Palazzo Diavoli, proseguono le proteste di Italia Nostra: polemica su un cumulo emerso dagli scavi

Palazzo Diavoli

Durante i lavori e gli scavi effettuati a Palazzo Diavoli è stato trovato qualcosa. Questo è indubbio. Ma su cosa sia questo qualcosa che è stato rinvenuto le opinioni divergono notevolmente, come era immaginabile che avvenisse.

Roccia o reperto? “I lavori sono fermi da venerdì scorso – afferma Andrea Vivi di Italia Nostra -. Si vede chiaramente anche ad occhio nudo che c’è qualcosa di sopraelevato rispetto al livello di scavo. Le ruspe e gli escavatori sono andati dappertutto in profondità, senza però toccare un cumulo che è rimasto in superficie”. Sì, ma che cosa è quel cumulo sopraelevato? Ovviamente al momento non ci sono certezze al riguardo, quindi ognuno fornisce la propria interpretazione: “Noi di Italia Nostra abbiamo spesso detto in passato che in quest’area possono esserci bottini medievali o resti di abitazioni. Nessuno ad esempio conosce con esattezza tutti i percorsi sotterranei realizzati in antichità, però conosciamo storie e leggende. Sappiamo – prosegue Vivi – che il nome di Palazzo Diavoli potrebbe essere nato proprio da una vicenda inerente i bottini: si dice infatti che di notte alcuni senesi siano usciti con le torce proprio in quest’area uscendo da passaggi sotterranei. Io francamente spero che se anche esiste solo un dubbio su quanto si trova qua sotto i lavori non vadano avanti. Perderemmo infatti parte della nostra storia. Francamente al riguardo mi aspettavo un maggiore coinvolgimento della città, specie dei suoi settori culturali”. E infine aggiunge: “Oggi (giovedì) le ruspe hanno ripulito questo cumulo. Da un lato si vede una parete liscia che certo non può essere opera della natura ma dell’uomo”. Questa l’interpretazione di Italia Nostra. Novità nel pomeriggio di giovedì: “Oggi – ha aggiunto Vivi – il cumulo è stato rimosso e sono emersi due oggetti, penso siano due manufatti realizzati chissà da chi e chissà quando. Sono stati rimossi”.

“Niente di rilevante” Completamente divergente è invece l’opinione della società Ara che sta effettuando ricerche archeologiche sul posto: “Innanzitutto sottolineo che i lavori non sono affatto interrotti – precisa Fabrizio Minucci, legale della società Ara – e non è stato trovato nessun reperto archeologico rilevante. La nostra occupazione è quella di seguire passo dopo passo il movimento terra dei lavori e verificare se al di sotto del terreno c’è qualcosa di rilevante a livello archeologico. Abbiamo quasi finito, penso che alla fine della prossima settimana ultimeremo il lavoro. Il controllo archeologico va avanti, ma finora non è emerso niente di importante. So che ci sono delle persone che sin dal primo minuto si sono opposte alla realizzazione di queste sei palazzine, ma ricordo che l’area non ha vincolo archeologico. E la Soprintendenza non può impedire la prosecuzione dei lavori soltanto perché alcune persone sono interessate a non farli”. E sulla presenza di bottini conclude: “Non lo dico io, ma ci sono degli studi giù ultimati che attestano l’assenza di vuoti sotterranei nell’area. Alcune considerazioni e affermazioni che abbiamo sentito in questi mesi si basano su dati non veri”. La diatriba continua.

Gennaro Groppa