Valentini: ‘Il Pd e il centrosinistra non hanno dato risposte credibile al bisogno di rinnovamento’

Bruno Valentini

«Il risultato del rinnovo del Parlamento non garantisce un governo stabile e questo è un problema per tutti, perché senza una guida sicura e capace non si esce dalla crisi peggiore degli ultimi 50 anni. Chi si candida a dirigere il Paese ed i Comuni non ha più a disposizione la possibilità di scaricare i problemi irrisolti sull’indebitamento e quindi ha il dovere di indicare chiaramente dove e come risanare i bilanci pubblici, garantire servizi essenziali, rendere più efficiente la pubblica amministrazione ed alleggerire le tasse, difendendo imprese e lavoro».

«Poiché io sono abituato a farmi giudicare dagli elettori e non a giudicarli, prendo atto che il PD ed il centrosinistra non hanno dato risposte credibili al bisogno di rinnovamento, onestà e buone pratiche, perdendo molti voti, invece di aumentarli a danno di PDL e Lega, che pure escono fortemente ridimensionati ma non quanto avrebbero meritato per i disastri ed i guai giudiziari combinati. L’adesione acritica al rigore a senso unico del governo Monti e l’incapacità e la lentezza nel moralizzare la politica hanno scavato un solco con molti cittadini, esasperati da un brutale peggioramento delle condizioni di vita e delle prospettive per sé e per i propri figli».

«Tutto ciò era noto da tempo e la straordinaria esperienza democratica delle primarie Bersani-Renzi-Vendola ci avevano illuso di aver conquistato un consenso stabile, che invece era condizionato alla messa in atto di un rinnovamento reale nella pratica politica e nel modo di rapportarsi alla gente che purtroppo non è avvenuto. Nelle tante assemblee a cui ho partecipato in provincia, molti sostenitori di Renzi mi dissero che solo in caso di sua affermazione avrebbero votato per Bersani, preferendo invece l’astensione oppure il Movimento 5 Stelle, indipendentemente dalla leale partecipazione di Renzi alla campagna elettorale».

«L’irresistibile ascesa dei consensi a Beppe Grillo nasce dall’inadeguatezza conclamata dei partiti tradizionali a rappresentare gran parte degli italiani di oggi, che anche grazie a internet sono in grado di informarsi di più e di interagire fra sé, creando potenti circuiti di comunicazione sociale ed aggregazione politica. Il PD è ancora una grande realtà politica (forse l’unica, oltre ai sindacati di massa) organizzata e democratica, ma ripiegato su sé stesso, sui propri apparati e sulle proprie regole di funzionamento, con processi decisionali schiacciati verso l’alto e dove prevalgono i professionisti della politica. Io non penso che l’esperienza del PD sia finita, credo piuttosto che abbia perduto sintonia con la società, respingendo come impertinente o di destra l’aspirazione allo svecchiamento propugnata da Renzi, che forse Bersani avrebbe raccolto se non fosse stato frenato da altri. Non credo che convenga sottovalutare il drastico risultato elettorale perché il forte consenso al centrosinistra che ancora rimane in provincia di Siena non deve essere considerato in modo consolatorio bensì deve essere la base di partenza per cambiare radicalmente».

«In questa parte d’Italia, al giudizio sul PD nazionale si aggiunge una valutazione non benevola sullo stile di governo, per la caduta di sobrietà e per l’incapacità di riforme efficaci. Mentre in Parlamento attendiamo alla prova dei fatti tutti i partiti, che non possono più cavarsela con gli slogan e devono affrontare celermente i problemi drammatici del Paese, a livello locale occorrerà una straordinaria capacità di ascolto della sofferenza dei cittadini, cercando di fare l’impossibile per far ripartire il sistema economico».

Bruno Valentini, sindaco di Monteriggioni