La Regione Toscana approva mozione sul ritorno a fare sport non agonistico dopo il Covid

“Per la Toscana lo sport è un diritto di tutti. Bene l’approvazione all’unanimità dell’atto che avevo presentato sulla revisione dei tempi a negativizzazione da Covid per poter tornare a svolgere attività sportiva, la calmierazione dei costi e la riduzione degli accertamenti sanitari necessari per il ritorno in sicurezza degli sportivi non agonisti”. A dirlo Stefano Scaramelli, vicepresidente del consiglio regionale e capogruppo di Italia Viva, sulla mozione in merito alla semplificazione delle regole sulla ripresa degli allenamenti post contagio Covid nello sport dilettantistico e giovanile, approvata all’unanimità dall’aula.

La mozione, depositata da Scaramelli in consiglio regionale, ha trovato i contenuti proposti, e poi scritti nella circolare per la ripresa dell’attività sportiva degli atleti agonisti guariti dal Covid, approvati all’unanimità dalla commissione tecnica del ministero della salute. “E’ un risultato molto importante – commenta Scaramelli. – Ringrazio i colleghi del consiglio regionale e la commissione tecnica del ministero che ha dato il via libera al protocollo ‘Return To Play’ della Federazione medico sportiva (Fmsi), che riduce gli esami sanitari per il ritorno all’attività. Un protocollo che sposa le intenzioni politiche che avevo espresso nell’atto scritto i primi di gennaio per correggere la contraddizione che vedeva calciatori di Serie A tornare sul campo immediatamente dopo la negativizzazione, a dispetto di una giovane o un giovane non professionista che doveva sottoporsi ad una profilassi di tempi e spese onerosi”.

La soddisfazione di Scaramelli per le nuove regole del protocollo della Federazione medico sportiva italiana pubblicato il 7 gennaio: “Da un mio atto presentato in consiglio regionale finalmente arriva la risposta che tanti giovani atleti aspettavano. Avevo chiesto che venissero semplificate le regole sulla ripresa degli allenamenti post contagio Covid nello sport dilettantistico e giovanile e così avviene nel nuovo protocollo della Federazione medico sportiva italiana. L’obiettivo è favorire la ripresa dell’attività sportiva dopo infezione da Sars-Cov-2 in condizioni di sicurezza per l’atleta, riducendo i lunghi tempi di attesa e limitando gli esami diagnostici necessari e, di conseguenza, i costi a carico delle famiglie”.

Sono stati quindi identificati i soli approfondimenti diagnostici essenziali, circoscritti in relazione all’età, alla presenza o meno di patologie individuate come fattori di rischio, allo status vaccinale, oltreché allo stadio clinico della malattia, nel massimo rispetto della tutela della salute degli atleti. I tempi per poter svolgere questi esami si riducono di parecchio: in caso di infezione asintomatica o malattia lieve si passa dai 30 giorni dalla guarigione ai 7 giorni per gli atleti sotto i 40 anni, fino ai 14 giorni sopra i 40 anni.