Rita Petti: ‘Il modello delle contrade per gestire la crisi’

Rita Petti

In questo anno di “vuoto”, in cui è mancato il governo della città per responsabilità di chi ha voluto il commissariamento, le Contrade ed il Magistrato hanno riletto e rafforzato la loro identità, offrendo alla città un punto di riferimento importante, capace di interpretare concretamente i contesti e reagire con soluzioni nuove. La risposta ai bisogni sociali e la cura dei beni comuni, che nel secolo scorso si era espressa con le società di mutuo soccorso, è ancora presente in modo innovativo con la volontà di progettare ogni giorno dell’anno, a contatto diretto con le persone e con il territorio. La contrada, espressione identitaria di una moltitudine di diversi, che, concordi, muovono per un bene collettivo, ha dimostrato di essere un modello partecipativo in cui cultura e sociale si intersecano e sovrappongono.

La cultura nasce dalla pluralità delle culture. Propone una visione universale che fa scomparire quella parziale ed egocentrica. Esistono molte culture, ciascuna può contemporaneamente beneficiare dell’altra nella diversità. Siena è simbolo di unità nella diversità, metafora e paradigma dell’armonia della differenza culturale: fatta di diciassette identità che insieme ne compongono e rafforzano una, fatta di tanti e da tutti. Interdipendenza emblematica che, nel pieno rispetto dell’indipendenza, ci spinge a lavorare per costruire sinergie, per cogliere le positività di una globalità umana e ambientale.

Le contrade, in sinergia con il Comune, possono attivare la rivitalizzazione delle valli verdi senesi. Nel gennaio 2012 il Ministero dei Beni e le attività culturali ha finanziato con 108 mila euro il Comune di Siena, capofila di un progetto  di valorizzazione delle ‘buffer zones’ (mura, parchi urbani, ovvero le zone di contatto tra il centro storico e le zone limitrofe), congiuntamente agli altri siti Unesco del territorio: Pienza, San Gimignano e la Val d’Orcia. Le risorse hanno consentito di elaborare un progetto urbanistico relativo al primo stralcio del Parco del Buon Governo. L’attività è stata portata avanti grazie a protocolli di intesa con l’Università (Archeologia e storia delle Arti) che rendono concreto il progetto di recupero della cinta muraria e dell’area verde che va da Porta Romana a Porta Pispini a Porta Ovile, dimostrando che è possibile attrarre finanziamenti anche al di fuori della città.

La sinergia di capacità progettuali e il ‘fund raising’ possono dare a Siena nuova e piena fruibilità delle valli. La Valle di Follonica e le Fonti sono state restaurate e offrono spazi adeguati anche per le arti performative, da rendere accessibili pensando a nuovi ingressi e a una gestione con le contrade della Giraffa (in convenzione con l’Università) e del Leocorno (in convenzione con il Comune). Gli interventi compiuti e i progetti devono essere stimolo per l’attivazione di un tavolo di confronto tra demanio statale e comunale, che verifichi la possibilità di trasferire la proprietà di beni immobili quali il complesso del Monastero di Santa Chiara, la Caserma Bandini e la cinta muraria.

Un dialogo rispettoso e accorto per il recupero e il riuso di queste strutture come patrimonio comune è stato avviato dall’Associazione Arte dei Vasai della Nobile Contrada del Nicchio che, firmando una convenzione con il 186° Reggimento Paracadusti Folgore, si è impegnata a opere di sistemazione, manutenzione e pulizia per garantire decoro al complesso e poterlo ri-attivare come sede di attività culturali e sociali nell’interesse della comunità. Alto senso civico che fornisce un modello di animazione partecipata, nuova e insieme antica.

Rita Petti
Candidata del Partito democratico in Consiglio comunale