Pallecchi: ‘Va potenziata la rete di assistenza che già esiste per aiutare le donne sfruttate’

Serenella Pallecchi

“Il fenomeno dello sfruttamento sessuale femminile non è nuovo nemmeno per il territorio senese, dove da diversi anni l’Arci provinciale sta portando avanti un progetto di assistenza e protezione sociale all’interno del più ampio progetto ‘Con.Trat.To’ della Regione Toscana, realizzato con il finanziamento del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Occorre potenziare questo lavoro, che riunisce già in rete istituzioni e associazioni, per prevenire e cercare di ridurre lo sfruttamento sia lavorativo che sessuale di tante donne che non sono ‘lucciole’, ma donne vendute, sfruttate e schiavizzate”. Con queste parole la presidente dell’Arci provinciale di Siena, Serenella Pallecchi interviene sulla scoperta del giro di prostituzione avvenuta nei giorni scorsi a Siena. 

“L’Arci provinciale di Siena – continua Pallecchi – è impegnata da molti anni in un progetto che punta ad assicurare alle vittime di tratta degli esseri umani, schiavitù e grave sfruttamento lavorativo e a scopo sessuale, adeguate condizioni di alloggio, vitto, assistenza sanitaria, sostegno psicologico, formazione linguistica e professionale e tutela legale. Si tratta di un lavoro in rete promosso quotidianamente insieme alle forze dell’ordine, alle istituzioni, alle forze sociali e alle altre realtà organizzate del territorio e che vede l’Arci senese come soggetto gestore. Le donne che denunciano la loro condizione di sfruttamento – aggiunge ancora Pallecchi – vengono accolte in un programma di protezione sociale e di assistenza che cerca di favorire il loro recupero e il reinserimento sociale fino al completo raggiungimento dell’autonomia, personale e sociale. Il programma prevede un percorso lungo e molto complesso, dove non mancano ostacoli e paure di ritorsioni da parte delle vittime di sfruttamento”.

“Negli ultimi anni – conclude la presidente dell’Arci provinciale senese – il fenomeno della prostituzione si è spostato dalla strada ai luoghi chiusi e, quindi, è sempre più difficile da individuare. Pertanto, occorrono nuove e più incisive azioni di sensibilizzazione sul tema, insieme a un forte e rinnovato impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti, per far sì che queste donne e tante altre siano finalmente libere di vivere la propria vita e di godere pienamente dei loro diritti in quanto persone”.