Nuovi amministratori aderiscono alla linea dei renziani: ecco il documento di Dallai

Armini a Suvignano

“Immaginare il Partito democratico senese di domani significa accettare la sfida del confronto in un territorio reso contendibile nelle competizioni elettorali, e ci impone di  cercare una chiave di lettura nuova per interpretare i fenomeni che stanno attraversando la nostra società”. Inizia così il documento di Luigi Dallai, deputato senese del Pd, già sottoscritto da alcuni sindaci e amministratori locali. Le adesioni, che potranno arrivare anche nei prossimi giorni, ad oggi sono quelle di: Jacopo Armini, sindaco Monteroni d’Arbia; Luciana Bartaletti, Presidente Unione dei comuni Val di Merse; Marcello Bonechi, sindaco di Castellina in Chianti; Roberto Bozzi, sindaco di Castelnuovo Berardenga; Francesco Landi, sindaco di Sarteano; Roberto Machetti, sindaco di Trequanda; Ivano Minocci, sindaco di Chiusdino; Fabrizio Nepi, vice sindaco di Castelnuovo Berardenga; Michele Pescini, sindaco di Gaiole in Chianti; Roberto Rappuoli, sindaco di San Quirico d’Orcia; Andrea Rossi, sindaco di Montepulciano; Giordano Santoni, sindaco di Torrita di Siena; Stefano Scaramelli, sindaco di Chiusi; Emiliano Spanu, sindaco di Rapolano e Bruno Valentini, sindaco di Siena.

Responsabilità e rinnovamento per rifondare il Pd. “Il Pd – continua Dallai –  deve essere in grado di rinnovarsi,  di aprirsi, di garantire un’organizzazione interna capace di accogliere e garantire la partecipazione di tutti, iscritti ed elettori. Riusciremo a rifondare il nostro partito se sapremo fare un salto in avanti sul tema della responsabilità. Un’etica della responsabilità che non è data da un’affermazione astratta di principi che dovrebbero guidare il comportamento di ciascuno di noi, e soprattutto di chi ricopre cariche pubbliche, quanto piuttosto dalla valutazione attenta che ciascuno deve sempre compiere rispetto alle conseguenze delle proprie azioni”.
Il sostegno a Renzi e Parrini alle segreterie nazionale e regionale. “La fase congressuale – continua Dallai – ci offre l’opportunità di scegliere come rifondare il Pd. Un percorso da fare tenendo conto dei problemi del Paese, del contesto economico e sociale e non delle logiche interne, che non interessano i cittadini e dunque gli elettori. Per questo motivo, auspicando un percorso unitario su base provinciale, esprimiamo il nostro sostegno alla candidatura di Matteo Renzi a segretario nazionale del Pd e di Dario Parrini a quello di segretario regionale. Riteniamo che siano loro, in questo momento, le persone più adatte per rispondere alla domanda di un profondo rinnovamento avanzata dai nostri elettori, insieme a quella di agire con coraggio per affrontare le sfide del nostro Paese. Ci sono, del resto delle ‘situazioni’ che non giovano al partito: figure che da anni ricoprono ruoli di vertice e che spesso hanno perso il contatto con gli iscritti e gli elettori, una forma organizzativa non più in linea con i tempi, dinamiche economico sociali dei territori che mutano rapidamente rendendo difficile la necessaria condivisione delle scelte. Dobbiamo avere il coraggio di ‘resettare il partito’ senza perdere le energie buone che sono molte e non sempre valorizzate adeguatamente”.
Costruire il nuovo Pd guardando ai problemi concreti delle persone. “Il congresso – prosegue il documento – è  l’occasione per  discutere su come rifondare il Pd e rinnovare gli organismi a livello  locale,  nazionale e  infine  regionale. Ma la fase congressuale è anche l’occasione per  ripartire con entusiasmo verso un mare aperto, dove saremo noi, con le nostra capacità ed i nostri limiti,  a disegnare  i  contorni  di  un nuovo partito ‘di  massa’, che sia  in grado di  rappresentare  i   bisogni di oggi. Guardiamo con attenzione al mondo di chi studia, di chi lavora, e delle tante persone,  troppe   anche   nella   nostra   terra,   per   i   quali   il   lavoro   oggi   è   un   obiettivo   difficile   da  raggiungere, talvolta impossibile. Il Pd che vogliamo è un partito solidale, capace di rappresentare generazioni diverse; è un partito che pone in relazione  i  giovani  e gli  anziani,  perché non c’è alcuna ragione  nel   contrapporre  le  necessità dei   primi   con  i   diritti   dei   secondi.  Per  questo dobbiamo costruire un partito che  finalmente si faccia carico di  chi  non ha  tutele e non gode di  rendite di  posizione. Era il  Pd che avevamo in mente quando lo abbiamo fondato. Un Pd che forse si è perso per strada, ma che adesso ha la grande occasione di riprendere il proprio cammino”.