Menchiari: ‘Abolizione delle Province, risultati da farsa’

Michele Menchiari

Di tutte le riforme bislacche che questo Paese ha subito, quella che doveva prevedere la soppressione delle province, mi sembra rappresenti un esempio di alta scuola in quanto ad approssimazione.

Chi scrive è ben lontano da posizioni conservatrici e ritiene necessaria una revisione profonda del sistema istituzionale che sia capace di coniugare democrazia con efficienza, che sappia garantire trasparenza nei processi decisionali contenendo i costi e razionalizzando le risorse.

Per impostare un ragionamento quantomeno razionale, la discussione dovrebbe partire dall’analisi delle funzioni esercitate e da chi le esercita, ovvero definire il chi fa che cosa e poi individuare su ogni funzione eventuali inefficienze e mancanza di trasparenza. In realtà la discussione che si è sviluppata in Italia, anziché muovere da una riflessione razionale e politica, si è mossa su un sentimento irrazionale e di rivalsa contro la politica, ovvero ancora una volta, la politica ha dimostrato di non essere all’altezza del suo ruolo spalancando le porte all’antipolitica. Quindi, si è deciso di sopprimere un pezzo del sistema istituzionale (tra l’altro quello meno costoso) senza definire chi avrebbe dovuto svolgere quelle funzioni, con quali risparmi, con quali livelli di efficientamento e con quali risultati in termini di trasparenza decisionale.

Naturalmente, come era ovvio, una premessa sgangherata non può che produrre risultati da farsa. Gli esperti tecnici che ci governano, si sono accorti che le province svolgevano alcune funzioni difficilmente trasferibili ad altri nel contesto dato, quindi la soluzione è quella di trasformare le province da organo elettivo in organo di secondo grado, non elettivo ma con funzioni addirittura rafforzate rispetto a prima. Morale della favola, avremo ancora un organismo che dovrebbe svolgere le stesse funzioni di prima, ma anziché eletto sarà nominato, quindi senza legittimazione democratica, senza rilevanti riduzioni dei costi ma quel che è peggio decisamente e inesorabilmente inefficiente come lo sono quasi tutti gli enti di secondo grado.

Ma se invece di abolire le province, avessimo abolito tutti gli enti di secondo grado (Ato, Consorzi di Bonifica, enti e agenzie varie), non avremo efficentato il sistema, ridotto i costi e garantito la necessaria trasparenza?

Michele Menchiari

Coordinatore Provinciale SEL