Pier Luigi Sacco: ‘Chiedo un incontro sulla capitale della cultura tra i candidati a sindaco’

Pier Luigi Sacco – direttore della candidatura senese a capitale europea della cultura

Un anno di commissariamento ha compromesso le speranze senesi di diventare la capitale europea della cultura nel 2019? E’ il timore espresso da più parti. Ma il direttore della candidatura di Siena Pier Luigi Sacco allontana queste preoccupazioni: “Non è così – dice -. Siena ha buone opportunità, può farcela”. Con lui facciamo il punto della situazione dopo che le città candidate, una ventina in Italia, si sono ritrovate in un incontro-dibattito a Roma.

Professor Sacco, come si è svolto e di cosa avete discusso in questo incontro romano?

“Abbiamo discusso della possibilità di avere una agenda comune su alcuni temi. Chiunque vinca potrebbe anche prendere le idee migliori delle altre candidate. All’incontro era presente anche la responsabile del ministero, Leila Nista, che è tra l’altro in costante contatto con Bruxelles. Al momento le città che hanno espresso la loro volontà di candidarsi sono una ventina. Il 20 settembre, quando è fissata la data di consegna dei dossier, sapremo esattamente quante di queste parteciperanno alla sfida. In questo momento non è semplice portare avanti un progetto come questo: Venezia, che era considerata da molti una favorita, sta incontrando problemi e anche il sindaco Giorgio Orsoni ha espresso dubbi inerenti al progetto”.

La prima data da segnare sull’agenda è quindi quella del 20 settembre: quali sono le scadenze successive?

“Il 20 novembre sarà effettuata la prima scrematura della candidature. I criteri della scelta saranno relativi alla qualità dei dossier e alla solidità delle garanzie finanziarie. La partecipazione della città al progetto sarà invece un criterio che verrà preso in considerazione soprattutto in una seconda fase. Per quanto riguarda la solidità finanziaria noi abbiamo aperto un discorso con la Regione Toscana che fornisce ampie garanzie. Con la Regione i rapporti sono sempre più stretti”.

E per quanto riguarda invece il dossier da presentare?

“Stiamo lavorando molto. Il nostro dossier sarà strettamente correlato all’identità della città. Punteremo sul patrimonio cittadino e sull’innovazione sociale, due temi e aspetti storicamente sentiti e di peso ai fini della valutazione della commissione. Il patrimonio artistico e culturale della città è molto importante, ma lo è allo stesso modo l’innovazione di cui si tratta nel dossier”.

Quale tipo di innovazione?

“Vanno esplorate nuove possibilità, nuove piattaforme digitali per il patrimonio artistico. Su questi temi dovremo investire sia per i turisti che per i cittadini senesi stessi. Dobbiamo cercare di avvicinarci in maniera nuova alla conoscenza e al turismo. Sarà fondamentale il concetto di impresa creativa nella sua dimensione sociale. Possiamo portare avanti esperimenti importanti anche per assicurare ai giovani prospettive di lavoro. Le parole chiave dovranno essere imprenditorialità, ma anche coesione e attenzione alle minoranze e alle disabilità. Sono temi cruciali per sperare di vincere questa sfida. E un altro aspetto rilevante sarà quello che lega la cultura alla salute”.

A tale riguardo viene in mente il Santa Maria della Scala.

“Certamente. La cultura può e deve diventare benessere e il legame tra questi due aspetti verrà considerato dalla commissione che deciderà quale città diventerà la capitale europea della cultura. Il Santa Maria della Scala è storia della città, ma può esserne anche il futuro. Il nostro programma, che vuole essere innovativo, si lega alla storia, al patrimonio e alla tradizione di Siena. E il patrimonio crea innovazione sociale. Pensiamo alle contrade, dove da secoli troviamo cultura, socialità, partecipazione dal basso. E pensiamo e ricordiamoci anche del Costituto. La storia di Siena garantisce tutto questo, nella storia di Siena si ritrovano molti aspetti che saranno giudicati e valutati dalla commissione”.

Torniamo all’incontro romano: di cosa ha discusso con i rappresentanti delle altre città candidate?

“Tutte le città hanno espresso la stessa richiesta: quella di chiedere al prossimo governo un finanziamento per la città che risulterà vincitrice. Tutti ci siamo poi trovati d’accordo su un codice etico che sia alla base di questa sfida: diciamo no alle lobby, tutti speriamo che la competizione sia equa e trasparente. E poi la discussione si è spostata, e anche su questo c’è stata la totale condivisione, su quanto la sfida debba mettere al centro i giovani. Questa è una grande occasione non per l’una o per l’altra città, ma per tutta l’Italia. E poi vanno avanti le collaborazioni tra queste città”.

Che tipo di collaborazioni?

“Alcune città che affronteranno tematiche simili avranno rapporti sempre più stretti. Ravenna e Matera stanno sviluppando temi comuni, noi abbiamo un dialogo sempre più stretto con Perugia”.

Ha parlato dell’impegno, anche economico, della Regione Toscana: quanto è importante questo sostegno?

“E’ decisivo e devo dire che l’impegno della Regione è in crescita”.

E’ in crescita anche il rapporto con le altre città toscane?

“Per il momento siamo concentrati sul rapporto con gli altri Comuni del territorio provinciale che saranno ovviamente parte integrante del progetto. La tenda mobile che i cittadini hanno visto in piazza Matteotti girerà tutta la provincia. Poi ci concentreremo sul rapporto con le altre città della Toscana anche attraverso workshop e collaborazioni con artisti”.

Professor Sacco, all’artista Clet Abraham non è piaciuto che le sue opere ed i suoi segni distintivi su alcuni cartelli stradali siano stati immediatamente rimossi, per così dire, dalle strade senesi. C’è chi sostiene che una città come Siena dovrebbe essere più attenta all’arte contemporanea.

“Apprezzo il lavoro di Clet Abraham che giudico un artista intelligente. Lui vive a Firenze, sicuramente lo inviteremo a Siena e con lui faremo un qualche ragionamento. Il suo è un esempio di arte pubblica che non possiamo sottovalutare. Negli ultimi mesi ho incontrato tanti artisti e tanti altri incontri verranno effettuati nei prossimi mesi. Con loro daremo vita ad una serie di progetti”.

Cosa chiederà al prossimo sindaco di Siena dopo le elezioni comunali di fine maggio?

“Chiederò di credere fortemente nel progetto della capitale europea della cultura. Anzi, mi piacerebbe che venisse organizzato un incontro appositamente su questo argomento tra tutti i vari candidati. Il ruolo del sindaco sarà fondamentale, la commissione vorrà conoscere a settembre anche l’opinione del primo cittadino senese. Le nostre chance stanno crescendo, questa occasione è straordinaria, spero proprio che il prossimo sindaco di Siena creda in questa possibilità e la prenda veramente sul serio”.

Quanto è stato difficile lavorare al progetto di Siena 2019 durante un anno di commissariamento del Comune?

“E’ stato difficile, ma stimolante. In effetti abbiamo dovuto operare in condizioni di lavoro un po’ estremo, ma almeno il gruppo si sarà così abituato alle difficoltà. Adesso per il rush finale serviranno ancora più energie. In questo periodo non semplice la città ha capito di dover cambiare per affrontare il futuro. E noi non autocelebreremo Siena ma formuleremo una sorta di mappa del futuro della città. Dalla storia e dal patrimonio secolare può arrivare una spinta al cambiamento”.

Professore, quali sono i principali obiettivi da perseguire nei prossimi mesi?

“Dovremo realizzare un dossier il più preciso possibile e dettagliato, efficace e circostanziato che evidenzi anche la sostenibilità economica del nostro progetto. E poi penseremo alla partecipazione, un elemento che sarà molto importante a partire da un secondo momento. Ma per adesso le questioni tecniche hanno un peso maggiore. Ci sarà spazio, come affermato anche in passato, per le collaborazioni con altre città europee: penso alla estone Tartu, una città modello per la sua creatività. In tutto il nostro progetto, voglio ricordarlo, sarà fondamentale il lavoro e l’opera della nostra università, vero e proprio asset su cui costruire la nostra candidatura ed il nostro progetto”.

Crede che la partecipazione della città possa crescere?

“Deve crescere. Noto in città un grande scoraggiamento anche sul nostro progetto. Molto pensano e guardano alle difficoltà che la città sta affrontando e partendo da questo presupposto credono che anche il nostro progetto abbia poche possibilità di farcela a conseguire un successo. Ma ricordo e sottolineo che le due cose non sono necessariamente collegate. Se saremo tra le quattro o cinque città che supereranno la prima scrematura prevista per il 20 novembre la partecipazione dei cittadini dovrà assolutamente crescere. Diciamo che se adesso non c’è euforia vorrà dire che le energie saranno state conservate per i prossimi mesi”.

L’ex sindaco Cenni ha detto che nell’ultimo periodo la candidatura sarebbe diventata mera convegnistica e che avrebbe perso la sua spinta originaria. Vuole rispondere?

“In questo momento la candidatura si basa soprattutto sulla progettazione. Ce lo insegna la storia delle varie città scelte come capitali europee in passato. Se ancora non si sono viste grandi iniziative questo non significa nulla. Gli eventi ci saranno in una seconda fase. Bisogna capire cosa è questo progetto, forse non tutti l’hanno compreso. Spesso le opinioni partono da una idea astratta di ciò che si deve fare”.

Gennaro Groppa