Paoli a sostegno di Valentini: “Siena può uscire da questo periodo cupo guardando avanti”

Se qualcuno fino a qualche tempo fa si è annoiato nel seguire il mio percorso politico e la mia esperienza amministrativa da Presidente della Circoscrizione n. 5, sa che non sono mai stato avvezzo a scelte comode o moderate. Con questo spirito vorrei intervenire nel dibattito in corso a Siena in vista delle elezioni amministrative.

 

Intervengo da persona di sinistra ben inteso, ormai esterno alla vita politica attiva o militante. Da persona che ha fatto uno (o due) passi indietro, che prova a mantenersi informata, ma, soprattutto, da persona sempre profondamente attaccata alla sua città.

 

Sgombro subito il campo: appoggio e voterò Bruno Valentini a Sindaco di Siena.

 

Non è un approdo naturale, non sono un elettore del PD, e per questo provo ad argomentare.

 

Non mi dilungo nella gara classificatoria che ha caratterizzato la campagna elettorale e che divide le persone tra protagonisti, contigui, attigui, collusi, compartecipi, discontinui o esterni al cosiddetto “sistema Siena”.

 

Che il “Sistema Siena” abbia creato i presupposti alla crisi economica e psicologica che stiamo vivendo è acclarato e si sono spese anche troppe parole. Ma si è guardato indietro invece che avanti.

 

Non voglio assolvere o trascurare le responsabilità, ma, mentre si continua a far luce sul recente passato, serve anche promuovere soluzioni nuove per uscire dalla crisi.

 

Mi pare d’altronde, che alcuni celino volentieri le loro lacune di proposte amministrative dietro la denuncia del passato.

 

Che nulla sarà più come prima, è evidente. Nessuno dei candidati si pone in continuità con il passato. Ecco allora che tornano in primo piano i contenuti e le capacità amministrative.

 

E siccome credo che questa città debba essere amministrata, ritengo Valentini semplicemente la persona più credibile a farlo.

 

Penso che sia stato il pensiero unico che ha condotto la città ad una crisi profonda. Il pensiero unico ed un metodo di selezione della classe dirigente che ha privilegiato i fedeli e gli ubbidienti a coloro i quali esercitavano la critica, sono stati il terreno di cultura per i tragici errori gestionali che hanno creato il dissesto della Banca e della Fondazione sui cui utili era costruito (legittimamente) l’equilibrio di bilancio del Comune e gran parte dell’economia locale.

 

Valentini ha raccolto intorno a sé le voci distoniche a sinistra e per suo tramite sono diventate proposte di cambiamento. Questo lo ritengo di per sé un merito ed un buon viatico.

 

Auspico semmai che Valentini, qualora eletto, possa stimolare e promuovere il dibattito e l’esercizio della critica (costruttiva) perché questi sono i presupposti per scelte tendenzialmente più efficienti. Quando uno solo pensa e gli altri eseguono, se chi pensa sbaglia…..

 

La Città dicevo, va amministrata perché non è morta. Tutt’altro!

 

Possediamo un patrimonio economico, culturale, istituzionale che fa ancora invidia alla gran parte delle città italiane. È un patrimonio ridimensionato (molto e colpevolmente), ma ancora una grande risorsa che aspetta solo di essere messa in moto.

 

Basta risvegliare la fantasia, trovare un po’ di dinamismo, tutte qualità che si sono assopite per colpa del diluvio di denaro che ci aveva travolto.

 

Ma per risvegliare le virtù serve una guida sicura ed esperta in Comune. È questa infatti l’istituzione cittadina che può far ripartire tutto.

 

Se poi Valentini è stato sindaco di Monteriggioni, meglio! Una esperienza già maturata da mettere a disposizione da subito per la città. Pronti via potremmo dire.

 

In questo senso, e lo dico a noi senesi e non solo per quanto riguarda il Sindaco, meglio smettere di fare gli spocchiosi e pensare di essere autosufficienti. Questa città ha bisogno delle migliori energie e non è detto che possediamo nella nostra piccola e ristretta cerchia di mura tutte le competenze per mettere in moto quella ricchezza di cui accennavo sopra.

 

Alla fine ho maturato la convinzione che Siena possa uscire da questo periodo cupo. Nulla sarà come prima, è ovvio, ma il fatto che sarà diverso non è detto che sia necessariamente peggio.

 

Ogni crisi porta con sé anche delle opportunità. Se siamo stati un po’ troppo coccolati e viziati fino a poco tempo fa, dovremo fare, anche noi cittadini, un salto di qualità morale ed intellettuale. Tutti noi saremo chiamati a maggiore senso di responsabilità e di appartenenza.

 

Con questi presupposti ed un sindaco capace le opportunità arriveranno.

 

Giacomo Paoli