Sacco e Valentini: “Puntiamo su un modello innovativo di sviluppo basato sulla cultura”

Bruno Valentini e Pier Luigi Sacco

Bruno Valentini e Pier Luigi Sacco

L’articolo di Tomaso Montanari sul futuro del Santa Maria della Scala, pubblicato domenica 2 febbraio sul Fatto Quotidiano, contiene affermazioni gratuite che non corrispondono affatto allo spirito del progetto su cui l’Amministrazione comunale sta lavorando, né a quello della candidatura a titolo di Capitale Europea della Cultura.

Montanari paventa l’eventualità di una trasformazione di Siena in una sorta di parco tematico del Medioevo, una specie di Disneyland a sfondo storico, che è il contrario di ciò che vogliamo e di ciò che abbiamo proposto nel dossier di candidatura.

Non abbiamo mai dichiarato che il complesso monumentale del Santa Maria della Scala debba diventare un supermercato alimentare. Né abbiamo mai pensato di degradare a logiche meramente commerciali la grande ambizione di rendere il Santa Maria un insieme coerente di funzioni museali, espositive, di documentazione e di ricerca, di produzione culturale, di accoglienza e di promozione della cultura materiale delle Terre di Siena.

Facciamo quindi fatica a capire da dove Montanari tragga le sue informazioni in merito. Una delle principali linee direttrici dell’intero progetto Siena 2019, già molto apprezzato dalla giuria nella fase di pre-selezione, è proprio la proposta di un modello di sviluppo a base culturale che nega del tutto il modello del ‘parco a tema’ e al contrario fa leva sul rapporto tra patrimonio e innovazione sociale (a partire dalla partecipazione culturale attiva dei cittadini e del patrimonio civile della città). Un tema di grande rilevanza non solo a livello italiano – il nostro paese presenta infatti uno dei più bassi livelli di partecipazione culturale tra i paesi comunitari – ma europeo, come testimoniano le partnership con molte istituzioni culturali europee di primo piano, che hanno riconosciuto la qualità innovativa del nostro progetto e hanno deciso di sostenerlo e di prendervi parte.

Il progetto del Santa Maria della Scala non può che seguire la stessa logica, e prevede quindi in primo luogo la creazione di uno spazio museale dedicato alla Civiltà figurativa senese: a partire dal trasferimento della collezione della Pinacoteca. Tutto questo sarà accompagnato da un parallelo e innovativo progetto digitale, SENAE virGO, che raccoglierà l’intero corpus del gotico senese disperso nei musei di tutto il mondo.

Il Santa Maria della Scala diventerà anche un complesso culturale polifunzionale, che prevederà non soltanto spazi espositivi ma anche spazi per la produzione culturale e creativa e per la partecipazione culturale attiva. Recupereremo in questo modo la doppia funzione storica di museo-ospedale, nella prospettiva innovativa del welfare culturale, riconosciuto dalla Commissione Europea come un tema di fondamentale importanza per la programmazione europea 2014-2020 e asse portante del progetto di candidatura.

Il progetto di Siena 2019 vuole essere un laboratorio fortemente innovativo per le politiche culturali dei prossimi anni. Crediamo sia venuto il momento di mettere da parte i pregiudizi e la faziosità e di lasciar parlare i fatti. La città si sta impegnando a fondo nel costruire il progetto per il 2019, ed è su quello, e non su infondate e tendenziose voci di corridoio, che sarà utile esprimere delle opinioni.

Bruno Valentini

Pier Luigi Sacco