‘Quando salvai quell’uomo che voleva suicidarsi gettandosi dalla torre del Mangia’

di Andrea Giovannoni *

Andrea Giovannoni (nella foto è con il noto Rosario)

Quel pomeriggio di tanti anni fa ero in servizio in Piazza del Campo. I turisti ammiravano la Piazza, il Palazzo, la Torre; i negozianti facevano i loro affari ed io dispensavo tutte le informazioni che mi venivano richieste. Tutto tranquillo ma… ogni tanto si sentiva un “don” del Sunto, il campanone della Torre del Mangia. Ci avessi mai fatto caso!
Dopo un po’ mi chiamarono dalla centrale operativa (allora situata in via di Città 81): “Vai subito in cima alla Torre che c‘è uno che si vuole buttare di sotto!”. Senza nemmeno guardare in alto presi di corsa verso la portineria di Palazzo invitando un custode a seguirmi. All’epoca il “fisico” non mi faceva difetto e incominciai a salire i tanti scalini (400) che mi dividevano dalla “vetta”. Quando, a metà percorso, mi girai, il custode non c’era più! Forse svenuto? Mah!
Ma il sottoscritto, mosso dal più puro senso del dovere, continuò l’ardua salita.
Giunto alla fine della scalinata (stavo pestando la lingua dalla fatica…) mi trovai ai piedi della struttura lignea dove, salendo altri pochi gradini, si accedeva al batacchio del Campanone. Era proprio lì il tizio che si voleva gettare di sotto! Lo conoscevo un po’ per fatti di infrazioni al codice della strada.
Cominciai con voce suadente (illusione…) a provare di farlo scendere ma niente! Allora, preso il coraggio a quattro mani, salii sul primo gradino di legno per tentare di “abbrancarlo” e condurlo a più sani propositi. Appena posato il piede sull’impalcatura lui si lanciò a piè pari sul cornicione di uno dei merli della Torre dicendo che se tentavo di prenderlo si sarebbe lanciato!
A quel punto desistetti, anche perché mi si stava formando quella specie di “pelle d’oca” su tutto il corpo per l’ansia che mi si stava impadronendo.
Aperto un dialogo capii che si trattava di un gesto provocatorio destinato a far ottenere un appartamento comunale più decente per la sua famiglia composta da quattro persone che abitavano in pochi metri quadrati. Cercava il sindaco che all’epoca era Mauro Barni. Fu così che capii il fatto. Il fratello, visto che ai suoni del Sunto nessuno ci aveva fatto caso (come me…) si attaccò al telefono con i Vigili, denunziando anonimamente che c’era uno sulla cima della Torre. Ok, detto questo mandai alla Centrale la richiesta per il sindaco. Vediamo se si risolve. Intanto il tipo si dondolava sul merlo! Furono i momenti più tesi.
Ecco che il sindaco (che era uomo di notevole stazza) arrivò trafelato, ma riuscì ad arrivare solo al “mezzanino” dove si trovava la biglietteria. Con tanto sforzo riuscii a convincere il tipo a scendere le scale per parlare col primo cittadino.
Ed ecco che in tale circostanza abbastanza “pesante” si sviluppò una scenetta davvero comica.
Prima di seguire il ragazzo che stava già scendendo mi affacciai ai merli: pazzesco!
Dall’alto vidi davanti a Palazzo, in ordine ed in fila ben composta: due nostre autopattuglie della Polizia municipale, una ambulanza, un carro funebre ed infine, ciliegina sulla torta, un Ape della nettezza urbana e relativi spazzini già con le scope in mano!
Sarà stata una cosa voluta o una combinazione? Mah, tant’è…
Non conosco se poi fu data una migliore sistemazione alla famiglia ma questa, come memoria, per me è e resterà unica e fantastica.

* ex vigile urbano di Siena