Spending review: la Provincia di Siena fa ricorso al Tar del Lazio

Provincia Siena

La Provincia di Siena continua la sua battaglia contro una spending review che sta mettendo in ginocchio le Province e la capacità di garantire servizi ai territori e alle comunità. Nei giorni scorsi, infatti, la giunta provinciale ha deciso di fare ricorso al Tar del Lazio contro il decreto del Ministero degli Interni che, attuando il decreto legge 95/2012 sulla spending review, costringerà l’ente senese a rinunciare a circa 6 milioni di euro per l’anno in corso e a oltre il doppio per l’anno successivo, aprendo scenari assolutamente insostenibili per i prossimi mesi.

“La battaglia di Siena e del suo territorio contro un percorso di riordino irrazionale e dannoso per le nostre comunità non si ferma – commenta il presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini – Dopo la mobilitazione promossa la scorsa settimana con una grande partecipazione, vogliamo continuare a far sentire la nostra voce contro tagli pesantissimi ai trasferimenti statali che riducono a zero le risorse su cui contare nell’anno in corso e nei prossimi mesi. Questa situazione si traduce in una grave paralisi dell’operatività dell’ente in ambiti quali la manutenzione delle strade e delle scuole, la gestione delle emergenze meteorologiche e altri settori di competenza provinciale che non potranno più contare su un supporto adeguato, a danno dei territori e dei cittadini”.

“Il decreto del Ministero degli Interni – continua Bezzini – prevede per la Provincia di Siena una riduzione di circa 6 milioni di euro per il 2012. Per il 2013, poi, anno di transizione verso il nuovo ordinamento secondo quanto previsto dal percorso di riordino che presto arriverà in Parlamento per la discussione, la cifra dei tagli è destinata a raddoppiare. Guardando al futuro vediamo uno scenario molto preoccupante, che non possiamo e non vogliamo accettare. Per questo motivo, abbiamo deciso di intraprendere una nuova battaglia, impugnando il decreto e recependo le indicazioni emerse dall’assemblea delle Province toscane che ha ritenuto ‘irragionevoli’ i criteri di calcolo adottati”.