Simone Bezzini: “Vogliamo chiarezza sulla fine delle Province”

Simone Bezzini - presidente della Provincia di Siena

Simone Bezzini – presidente della Provincia di Siena

“Il tempo sta scadendo, stiamo andando verso la paralisi di tutte le attività dell’ente. Rinnovo l’appello a fare qualcosa a chi è ancora in grado di intervenire su questa materia o in assenza di certezze giuridiche e di risorse per la manutenzione di strade e scuole, io e la giunta concluderemo il nostro mandato nelle prossime settimane, rinunciando al mantenimento delle cariche durante la fase transitoria prevista dalla riforma Delrio fino al 31 dicembre 2014”. E’ quanto ha annunciato il presidente dell’amministrazione provinciale di Siena, Simone Bezzini, nel corso di una conferenza stampa convocata questa mattina, venerdì 30 maggio nel Palazzo del Governo di Piazza Duomo, a Siena.

“Non ho mai condiviso nel merito e nel metodo – ha detto Simone Bezzini – il percorso di riordino istituzionale delle Province, ritenendo la riforma caotica e inefficace. Una volta diventata legge credo, però, che tutti i soggetti interessati siano chiamati a rispettarla e attuarla con serietà, spirito di servizio e senso di responsabilità. Per questo motivo, insieme alla giunta che mi affianca dal 2009, abbiamo dato disponibilità ad accompagnare la fase transitoria prevista dalla riforma Delrio con indennità pari a zero e, quindi, a titolo di volontariato istituzionale. Lo faremo, però, solo se ci verranno garantite alcune condizioni indispensabili per la funzionalità dell’ente e la tutela del territorio”.

palazzo della Provincia di Siena

palazzo della Provincia di Siena

“Innanzitutto – ha aggiunto Bezzini – chiediamo indicazioni chiare, nette e inequivocabili a Governo e Parlamento sull’inquadramento giuridico della struttura amministrativa e sul perimetro operativo della cosiddetta ‘gestione ordinaria’ prevista dalla fase transitoria. La stessa chiarezza sarà fondamentale sul fronte delle risorse. Il Decreto legge n. 66 approvato poche settimane fa prevede un prelievo da parte dello Stato che, per la Provincia di Siena, dovrebbe essere finanziato con risparmi di spesa per un ammontare di oltre 4 milioni di euro, una cifra insostenibile che mette a repentaglio il lavoro fatto in questi anni per tenere i conti in ordine, rispettare il patto di stabilità e pagare i nostri fornitori, come risulta nero su bianco nei nostri bilanci, consuntivo 2013 e preventivo 2014, approvati lo scorso aprile”.

“Il taglio che interessa la Provincia di Siena – ha spiegato Bezzini – parte da una base di calcolo, su una media di spesa triennale pari a circa 40 milioni di euro, di cui l’80 per cento va a coprire funzioni gestite per conto della Regione. Si tratta, quindi, di partite di giro per l’amministrazione provinciale, con risorse vincolate e non disponibili per altri utilizzi. Il restante 20 per cento, pari a circa 8 milioni di euro, rappresenta il montante effettivo su cui va a incidere il taglio di risorse per 4 milioni di euro previsto dal Decreto legge. Un criterio sbagliato e iniquo, che falsa la base di calcolo e, di fatto, produce uno squilibrio di bilancio e la paralisi della gestione e manutenzione di strade e scuole”.

“Il quadro economico generale – ha continuato Bezzini – è reso ancora più negativo da due elementi: una progressione di manovre finanziarie che, negli ultimi anni, hanno penalizzato fortemente le Province più estese a livello territoriale ma con poca densità abitativa, e un meccanismo paradossale che danneggia enti come il nostro che finora hanno pagato regolarmente i propri fornitori, a differenza di altre amministrazioni pubbliche. Tutto questo si aggiunge al perdurare della gravissima latitanza delle istituzioni competenti che, a distanza di mesi, non hanno ancora erogato alla Provincia di Siena le risorse necessarie a coprire le spese derivanti dai danni provocati dalle alluvioni degli ultimi mesi”.

“Di fronte a uno scenario così complesso e difficile – ha concluso Bezzini – noto una grande e pericolosa indifferenza da parte di tutti i soggetti interessati, salvo pochissime lodevoli eccezioni, con il rischio di provocare conseguenze pesanti sui territori e le comunità. Per questo, rinnovo l’appello a Governo, Parlamento e parti sociali, ma soprattutto ai sindaci, neoeletti e non, affinché prestino tutti grande attenzione al percorso di riordino istituzionale in atto e siano pronti a dare risposte ai cittadini, dal momento che presto saranno loro ad amministrare il nuovo ente provinciale di secondo grado. Credo sia anche nel loro interesse ereditare un ente utile per il territorio e non un cumulo di macerie”.