Oltre 500 medici si ritroveranno nella città del Palio per il 1° Congresso Europeo sull’Endometriosi

Siena capitale europea per lo studio dell’endometriosi. Oltre 500 medici si ritroveranno nella città del Palio per il 1° Congresso Europeo sull’Endometriosi, un importante appuntamento scientifico che si svolgerà all’Hotel Garden, dal 29 novembre al 1° dicembre. Il meeting è organizzato dal professor Felice Petraglia, direttore della Scuola di Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia e del Dottorato di Ricerca in Medicina Molecolare dell’Università di Siena e del reparto di Ostetricia e Ginecologia del policlinico Santa Maria alle Scotte, dove ha sede il Centro Studi Endometriosi, struttura di rilievo nazionale per diagnosi, terapia e chirurgia di questa patologia sempre più diffusa tra le donne.
“Ogni anno – spiega Petraglia – vediamo circa 200 nuovi casi. La malattia è in aumento e colpisce 1 donna su 10. In particolare, tre fattori sembrano favorire l’insorgenza della malattia, la prima gravidanza ritardata, l’esposizione a contaminanti ambientali e le irritazioni dei recettori ormonali”. L’endometriosi è un’infiammazione cronica dell’endometrio al di fuori dell’utero e provoca forte dolore durante la mestruazione, infertilità, e può causare seri danni all’apparato digerente e urinario per le aderenze interne alle pelvi. “A Siena abbiamo sviluppato due filoni di ricerca specifici – continua Petraglia – le diagnosi non invasive, attraverso particolari studi ecografici e l’analisi di alcuni marker nel sangue, e l’approccio chirurgico per via endoscopica, fortemente aumentato grazie all’arrivo nella nostra équipe del professor Errico Zupi”. Durante il meeting, organizzato in collaborazione anche con i professori Hans Rudolf Tinneberg e Charles Chapron, in particolare, si punterà l’attenzione sulle nuove terapie sia per controllare il dolore, basate soprattutto sugli antinfiammatori, sia per tenere sotto controllo le recidive dopo un intervento chirurgico. “Saranno presentate le più importanti novità terapeutiche – conclude Petraglia – tra cui i dispositivi intrauterini a rilascio controllato di ormoni e un nuovo farmaco ormonale frutto della ricerca europea”.