Sabrina Pirri: ‘Che emozione tornare al liceo classico da preside dopo 40 anni’

liceo classico Piccolomini di Siena

Inizio anni Settanta: Sabrina Pirri è una giovane studentessa del liceo classico Piccolomini di Siena. Ha ottimi risultati nello studio, il suo futuro è comunque ancora tutto un’incognita. Si diploma nel 1975 con il massimo dei voti, poi prende non una ma addirittura due lauree (la prima in Lettere, la seconda in Filosofia, sempre all’Università di Siena), infine inizia a insegnare nelle scuole.
Anno 2013: Sabrina Pirri è seduta nel suo ufficio, nuovamente nel complesso di Sant’Agostino. Cammina ancora per gli stessi corridoi di quarant’anni prima, ma il suo ruolo adesso è molto diverso. Sabrina Pirri è infatti la nuova preside del Piccolomini. “Ma a differenza di quel che sembra – spiega – è tutto molto diverso. Un tempo il Piccolomini era una sola scuola superiore, il liceo classico: oggi parliamo di cinque istituti, quindi di una realtà molto più ampia e complessa”. Con il nominativo “Piccolomini” oggi parliamo infatti non più soltanto dello storico liceo classico di Siena, fresco di festeggiamenti per i 150 anni dalla sua fondazione, ma anche del liceo artistico (a proposito di celebrazioni, nel 2015 festeggerà i 200 anni dalla sua fondazione), di quello delle scienze umane, del linguistico e del musicale. Una grande realtà da oltre 1200 studenti. Ma torniamo, anzi partiamo dalle emozioni. Quelle che inevitabilmente Sabrina Pirri avrà provato al momento del passaggio delle consegne, quando cioè è entrata in carica come nuova preside del Piccolomini.
Professoressa, ci racconta cosa ha provato nel tornare al Piccolomini da preside?
“Ho provato una fortissima emozione, è inutile negarlo. Ho guardato e osservato la classe dove ero stata per anni e mi sembrava di rivedere me stessa ancora studentessa. Ma l’emozione ha fatto presto posto alla consapevolezza che la realtà di oggi è molto diversa rispetto ad allora”.
Quali sono le sue preoccupazioni ed i suoi obiettivi all’inizio di questa avventura?
“Come ho detto, parliamo di cinque istituti, non più di uno soltanto. Dovrò ripartire il mio tempo e la mia attenzione tra tutte queste realtà. Dovremo riuscire a mantenere i livelli già raggiunti. Voglio garantire correttezza di rapporti verso tutti: verso gli studenti, verso le loro famiglie, verso i docenti ed il personale delle scuole, verso il territorio”.
Facciamo partire l’analisi dal liceo classico: come sta l’istituto?
“Indubbiamente rimane una scuola che forma gli studenti in modo che poi sappiano frequentare con successo ogni tipo di facoltà universitaria, non solamente quelle umanistiche. Anche ai miei tempi tanti miei compagni di classe poi frequentarono con successo facoltà scientifiche. E mi sembra che non ci sia il calo delle iscrizioni tanto temuto, quest’anno al quarto ginnasio ci sono tre sezioni”.
Qual è la situazione degli altri istituti?
“L’artistico è un’altra istituzione storica del territorio. E’ una realtà molto articolata, frequentata da 400 studenti e che adesso sta affrontando il nuovo corso imposto dalla riforma e che lo ha visto diventare un liceo. Poi c’è il musicale, l’ultimo nato tra i licei. Esiste da appena due anni, dovremo porre tanta attenzione nei confronti di una scuola importante anche perché completa la formazione musicale della nostra città. Siena è una città musicale, non a caso mi sono portata nel mio ufficio questo libro che racconta la storia della Chigiana (lo prende da una mensola nel suo ufficio e ce lo mostra, iniziando a sfogliarlo, ndr). E poi la formazione, poco meno di 400 studenti: frequentato prevalentemente da giovani ragazze, prepara all’insegnamento. Per concludere c’è il linguistico di Montalcino, poco meno di 100 studenti: una realtà piccola ma ben organizzata e ben funzionante. Tra l’altro in questo caso parliamo di un edificio adeguato e che rispetta in pieno ogni norma”.
Restando su questo tema, che tipo di lavori sono in svolgimento nell’edificio di Sant’Agostino?
“Sono i lavori di restauro del portico del Fantastici: dureranno almeno un anno. Abbiamo dato vita ad alcuni adattamenti per motivi di sicurezza (gli studenti entrano a scuola passando da un tunnel, ndr) e abbiamo anche scaglionato l’orario di ingresso e di uscita dei ragazzi. Credo che si tratti di un lavoro e di un intervento importante che in futuro porterà dei benefici”.
Quali sono i maggiori problemi del Piccolomini oggi?
“Sono gli stessi di tanti anni fa. Penso soprattutto alla mancanza di una palestra sia qui al liceo classico che al liceo artistico. In questo momento è impossibile pensare a qualche tipo di progetto, anche perché le disponibilità degli enti locali sono, come tutti sappiamo, ridotte. Qualche anno fa fu fatta la scelta di creare a Sant’Agostino un grande polo scolastico, quindi qui non c’è spazio per una nuova palestra. I ragazzi continuano a girare tra le varie strutture cittadine, noi abbiamo quindi anche un problema di sicurezza. Credo che potremmo utilizzare per qualche attività gli spazi della piccola palestra che sono già presenti al piano inferiore qui a Sant’Agostino”.
Si parla spesso della sicurezza negli edifici scolastici: come sono messi i cinque istituti che lei dirige?
“Sono talmente convinta dell’importanza di questo tema dal voler bandire una gara per nominare un ingegnere che possa occuparsi di questi aspetti. Quando ero preside a Colle (al liceo Volta, ndr) avevamo nel corpo docente un ingegnere che dava consigli e suggerimenti, non essendovene al Piccolomini ricorreremo ad un esterno”.
Le chiedo, in conclusione, un commento sullo stato della scuola in Italia.
“Credo che negli ultimi anni si sia dovuto fare sempre di più ma con risorse sempre inferiori. Ci sono state anche novità positive, come l’utilizzo crescente della tecnologia che si è rivelata importante anche per i ragazzi con qualche difficoltà. Poi c’è un precariato ormai patologico che ormai ha raggiunto numeri e proporzioni non normali. C’è stato un lunghissimo periodo senza alcun tipo di concorso, e l’ultimo concorso fatto qualche mese fa è stato realizzato senza risorse. Credo che gli ultimi provvedimenti annunciati dal governo Letta siano comunque un segnale importante ed una inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti che sono stati contraddistinti soprattutto da tagli al settore scolastico”.

Gennaro Groppa

(dal Corriere di Siena)