Dal congresso delle parti, al governo unitario: l’intervento di Andrea Valenti

Un congresso del Partito Democratico che ha fatto parlare e che sembra continuare a farlo, con un ballottaggio al comunale tra Ginevra La Russa e Simone Vigni e lo stesso scenario al provinciale, protagonisti Andrea Valenti e Massimo Bernazzi. Valenti che supera Bernazzi al fotofinish con una rimonta inaspettata. Come abbiamo già scritto su questo giornale, chiunque dei due vinca il ballottaggio – grazie al voto dei componenti di diritto dell’assemblea provinciale o all’appoggio della monaciana Raffaella Senesi – non può pensare di governare contro la metà del proprio partito.

Proprio Valenti, in un’ampia riflessione pervenuta a mezzo stampa, dice di voler puntare ad un governo di partito unitario, dicendosi disponibile ad un’apertura nei confronti di Bernazzi e Senesi per discutere e trovare punti d’incontro sulle piattaforme programmatiche.

“Se il Congresso si fosse concluso domenica scorsa – scrive il candidato orlandiano – , la proposta politica che sto rappresentano sarebbe risultata la più votata degli iscritti al Pd della provincia di Siena. Invece la Commissione Nazionale di Garanzia, a causa degli errori e delle forzature della maggioranza della Commissione Provinciale per il Congresso ha annullato alcune assisi che saranno replicate entro il 31 di ottobre. Se avessero ascoltato i
nostri appelli ciò non sarebbe successo. Ma non è su questo che voglio indugiare.

Qualunque sia l’esito numerico finale non c’è dubbio che il successo politico della nostra proposta sia inequivocabile. Siamo partiti da un gruppo di donne e di uomini del Pd prevalentemente riconducibili alle minoranze interne.
Abbiamo definito un’idea, ci diamo messo in giro per tutta la provincia, abbiamo ascoltato decine di iscritti,
abbiamo raccolto i loro contributi e per primi abbiamo presentato una piattaforma programmatica.

Siamo cresciuti giorno dopo giorno in termini di attenzione, partecipazione, adesioni, fino ad arrivare agli oltre
1600 voti. Chi ci dipinge semplicemente come una succursale locale della componente politica
riconducibile ad Andrea Orlando non vede o fa finta di non vedere cosa è successo fino ad oggi in questo
Congresso. Noi siamo molto di più, noi siamo un’altra cosa.

Con il nostro progetto abbiamo amalgamato storie e culture diverse, abbiamo rotto schemi precostituiti, abbiamo ottenuto un consenso trasversale agli schieramenti, siamo primi in termini di consenso in più della metà dei comuni della nostra provincia, in decine di circoli.

Mentre esponenti del gruppo dirigente erano impegnati in una guerra senza esclusione di
colpi, noi abbiamo presentato un progetto incentrato sulla costruzione di un centrosinistra aperto e
inclusivo, sulla necessità di una piattaforma programmatica, sull’ apertura dei circoli in comitati aperti, sul
ritorno ad interessarsi dei problemi delle persone e non delle nostre beghe interne.

Detto questo, non intendiamo cullarci sugli allori. La fase è complessa e siamo consapevoli della necessità
di un partito forte e unito, in grado di affrontare al meglio i difficili passaggi che ci attendono. Avvertiamo
una grade responsabilità verso le centinaia di iscritti che abbiamo incontrato e che hanno manifestato
queste istanze: una diffusa richiesta di rinnovamento e cambiamento, il palesarsi di una condizione di
solitudine e distacco tra gli organismi territoriali e quelli provinciali, una forte richiesta di unità da parte del
partito democratico senese.

E’ necessario che questo messaggio, espresso con forza, non venga nuovamente ignorato.

Non vogliamo deludere la domanda di unità che è venuta da tutti gli angoli della nostra provincia.
Dobbiamo evitare altre rotture, altre spaccature, preservando pur nella differenza il nostro essere un partito
solido e compatto.

Io mi impegnerò per realizzare un governo unitario del partito. Sono pronto da subito ad avviare con
Raffaella Senesi e Massimo Bernazzi un confronto sulle piattaforme programmatiche per verificare la
possibilità di trovare una sintesi attorno a un piano di lavoro finalizzato al rilancio del Pd nei nostri territori.
Un confronto politico sincero e leale, come siamo sempre stati, senza alcun compromesso a ribasso, ma
finalizzato solo e soltanto alla valutazione della possibilità di ricompattare un partito che ne ha un estremo
bisogno.

Porteremo le richieste di un cambio di passo profondo e sostanziale. Di un PD veramente diverso e nuovo.
Se troveremo questa sintesi sui contenuti, un minuto dopo sarò disponibile a ragionare su un assetto di
governo del partito ampiamente condiviso per quanto riguarda sia le funzioni di direzione politica, sia quelle di
Garanzia. Siamo abituati a ragionare di progetti e non di persone, di documenti e non di nomi.

Da questa base partiremo nel confrontarci con le altre componenti che, in questo congresso, si sono messe in gioco.
Questo è un impegno che mi sento di prendere in prima persona, a nome dei molti che mi hanno sostenuto,
con lo spirito di servizio e con la semplicità e la trasparenza che abbiamo sempre dimostrato in questo
congresso”.