News e Gallery – Ora la Francigena può diventare patrimonio Unesco

Sarà una candidatura estremamente complessa, ma la via Francigena ha tutti gli elementi storici, artistici, territoriali, spirituali e devozionali per essere il primo itinerario culturale in Italia a essere iscritto nella lista del patrimonio mondiale Unesco. E’ quanto è emerso dalla prima sessione del convegno “Le vie della cultura. I percorsi storici di pellegrinaggio”, che si è aperto ieri, giovedì 14 luglio e si conclude oggi, venerdì 15 luglio a Siena, nel complesso museale del Santa Maria della Scala. La due giorni si è aperta con i saluti delle istituzioni locali e regionali – con la presenza dell’assessore regionale al turismo, Cristina Scaletti – che hanno confermato la volontà di partecipare attivamente al percorso di candidatura dell’antica via del pellegrinaggio, coordinato dal Ministero per i beni e le attività culturali (MiBAC).

Sulla salvaguardia del valore degli itinerari culturali e, in particolare, della via Francigena, si sono dati appuntamento nella città del Palio numerosi ospiti, alcuni anche di rilievo europeo. Adele Cesi, dell’Ufficio Patrimonio Mondiale dell’Unesco presso il MiBAC, ha illustrato il percorso che sta portando avanti il Comitato di pilotaggio, di cui fanno parte le istituzioni che hanno maggiormente promosso la candidatura della via Francigena, tra cui anche la Provincia di Siena. “La dimensione del progetto, la grande varietà e disparità di situazioni che si presentano lungo il percorso italiano, legate a diversi strumenti di protezione e gestione dei beni e dei territori, e il grande numero dei soggetti coinvolti, rendono complessa la candidatura della via Francigena. Il percorso sta andando avanti, sia nella verifica sistematica del tracciato e delle condizioni di conservazione delle permanenze – chiese, stazioni di posta, ospizi, ospedali – che della volontà di partecipare al progetto di candidatura da parte di tutti i soggetti portatori di interesse, dalle istituzioni pubbliche a quelle ecclesiastiche, fino alle associazioni legate allo studio e alla valorizzazione della via Francigena. Il Ministero crede molto in questo progetto, su cui sta investendo tanto, in termini di tempo e di risorse umane”.

Un percorso, quello della candidatura, in cui diventa fondamentale la tutela dei paesaggi, delle architetture e dei luoghi d’arte lungo il tracciato. Sul tema sono intervenuti Emanuela Carpani, Soprintendente per i beni architettonici per le Province di Siena e Grosseto – che ha sottolineato come il processo di valorizzazione della via Francigena non può prescindere dalla tutela in termini di formazione, pianificazione, cooperazione tra le istituzioni e qualità dei piani e dei progetti – e Mario Scalini, Soprintendente per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le Province di Siena e Grosseto, che ha messo in evidenza, accanto a una pianificazione attenta degli interventi di tutela, l’opportunità di restituire l’elevata valenza simbolica del percorso, anche con sistemi tecnologici in grado di informare il pellegrino moderno nel corso del viaggio. “Se c’è un territorio – ha concluso Scalini – che ha investito bene e prima di altri sulla valorizzazione della via Francigena, questa è la provincia di Siena. Si può partire da questa porzione di territorio, che si fregia di quattro siti Unesco, per lanciare la candidatura della via nella lista del patrimonio mondiale Unesco”.

“Con il progetto via Francigena – ha detto Gianni Resti, presidente della Fondazione Musei Senesi – abbiamo la possibilità di rompere la barriera tra religiosità e laicità: un’occasione storica e culturale importantissima, che dobbiamo cogliere facendo attenzione a tenere in equilibrio l’aspetto culturale e interiore con quello turistico e promozionale, senza far perdere al nostro territorio i connotati di unicità e di peculiarità che lo caratterizzano”. Resti ha ricordato anche come il percorso senese della via Francigena sia disseminato di Musei di arte sacra di inestimabile valore che ne sono parte integrante.

Conoscere per tutelare e valorizzare. E’ stato questo il leit motiv di Marco Valenti, dell’Università di Siena, che ha chiuso la prima sessione illustrando le indagini archeologiche lungo la via Francigena che hanno interessato i siti di Santa Cristina, a Buonconvento, e di Castiglioncello del Trinoro, a Sarteano. “Se non si valorizza tutta la rete, anche quella più sconosciuta, non si costruisce vera conoscenza della via Francigena e del nostro paesaggio”.

La seconda sessione del convegno – che si è svolta questa mattina, venerdì 15 luglio – ha affrontato il tema del modello di governance della via Francigena, dalla realizzazione alla manutenzione, fino alla promozione del percorso di pellegrinaggio.

Del binomio virtuoso tra tutela e valorizzazione ha parlato Paola D’Orsi, coordinatrice del gruppo di lavoro via Francigena per la Provincia di Siena, che si è soffermata sul patrimonio architettonico lungo il tratto senese. “Il recupero della funzione originaria di ospitalità e di assistenza del patrimonio storico architettonico presente lungo la via con la realizzazione di punti di sosta e di accoglienza o sperimentazioni funzionali legate al viaggio – ha sottolineato d’Orsi – consentirebbe la valorizzazione del percorso in forme compatibili con la tutela e la conservazione della memoria di un’“architettura del viaggio” di valore straordinario”.

Un contributo sugli aspetti giuridici è venuto da Antonio De Martinis, dirigente Settore Cultura della Provincia di Siena che ha messo in evidenza come “la prassi amministrativa delle regioni e degli enti locali ha supplito, in parte, alla carenza della legislazione nazionale nella tipizzazione giuridica degli itinerari culturali, che hanno necessità di ottenere il pieno riconoscimento giuridico. Alla scarsità di norme primarie – ha aggiunto De Martinis – si è contrapposto il fiorire di molte iniziative di soggetti pubblici e privati. Anche in questo settore, l’esperienza e l’ordinamento amministrativo reale ha prodotto un sistema a rete per la valorizzazione degli itinerari storici e culturali, con un protagonismo delle Province, oggi così attaccate e delle quali si chiede l’abolizione, mentre su questo terreno hanno dimostrato di essere l’anello di congiunzione fra le politiche regionali e quelle dei comuni”.

L’opportunità che la Francigena rappresenta per la valorizzazione e la promozione delle Terre di Siena è stata ribadita da Annamaria Betti, assessore provinciale al turismo. “Il nostro territorio – ha detto Betti – vuole condividere con il resto del mondo l’immenso patrimonio materiale e immateriale che ha l’onore e l’onere di custodire. Questo ci impone un’attenzione e un rigore particolari. L’incontro fra la dolcezza del paesaggio, la cordialità delle comunità e tutto il bello e il buono delle Terre di Siena, sarà un’esperienza di grande emozione, un’occasione di scambio e di arricchimento reciproco per il territorio e per chi lo attraversa. La Provincia di Siena si candida a svolgere un ruolo pilota, con altri territori, sperimentando azioni coerenti e compatibili con il disegno generale, accompagnati dalla Regione”.

Un contributo al convegno è venuto anche da Vittorio Carnesecchi, Rettore della Società di esecutori di Pie disposizioni di Siena, che ha ricordato alcuni punti di sosta sul territorio senese che sono proprietà della Società e che offrono quotidianamente accoglienza gratuita ai pellegrini, da una ex residenza aristocratica a Ponte d’Arbia a due edifici a Torrenieri e ad Abbadia Ardenga, lungo una strada bianca che collega Buonconvento e Montalcino. La cultura come carta vincente dell’Europa, inoltre, è stata messa in evidenza in un videomessaggio inviato da Padre Caesar Atuire, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, che non ha potuto essere presente personalmente alla due giorni senese sulla via Francigena. “La cultura – ha detto Atuire – non è una realtà statica, così come non lo è l’identità. Per diventare effettivamente cittadini di una nazione o di un continente, c’è bisogno di coltivare una cultura comune, che può basarsi sulle tradizioni del passato, ma che deve essere legata anche al futuro. In quest’ottica, si inserisce la riscoperta delle strade che hanno costruito l’identità europea, come la via Francigena”.

Lo stato dei lavori per la messa in sicurezza dei percorsi della via Francigena in provincia di Siena è stato illustrato da alcuni tecnici del Settore lavori pubblici, difesa del suolo e assetto del territorio della Provincia di Siena: Cesare Calocchi, Paolo Belardi, Alessandra Cosci, Claudio Casini e Andrea Franci. Il Master Plan della Regione Toscana, infine, è stato al centro della relazione di Riccardo Vigni, che ha illustrato le attività finanziate e realizzate nel 2010 – in provincia di Siena sono stati realizzati il 92% degli interventi, mentre in Toscana siamo al 75% – e quelle in programma per il 2011.