Trattative in corso per recuperare l’abitazione al secondo piano della Biblioteca degli Intronati

biblioteca Intronati Siena

Può un edificio pubblico ospitare un appartamento privato e, per di più, se serviti dallo stesso ingresso? E’ quanto ha chiesto oggi, nella seduta consiliare, Laura Vigni (Sinistra per Siena, RC, SsM), rivolgendo un’interrogazione all’Amministrazione Comunale sulla possibilità che, al secondo piano della Biblioteca degli Intronati (via della Sapienza, 5), sia in corso la realizzazione di un servizio igienico per un appartamento destinato ad abitazione civile, di proprietà dell’Arcidiocesi di Siena.

Vigni, infatti, sostenendo di aver riscontrato in loco una segnalazione certificata di inizio attività, che attesterebbe innanzitutto la proprietà privata dell’unità abitativa, ha chiesto quali accertamenti siano stati effettuati dagli uffici comunali per verificarne l’effettiva titolarità, a livello di ricerche storiche, visure catastali e pagamenti di imposte.

La stessa ha quindi posto questioni di sicurezza, per l’unicità dell’accesso da condividere tra gli usi pubblico e privato, e di tutela del patrimonio pubblico, soprattutto in considerazione delle normative antincendio.

La risposta dell’assessore Paolo Mazzini, nella parte che ha ricostruito vicende storiche e passaggi di proprietà a partire dal 1816, non ha soddisfatto Vigni, la quale ha chiesto che vengano effettuati ulteriori esami documentari affinché sia appurata, in maniera ancora più approfondita e certa, la proprietà dell’unità abitativa. <<La ricerca storica attesta la proprietà della Curia – ha detto Mazzini – perchè ci dice che nel 1816 fu prodotto un atto di permuta tra la Comunità Civica e la Propositura della Metropolitana, poi trasformato in contratto, che prevedeva lo scambio tra la casa e la parrocchia di San Pellegrino, demolite per utilità pubblica allo scopo di creare l’attuale piazza Indipendenza, e l’unità abitativa del secondo piano della “Fabbrica della Sapienza”, l’attuale sede della Biblioteca. Tra l’altro, questa era stata anche la casa di Don Bonci e poi della sua perpetua, trasferitasi altrove recentemente in concomitanza coi lavori di ristrutturazione dei locali>>.

Mazzini ha invece riscontrato il consenso del consigliere quando, esternando le medesime preoccupazioni per la trasformazione dei locali interni, ha specificato come l’attuale Amministrazione non abbia avuto alcun ruolo nel rilascio dei titoli edificativi, risalenti agli anni precedenti, e che è attualmente in corso un ripensamento dei lavori già cominciati e una trattativa con la Curia per un’ulteriore permuta dell’appartamento in questione con altre unità immobiliari: <<Probabilmente la soluzione – ha concluso Mazzini – ci viene indicata dalla storia: così come accaduto nel 1816, auspichiamo di concordare una nuova permuta per un immobile di pari valore, in modo da recuperare la proprietà pubblica dell’intero immobile destinato a Biblioteca e chiudere quanto prima la questione>>.