Ceccuzzi: ‘Sì alla gestione regionale dei servizi ma tenendo conto del livello di ogni territorio’

“Siena è pronta a fare la sua parte per costruire imprese di dimensione regionale per la gestione di servizi essenziali per i cittadini”. Con queste parole Franco Ceccuzzi sindaco di Siena è intervenuto questa mattina, martedì 27 settembre, nel corso del consiglio comunale, riguardo al rapporto sui risultati della gestione di enti ed organismi costituiti per la gestione dei servizi.

“L’area Siena, Grosseto e Arezzo – ha detto il sindaco – presenta già oggi la situazione industriale più avanzata della Toscana. In questi anni, infatti, sono stati costruiti processi veri, e non annunciati, con Tiemme, insieme a Piombino, sul trasporto, con Siena Ambiente sui rifiuti, con Fiora sull’acqua, con Estra, insieme a Prato, nell’energia. In questo ultimo caso siamo addirittura in presenza dell’unica impresa di proprietà effettivamente toscana che opera nel settore. Questi sono fatti, che valgono ben più di un certo regionalismo ideologico ed inconcludente che ha nostalgia dell’economia pianificata. E’ anche così che le città, possono sostenere il lavoro del Presidente Enrico Rossi, portare un contributo alla ripresa economica e rafforzare la capacita competitiva della Toscana su tutti i mercati. E’ giusto avere questa attenzione ai servizi perché hanno un peso importante nell’economia della Regione, come nell’occupazione e nella qualità della vita”.

“Tutti i servizi – ha continuato Ceccuzzi – devono mettere al centro l’attenzione alla persona ed all’impresa perché toccano i diritti individuali come l’efficienza della nostra economia. In questo processo il ruolo del legislatore e’ quello di riformare le autorità di programmazione e di controllo, anche in luogo di quelle che cesseranno la loro attività a fine anno. L’ipotesi di soppressione delle province non può, infatti, legittimare una concentrazione di funzioni nella burocrazia regionale, che sottragga ai Comuni ed alle province stesse competenze essenziali nell’organizzazione urbana e nella programmazione di area. Una tendenza che andrebbe soprattutto a danno dei piccoli comuni. E’ responsabilità del capoluogo di provincia esercitare il suo ruolo per le ricadute interne sulla città e per quelle che possono riguardare il territorio provinciale. Questi processi di aggregazione devono anzitutto tenere conto del livello di qualità e di offerta dei servizi raggiunto da ogni territorio, per scongiurare una normalizzazione al ribasso o, peggio, per creare vantaggio a qualcuno a discapito di altri, come e’ da temere che qualche ambiente voglia perseguire in sanità o nel diritto allo Studio. Per questo, quanto accade al Policlinico di Santa Maria alle Scotte e’ alla massima attenzione del Comune”.