Petti. – Alla formazione rivolta ai giovani a livello amatoriale si è aggiunto il percorso accademico che, per la qualità delle strutture e per la presenza di molti docenti di livello nazionale e internazionale, può competere alla pari con altri conservatori di lunga tradizione. Può richiamare allievi non solo da altre province toscane come Arezzo e Grosseto, ma anche ambire ad accogliere studenti di altre regioni italiane, come in parte avviene, e stranieri. Questo è possibile rilanciando e rendendo stabile la collaborazione con le due Università cittadine, in particolare con l’Università per Stranieri. Un esempio è la convenzione stipulata con l’Unistrasi per la frequenza dei corsi musicali da parte dei settecento studenti cinesi iscritti all’ateneo per stranieri. Le attività di ricerca e di produzione musicale, oggi solo complementari alla didattica, possono essere anch’esse rilanciate nel ricco tessuto dello spettacolo e delle attività performative senesi e toscane. Con questi presupposti, le risorse pubbliche investite dalle istituzioni locali e regionali potranno trovare nuovo impulso nonché ricadute positive sulla collettività, anche integrandosi con finanziamenti privati e fondi dell’Unione Europea”.