Purificazione dell’aria di casa: sai quanto è inquinato il tuo soggiorno?

Dalle indagini condotte sullo stile di vita delle persone è emerso che trascorriamo gran parte della giornata in luoghi chiusi (circa il 90%) e in particolare in casa (il 70%). 

Anche se qualche lettore ne sarà stupito un fatto è certo: nei luoghi chiusi la densità di inquinanti è fino a 5 volte maggiore che all’esterno e questo è causa di scarsa concentrazione, mal di testa e vari tipi di patologie respiratorie. 

La pandemia ha enormemente aggravato questa situazione ed ecco perché oggi più che mai è vivo il dibattito sulle modalità con cui è possibile rendere gli ambienti chiusi più salubri, sia per quanto riguarda gli interventi di progettazione e riqualificazione degli edifici sia, a un altro livello, a proposito dei metodi di purificazione dell’aria indoor.

La qualità dell’aria all’interno delle nostre case e dei nostri uffici è finalmente considerata parte integrante della strategia di contrasto all’inquinamento atmosferico nel suo complesso e in questo articolo approfondiamo la questione suggerendo alcune soluzioni alla portata di tutti.

Inquinamento indoor, effetti sulla salute e purificazione dell’aria 

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’inquinamento dell’aria dei luoghi confinati causa il 2,7% di malattie globali ogni anno. Da una recente indagine di State of Global Air è invece emerso che gli inquinanti indoor possono ridurre anche di 2 anni l’aspettativa di vita media di una persona.

Le patologie più frequentemente associate sono le allergie, le infezioni respiratorie come la legionellosi, la sindrome da edificio malato (che causa irritazioni e svariate alterazioni dello stato di benessere), il tumore del polmone, le malattie cardiovascolari. Informazioni allarmanti giungono da soggetti in età pediatrica: i bambini esposti a inquinanti domestici possono contrarre asma, disturbi respiratori e del sonno.

È quindi lampante che la qualità dell’aria interna ha un enorme impatto sulla salute a lungo termine ma, al tempo stesso, influenza anche il nostro comfort quotidiano, causando disturbi che spesso addebitiamo a stanchezza o stati d’ansia e di stress passeggeri.

La purificazione dell’aria con i mezzi più idonei è quindi assolutamente necessaria per proteggere la nostra famiglia e chi, in generale, vive con noi. Le cose non vanno molto diversamente nei luoghi di lavoro.

Purificazione dell’aria in ufficio

Una corretta gestione della qualità dell’aria interna ad un ambiente tiene in considerazione gli specifici inquinanti che lo caratterizzano e le condizioni locali. Negli uffici, per esempio, sono causa di inquinamento le stampanti, i plotter, le fotocopiatrici, i solventi, le colle e le vernici, senza considerare le sostanze potenzialmente pericolose di tipo biologico, dovute cioè alle stesse persone che condividono lo spazio.

Offrire ai propri dipendenti un ambiente di lavoro salubre è tra i doveri di ogni datore di lavoro e anche la purificazione dell’aria non può quindi passare in secondo piano. 

C’è addirittura chi ritiene che favorire una buona respirazione possa aumentare la produttività. L’Harvard Annual review of Public Health ha calcolato che alcuni miglioramenti introdotti nelle condizioni degli ambienti interni hanno permesso all’economia degli Stati Uniti di risparmiare tra i 25 e i 150 miliardi di dollari, per effetto dell’aumentata produttività dei lavoratori.

Anche nelle scuole la questione è tenuta in giusta considerazione. Secondo i rapporti ISS COVID-19 n. 11/2021 e n. 12/2021: “Garantire un buon ricambio dell’aria con mezzi naturali o meccanici in tutti gli ambienti e aule scolastiche è fondamentale”.

L’aria di casa tua al microscopio

Se potessi misurare in questo stesso momento le sostanze che compongono l’aria che stai respirando in casa tua reagiresti probabilmente con stupore e preoccupazione, anche se ogni caso è diverso.

La composizione dell’aria domestica è una miscela di sostanze variabile nel tempo e dipende anche dalla ventilazione e dalle attività svolte all’interno dell’ambiente chiuso. In alcuni casi si sono registrati concentrazioni di inquinanti superiori a quelle presenti all’esterno o particolari sostanze tossiche assenti nell’aria di fuori.

Tra le fonti di inquinanti più comuni troviamo i processi di combustione, il fumo, i detergenti usati per la pulizia, gli antiparassitari per animali domestici. I mobili e gli stessi materiali edilizi con cui è stato costruito l’edificio contribuiscono in una certa misura. 

C’è poi da segnalare l’eventuale malfunzionamento (e scarsa manutenzione) dei sistemi di condizionamento dell’aria, che possono diventare terreno di coltura per contaminanti biologici come le muffe, i quali vengono poi continuamente diffusi in tutto l’edificio.

Tra gli inquinanti biologici più comuni nei luoghi chiusi vanno segnalati:

• batteri e virus, trasmessi dalle persone e dagli animali e spontaneamente presenti ove temperatura e umidità ne promuovono la crescita;

• il polline delle piante di origine esterna o interna;

• funghi e muffe;

• gli acari, che con i loro residui corporei producono dei potenti allergeni;

• gli allergeni degli animali domestici che rimangono sospesi nell’aria e sono facilmente inalabili.

Gli inquinanti di natura chimica sono invece principalmente i VOC (composti organici volatili), il monossido di carbonio, il biossido di azoto e zolfo, la formaldeide, il benzene, l’amianto.

I metodi naturali per la purificazione dell’aria di casa

Alcuni metodi naturali aiutano effettivamente a contenere il livello di inquinanti degli ambienti chiusi, anche se non possono bastare a salvaguardare la salute degli occupanti. 

Per esempio è vero che è molto importante arieggiare spesso i locali ma questa operazione causa contemporaneamente l’ingresso dell’inquinamento esterno. La sua efficacia è quindi relativa in particolare nelle città o nelle zone più trafficate (come per gli immobili vicini alle strade). 

Un ottimo alleato per la purificazione dell’aria di casa sono gli oli essenziali e in particolare il tea tree, facilmente reperibile nelle farmacie ma anche negli e-commerce online. Si diffonde nell’ambiente con un diffusore ma può essere usato anche per pulire le superfici di casa. 

Secondo diversi studi le piante non solo rilasciano ossigeno e trattengono anidride carbonica ma grazie a enzimi particolari sono anche in grado di neutralizzare i VOC come la formaldeide e il benzene. 

Alcuni altri metodi naturali permettono invece di purificare l’aria riducendo l’umidità: è il caso delle famose lampade al sale dell’Himalaya che emettono inoltre ioni negativi e limitano così anche l’inquinamento elettromagnetico.

La tecnologia che purifica e salva dai virus

La purificazione dell’aria degli ambienti chiusi può contare anche su metodi di efficacia comprovata, diffusi da alcuni anni anche nelle abitazioni e non destinati quindi soltanto a contesti industriali. 

Si tratta di soluzioni tecnologiche in parte basate sulla filtrazione Hepa (da parte cioè di filtri definiti “ad alta efficienza”) e filtrazione ai carboni attivi, in altra parte su tecnologie più avanzate, come la sterilizzazione termodinamica, l’irradiazione con luce ultravioletta, la polarizzazione elettronica e la ionizzazione.

Questi metodi di purificazione dell’aria più innovativi non si basano sul trattenere le particelle ma sull’immissione di sostanze capaci di reagire fisicamente e chimicamente con gli inquinanti aerodispersi.

Il depuratore d’aria è un dispositivo che purifica l’aria degli ambienti chiusi riducendo la concentrazione di inquinanti. Sul mercato se ne trovano di ogni tipo con differenze che riguardano soprattutto le tecnologie utilizzate per la purificazione dell’aria, le dimensioni (e, di conseguenza, la capacità di purificare ambienti più o meno ampi), la destinazione (se per contesti professionali oppure domestici), il design, la portabilità.

È facile non fidarsi e chiedersi legittimamente se e quanto questi macchinari sono efficaci. Il consiglio degli esperti è quello di puntare su purificatori d’aria che siano già stati sottoposti a test atti a verificare la capacità di riduzione degli inquinanti. Risultati positivi si ottengono in genere quando il purificatore basa il funzionamento su più tecnologie insieme e non solo su una sola o esclusivamente sulla filtrazione.

La linea di purificatori avanzati VARYA, per esempio, è stata sottoposta ad analisi sia dal Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Torino che dalla Floramo Corporation e ha brillantemente superato la prova dei fatti riducendo di oltre l’80% una lista di 40 diversi inquinanti. 

Alla stessa azienda si deve anche lo sviluppo di un depuratore d’aria, VARYA MAXI, che è riuscito a eliminare il 99,99% del Coronavirus H1N1, facendo ben sperare anche per l’eliminazione di altri tipi di virus della stessa dimensione, come il SARS-CoV-2. 

Alcuni purificatori d’aria -pur non essendo sanificatori e non costituendo quindi una soluzione al problema del contagio- prestano comunque il loro contributo anche a questa causa.