Liberamente, tra passato e presente

piazza del campo

Foto di Antonio Cinotti

Questa canicola è preoccupante, non solo perché insopportabile, e a volte peggio al mare addirittura che in città… Anche mortale, come s’è visto purtroppo, ma tant’è, che ci si lamenta dimenticando i quesiti sullo sfondo: a quando il prevedibile water shortage o gli storms uguali e contrari? Nel frattempo c’è la reclusione forzata e l’uso anche
più frenetico del solito del web e dei social networks. Tra i tanti temi uno è rimbalzato su due siti Facebook, stimolando molti interventi, in parte centrati su una (impossibile, a mio avviso) comparazione tra la piazza
di Valencia e il nostro Campo. Il nodo del contendere non è nuovo. Nel Campo si possono consentire gli abusi di tutti i generi cui si assiste di giorno e di notte, dalla dormita più o meno discinta (e solitaria), a bei riposini straidati di giorno e danze e canti prolungati anche verso l’alba, oppure fino al pranzo con abbondanti libagioni. Solo il
solleone ha dato un po’ di sollievo di giorno all’uso ed abuso della piazza,il ‘salotto buono’ dei senesi. E’ dai primi decenni del Trecento che la piazza ha assunto la sua straordinaria forma definitiva e allora già se ne curava in modo particolare la pulizia. Il fatto è, ci dice il provvedimento dei sempre lodati (e furbissimi) Nove, quello è il luogo
del sollazzo (non delle processioni, si badi!) per i senesi, specie durante la stagione buona. La passeggiata in piazza a godersi un po’ di fresco e il magnifico blu del cielo estivo doveva essere irresistibile, anche per ricordare qualche bella ‘pugna’ (scazzottata) o carnevalata passate e architettare qualche alleanza utile per il futuro non senza trascurare qualche occhiata furtiva alle ‘donzelle’ sotto controllo apparentemente rigoroso delle (spesso complici) fantesche. I forestieri erano rari, ma affluivano di certo numerosi per le feste dell’Assunta, per il libero commercio delle mercanzie e per quella sorta di bonus che rendeva i debitori inattaccabili da parte dei rassegnati creditori. Ora
le cose sono molto cambiate con il turismo di massa mordi e fuggi che comunque inserisce la piazza nel suo itinerario. Ci affluisce o da san Domenico o dal frequentatissimo parcheggio del Campo, appunto, che non
offre però un gran biglietto da visita con le abbondanti spazzature, le rovine della piazza della mensa universitaria (già Santa Croce) e la pasticciata via Duprè (senza stalli per le molte auto e moto che la soffocano…). Infine si arriva in piazza dove c’è modo di rinfrescarsi e approvvigionarsi di cibo, ma come evitare la spesa nei molti locali
pubblici pur invitanti? Si sa, ci si siede in piazza anche se vietatissimo con tanto di multe salate nel regolamento di polizia urbana. Ma quanta applicazione ha avuto? Solo nei casi gravi gli agenti, quando presenti, intervengono invitando civilmente i contravventori, ma è un’aspirina per la broncopolmonite. La piazza è unica nella sua forma
che invita all’ammirazione prendendovi posto, occupandola, quasi incorporandosi ad essa.E allora? Sinceramente, mi pare che la linea del regolamento sia inutilmente rigorista. Se ci si siede soltanto ha senso il divieto? Se mai bisognerebbe invitare i forestieri a comportarsi civilmente, con la massima compostezza possibile, spiegando che è quello lo spazio in cui si concentra il Bello e il sentimento civico di cui i senesi sono sempre stati cultori. Non a caso è emerso che sarebbe opportuno e simpatico un saluto ai forestieri da ampiamente pubblicizzarsi nei luoghi di approdo, parcheggi, alberghi, ristoranti ecc. Forse più proveniente dal Club Unesco che non dal Comune, a
sottolineare non solo l’esistenza del vincolo ‘universale’posto nel 1995 sul centro storico di Siena che si invita a rispettare (a Siena poco pubblicizzato peraltro) ed evitare la freddezza del saluto ufficiale, ma soprattutto per evidenziare la ‘naturale’ apertura della cultura senese, pronta a farsi conoscere ed apprezzare sempre, non solo
nei giorni magici del Palio.

Mario Ascheri