Uno “sguardo di genere” per capire la società contemporanea: se ne è parlato alla Festa del Pd

Uno sguardo di genere è fondamentale per osservare la società e i suoi bisogni, rimuovere gli ostacoli alla piena partecipazione politica, economica e sociale che derivano dall´appartenenza a uno dei due sessi e offrire risposte adeguate ad interpretare, comprendere e valorizzare tutta una comunità, che è composta di donne e di uomini. Lo sguardo di genere – o anche gli “occhiali modello genere”, nella definizione di Christel Radica – è stato il filo conduttore dell´iniziativa che si è tenuta ieri (sabato 20 agosto) alla Festa democratica, in corso alla Fortezza Medicea di Siena. Che la situazione non sia ancora di parità sostanziale tra donne e uomini lo dicono i numeri, che Bianca Bartoli, del comitato politico provinciale Pd, ha passato in rassegna per introdurre il tema dell´iniziativa. Un gap ancora troppo forte quando si parla di occupazione, di rappresentanza nella politica e nelle istituzioni o di ricoprire posti di elevata professionalità. “Se le donne sono la maggioranza della popolazione – ha ricordato Bartoli – e le laureate in Italia sono circa il 60%, rispetto al 40% di uomini, dobbiamo chiederci perché le donne fanno più fatica a trovare lavoro, guadagnano meno dei colleghi maschi e lavorano con qualifiche più basse di quelle che hanno”.

“Le mie lenti per guardare il mondo sono gli “occhiali modello genere” – ha detto Christel Radica, del comitato direttivo dell´Associazione Archivio storico Udi di Siena – per me sono fondamentali per comprendere le dinamiche di ogni contesto e credo che altrettanto dovrebbe essere per la politica, che solo osservando la realtà con una visione di genere può riuscire a capire i molteplici bisogni e desideri di chi costituisce una comunità”. Radica ha raccontato l´incontro con le donne dell´archivio Udi durante il suo percorso di ricerca sull´Opera nazionale maternità e infanzia. Un incontro con le carte dell´archivio, ma anche con le donne che hanno fatto la storia del movimento senese, che le hanno trasmesso la forza interiore che le spingeva ad agire. “Sapere e dialogo – ha concluso Christel Radica – sono le parole chiave: il sapere come ricchezza di fonti e conoscenza e il dialogo, per capire cosa desiderano e di cosa hanno bisogno le diverse soggettività”.

Ad Albalisa Sampieri, Comitato “Se non ora quando” di Siena, il compito di raccontare alla platea che cosa c´è dietro un movimento che ha fatto scendere di nuovo in piazza le donne “pronte ad assumersi un´ennesima responsabilità, non accettare più di essere trattate come suddite anziché come cittadine”. “Per me – ha detto Sampieri – la parola genere comprende la costruzione sociale e culturale che sta sopra la divisione tra i sessi, con prevalenza del sesso maschile su quello femminile. Una prevalenza e una discriminazione che ancora riscontriamo sul lavoro, nella partecipazione politica, come vittime di violenza”. Il movimento “Se non ora quando” ha rimesso in moto una grande spinta di cambiamento, ci ha fatte uscire dalle stanze per farci riappropriare degli spazi pubblici, delle piazze. Abbiamo fatto tesoro degli errori commessi negli ultimi 50 anni, accettando la frammentazione senza ricercare per forza l´unanimità e la condivisione assoluta delle scelte e dei percorsi, verso strategie che ci trovano alleate almeno su grandi temi che dobbiamo portare avanti, per colmare certe ingiustizie e continuare a lavorare per il cambiamento”.

“Come amministrazione comunale – ha detto Paola Rosignoli, assessore alle pari opportunità e urbanistica del Comune di Siena – siamo già a lavoro per portare avanti azioni e progetti che possano favorire la crescita della presenza delle donne all´interno della comunità e del mondo del lavoro – anche attraverso il sostegno all´imprenditoria femminile e all´avvio di attività autonome – in un´ottica di sistema con gli altri enti e in collaborazione con le associazioni. Come ente che dà lavoro, ma anche come erogatore di servizi, il nostro obiettivo è quello di sostenere la conciliazione e condivisione fra vita lavorativa e familiare di uomini e donne, attraverso un maggiore benessere organizzativo dell´ente, più flessibilità negli orari, introduzione di progetti di telelavoro e sviluppo dei congedi parentali anche per gli uomini, a sostegno di un´equa distribuzione del lavoro di cura e della condivisione delle responsabilità tra i genitori. Come soggetto erogatore di servizi ed ente esponenziale, il nostro impegno è certamente rivolto anche ad incentivare ancor di più la creazione di servizi per l´infanzia e a riorganizzare gli spazi e gli orari della città con uno sguardo di genere che mi sarà prezioso nel portare avanti la mia delega all´urbanistica”. In questo senso, ha ricordato l´assessore, “ci impegneremo anche a dare una risposta ai bisogni e alle aspettative delle donne riguardo agli spazi di relazione e arricchimento culturale, a partire dai progetti già esistenti e a sostenere l´iniziativa promossa dal coordinamento nazionale dall´Udi dal titolo `Città libere dalla pubblicità offensiva”, per una moratoria della pubblicità lesiva della dignità di genere”.

“Una società più amica delle donne – ha concluso Elisa Meloni, segretario provinciale Pd – dove la loro presenza sociale, culturale ed economica all´interno della comunità è più forte, è una società dove vivono meglio donne e uomini. La grandissima partecipazione nelle piazze, il 13 febbraio prima e il 9 e 10 luglio poi, ci ha fatto percepire quanto sia profonda e urgente la richiesta di rispetto, dignità e pari opportunità di realizzare il proprio futuro arrivata dalle donne. Una spinta così dirompente che, a mio avviso, spiega in parte anche i risultati delle amministrative e quelli dei referendum, facendo riscoprire al Paese una grandissima voglia di partecipazione, di essere protagonisti del cambiamento. C’è stata una spinta forte che è delle donne, ma anche dell’Italia intera. A noi, come politica, sta l’onere e la responsabilità di raccogliere questa energia e trasformarla in una proposta politica dove le questioni di genere siano al centro del riscatto del Paese. Gli spazi per le donne ci sono e non vanno delegati, dobbiamo semmai promuovere ogni azione per rimuovere gli ostacoli con misure concrete e visione di genere”.

“Senza questo doppio sguardo – ha detto Meloni – saranno le donne a continuare a pagare il peso maggiore della crisi economica, come ci mostra drammaticamente l´ultima manovra del governo, che taglia i servizi e allontana le condizioni indispensabili affinchè le donne siano più attive nel mercato del lavoro. Il tema dell’occupazione, in termini di quantità ma soprattutto di qualità, è determinante, perché è da qui che passanno anche i diritti di cittadinanza che danno accesso alle donne nella politica e nelle istituzioni. Il mio impegno – all´interno di un partito che è l´unico, per statuto, a garantire a tutti i livelli la presenza paritaria di donne e di uomini nei suoi organismi dirigenti ed esecutivi – sarà quello di continuare a mettere in moto spazi di elaborazione nei luoghi delle donne e degli uomini, perché lo sguardo di genere non venga mai meno”.