Nero su Bianco: ‘Decongestionare il Pronto Soccorso con la sanità territoriale’

Scotte

“Il Policlinico di Santa Maria alle Scotte è un fiore all’occhiello della sanità pubblica regionale e nazionale. Lo dimostrerebbero anche i dati che emergono dalla valutazione del Mes, come illustrato dal direttore dell’AOUS Tosi nel suo intervento di ieri. Tuttavia gli stessi dati vanno letti con attenzione, perché non sempre riescono a misurare le risposte date alle richieste di salute dei cittadini. Va ricordato, infatti, che degli indicatori individuati dal Mes sono considerati non più attuali. Inoltre, danno una lettura marcatamente organizzativa del complesso mondo dell’Ospedale, tralasciando la componente clinica e assistenziale che interessa di più il cittadino. Per questo, possiamo affermare che attraverso questi dati non si individuano sempre le vere problematiche inerenti alla gestione della sanità pubblica. Non possiamo nascondere infatti, che il nostro Ospedale soffre di una patologia evidente, ovvero l’affollamento del Pronto Soccorso”.
Interviene così Nero su Bianco sul delicato tema del Pronto Soccorso delle Scotte. “Gli accessi sono in sovrannumero rispetto alle situazioni cliniche che effettivamente richiedono le sue prestazioni – spiega la lista civica in una nota – e in aumento negli ultimi 2-3 anni, tra l’altro in controtendenza rispetto ai Pronto Soccorso Toscani che sono in calo. La ragione è molto semplice. Non avendo alternative in casi di emergenza, i cittadini si dirigono verso l’unico punto disponibile, creando un vero e proprio effetto imbuto al Pronto Soccorso”. Un effetto che, secondo Nero su Bianco, “porta con sé sprechi economici ed inefficienza delle prestazioni fornite. Ecco perché, sulla base dell’analisi realizzata e contenuta nell’approfondimento consultabile sul nostro blog, proponiamo il potenziamento della sanità territoriale. Uno strumento che permetterà di modellare la prestazione sanitaria necessaria su misura del paziente, e delle sue esigenze mediche, senza generare affollamento non necessario nel Pronto Soccorso – conclude la nota di Nero su Bianco – Non si tratta solo di un rischio in sé per la struttura, ma anche di un potenziale disservizio per i pazienti, che devono necessariamente essere filtrati sul territorio. L’obiettivo da perseguire consiste nel trattare precocemente gravi patologie acute, per evitare che evolvano ineluttabilmente in disabilità o mortalità. Il potenziamento della sanità territoriale si esprime anche nel ruolo di filtro nei confronti delle richieste di soccorso. Infatti, in molti casi la possibilità di formulare una valida ipotesi diagnostica, eventualmente confermata da strumenti tecnologici sempre più sofisticati, e l’attuazione di una terapia appropriata al letto del paziente permettono  di escludere la necessità di proseguire il percorso diagnostico/terapeutico presso la Struttura Ospedaliera. Ma c’è consapevolezza oggi di questo? I distretti e l’assistenza domiciliare sono sufficientemente attrezzati per rispondere alle richieste del territorio? La medicina generale (i medici di base) come riescono a rispondere alle necessità dei loro assistiti di fronte anche alla eccessiva burocratizzazione della propria attività? Una delle risposte messe in campo  dalla Regione, e cioè l’istituzione delle AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) fra medici di famiglia, è ad esempio tutto da verificare nella capacità di dare risoluzione ai problemi suddetti. Infatti, ad oggi, l’unica cosa di cui siamo sicuri è che dopo le 24 i pazienti in caso di bisogno non troveranno più la Guardia Medica e quindi per una problematica banale si dovranno appellare al 118 oppure armarsi di pazienza e prepararsi ad una nuova “fila” notturna al Pronto Soccorso”.