Corruzione all’Ato Toscana Sud, arrivano le reazioni politiche

Tutti gli interventi si scagliano con l’impostazione della gestione dei rifiuti.

Dopo l’arresto del direttore dell’ATO Toscana Sud, l’ingegner Andrea Corti, sono arrivate le prevedibili reazioni politiche, sia a livello locale che regionale.  La gestione dei rifiuti è infatti una questione che sta molto a cuore ai cittadini. Nella bufera è finita anche Siena Ambiente, ora in Sei Toscana.

Il consigliere comunale di Sinistra per Siena Ernesto Campanini propone al sindaco Valentini di chiedere le dimissioni dei dirigenti delle società coinvolte e rinnova la richiesta di costituire il Comune parte civile: «Già a marzo scorso infatti chiesi che il Comune si costituisse parte civile e rivedesse completamente la modalità di gestione rifiuti, che ricordo hanno determinato oltre ad un ulteriore innalzamento delle tariffe, anche il record negativo a Siena per la diminuzione della raccolta differenziata in Toscana. Non  volendo entrare nel merito giudiziario dell’inchiesta, ricordo però che molte persone coinvolte sono state nominate anche dallo stesso Sindaco e che il primo cittadino ha il dovere politico e morale di chiedere le loro dimissioni immediate».

Con un comunicato congiunto i consiglieri comunali di L’Alternativa e di Impegno per Siena chiedono anche essi la costituzione del Comune  parte civile: «Auspichiamo che vengano attuate tutte le forme necessarie a conseguire tali fini, valutando anche la possibilità di costituire il Comune di Siena come parte civile nel procedimento in corso. Da parte nostra utilizzeremo tutti gli strumenti a disposizione perché venga fatta chiarezza, nel rispetto delle competenze istituzionali, a cominciare da una doverosa convocazione in Commissione garanzia e controllo dei vertici della società partecipata Sienambiente spa. Da questa vicenda emerge ancora una volta la difficoltà, non solo per i cittadini, ma anche per i consigli comunali, di esercitare un controllo efficace sull’arcipelago delle società partecipate da enti pubblici, e che erogano servizi pubblici, a causa del complicato incastro di scatole cinesi che spesso tali società vanno a costituire».

«Gli arresti non sono altro che la dimostrazione di ciò che diciamo da sempre: il soggetto privato non ha nessun interesse ad una gestione dei rifiuti efficiente, economica, che rispetti l’ambiente e favorisca l’occupazione. L’interesse dei privati è semplicemente fare profitti, con il tacito assenso dei Comuni, che si accontentano di ricevere l’indennità di disagio ambientale e non hanno alcuno stimolo a fare scelte diverse”, dice Tommaso Fattori, capogruppo in consiglio regionale di Si Toscana a Sinistra.

Sulla vicenda sono dure anche le parole di Stefano Mugnai, presidente del gruppo regionale e coordinatore regionale di Forza Italia: «L’Ato rifiuti Toscana Sud travolto da una bufera giudiziaria? E’ il sistema toscana, bellezza. Ma scricchiola. E scricchiola ormai da tempo, con evidenti segni di cedimento scanditi da inchieste che si susseguono su vicende tutte legate a logiche politiche: il buco di bilancio che ha messo in default la ex Asl 1 di Massa Carrara, le sorti di Banca Etruria e Monte dei Paschi di Siena, e ora l’Ato rifiuti Toscana Sud. Il punto è che c’è un filo conduttore, in tutto questo, ed è ascrivibile a un modo di amministrare la cosa pubblica che il Pd, nelle sue declinazioni storiche, ha improntato sulla logica della costruzione del consenso, anche con politiche clientelari praticate soprattutto attraverso gli enti locali fin quando è stato possibile e dopo, cambiato il quadro normativo, attraverso le partecipate».