Valentini: “Rilanciamo la figura del disability manager per una Siena accessibile”

Bruno Valentini

«Una città realmente aperta è una città accessibile da tutti, anche da coloro che hanno difficoltà motoria e diversamente abili, per questo mi è stato proposto di rilanciare la figura professionale del «disability manager» all’interno dell’amministrazione comunale. Una personalità concertata con le associazioni che rappresentano i diversamente abili e naturalmente con gli assessorati ed uffici competenti che dovrà impegnarsi per progetti in favore dei disabili e all’abbattimento delle barriere architettoniche, intervenendo in più settori: l’urbanistica, l’architettura, i lavori pubblici, i trasporti locali, i servizi sociali, il turismo, le scuole».

Questo l’intervento di Bruno Valentini candidato sindaco del Centrosinistra riguardo alla figura del disability manager già istituita dalla precedente giunta e che Valentini, in caso di vittoria, propone di rilanciare accogliendo una specifica richiesta da parte delle associazioni .

«Questo ruolo serve soprattutto nel passare al vaglio preventivo gli atti predisposti dal Comune, prima che si concretizzino, evitando di fare errori di discriminazione inconsapevole o anche di inadeguata progettazione, come nel caso delle scale mobili fra la Stazione Ferroviaria e l’Antiporto, che sono inidonee per carrozzine e portatori di handicap in generale. Questo progetto mira all’eguaglianza effettiva dei cittadini e mi sembra una buona idea. Rendere una città difficile da percorrere come Siena un luogo ad elevata accessibilità per tutti potrebbe aiutare anche il disegno di Siena Capitale della Cultura nel 2019, oltre ad attrarre una fetta di turismo importante che si dirige dove trova maggiore attenzione. I tagli operati prima dal governo di centrodestra PDL-LEGA e poi confermati dal governo Monti hanno penalizzato i disabili e le loro famiglie, lasciando addosso ai Comuni l’onere dell’aiuto, per evitare che rimangano letteralmente relegati in casa, come se per lo Stato non esistessero. Le famiglie che hanno disabili in casa non possono fare tutto da sole ».