Lungo e articolato dibattito in consiglio comunale sul futuro delle Scotte

consiglio comunale di Siena

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L’ipotesi di ristrutturazione dell’ospedale Santa Maria alle Scotte, avanzata in questi giorni dal sindaco Bruno Valentini alla stampa, è stata, durante la seduta consiliare di martedì,  oggetto di tre interrogazioni orali urgenti.

A chiedere informazioni al primo cittadino i consiglieri Luciano Cortonesi (Nero su Bianco), Enrico Tucci  (Cittadini di Siena) e Pasquale D’Onofrio (Sinistra ecologia e liberà.

Entriamo nello specifico. Cortonesi, nell’evidenziare il costo di 400 milioni di euro per la demolizione e ricostruzione di buona parte della struttura, a fronte dei circa 100 per un adeguamento radicale dell’intero complesso, ha fatto presente  come l’intervento innescherebbe promiscuità tra cantiere e attività ospedaliera. Il consigliere ha, inoltre informato, che sempre dai media risulterebbe la condivisione della proposta di Valentini da parte dell’assessore regionale Luigi Marroni; così come, sempre a mezzo stampa, lo stesso direttore generale dell’Azienda ospedaliera,  Pierluigi Tosi,  ha confermato che le valutazioni  sull’adeguamento del nosocomio senese siano avviate da tempo.

Cortonesi, dunque, nel lamentare il fatto che il Consiglio comunale sia stato tenuto all’oscuro sull’operazione strutturale in questione, ha chiesto se l’idea era del Sindaco  o della Giunta, di ambedue gli organi, oppure della Regione nell’ambito di una revisione della sanità toscana e, in quest’ultimo caso, quando Valentini ne è venuto a conoscenza. Infine quale parere ha espresso l’Università di Siena nell’eventualità che sia stata informata.

Nel documento di Enrico Tucci che, pur <<riconoscendo la necessità di porre immediatamente mano alla riorganizzazione del Policlinico per ovviare ai disservizi e rispondere alle esigenze di una popolazione, tra l’altro, sempre più anziana>>, si è evidenziata  la necessità di iniziare una discussione, nelle sedi istituzionali e con tutti gli interlocutori interessati, a partire dalle commissioni consiliari Sanità e Servizi sociali e Assetto del territorio, <<così da giungere, prima della pausa estiva ad un Consiglio comunale monografico dove confrontare le varie posizioni emerse  e  arrivare alla  Conferenza dei Sindaci e alla Regione Toscana con proposte il più possibile condivise, considerato che il diritto alla salute è universale>>.

Pasquale D’Onofrio, invece, partendo da  considerazioni che oltre a toccare aspetti legati alla funzionalità della struttura, compreso, tra gli altri, la necessità di un maggior risparmio energetico ha puntato l’attenzione sulla marginalità degli investimenti regionali sulla città <<a causa di una presunta autonomia determinata dalla Fondazione MPS, ma oramai impossibilitata a qualsiasi ruolo di protezione e tutela>>. Ma, anche, sul fatto che <<l’attuale già soddisfacente livello assistenziale possa essere ulteriormente rilanciato con una struttura che facilita i livelli organizzativi e prestazionali>>. Da qui la richiesta tesa a conoscere il percorso che il Sindaco intende attuare sia all’interno delle Istituzioni rappresentative sia della comunità senese, in modo da condividere e intraprendere una discussione, trasparente, sui vantaggi assistenziali e sul rapporto costo/beneficio dell’opera; <<di concertare una serie di iniziative che, con il supporto della Direzione AOUS, spieghino ai cittadini la bontà e la tenuta razionale dell’opera, e, infine, di conoscere quali altri sinergie esistono con il livello regionale per riportare Siena al centro del panorama sanitario regionale, visto che, negli ultimi anni, è stata relegata al ruolo di Cenerentola, non certo per la qualità assistenziale fornita,  rispetto agli altri plessi universitari di Firenze e  Pisa>>.

Serena la risposta del Sindaco Bruno Valentini nel dichiarare di come il dibattito che si è aperto in città, e non solo, in relazione al possibile adeguamento strutturale e impiantistico delle Scotte sia di grandissimo rilievo per il nostro futuro. <<Sono mosso dall’obiettivo di ridare alla sanità senese il ruolo che le spetta  per le potenzialità che noi abbiamo. Il rischio della marginalità in Toscana lo rischieremmo solo se non portassimo al tavolo regionale obiettivi chiari e razionali>>.

Il Sindaco ha informato che, attualmente, la Regione sta realizzando 4 ospedali in Toscana, tutti a Nord: Pistoia, Prato, Massa e Lucca, per un costo di circa un miliardo di euro, in compartecipazione con I privati. Strutture, queste, da 350 a 500 posti letto, la metà delle dimensioni delle Scotte. <<Quindi –  ha proseguito – dovremo avere l’ambizione, con i procedimenti giusti,  di dare ai cittadini, ai pazienti, a chi ci lavora, al nostro territorio e all’Università, una struttura all’altezza della sanità e della ricerca moderna, per evitare il rischio di un lento declassamento. Rischieremmo che tutto il denaro per la messa a norma non ne migliori il funzionamento e non ne stimoli l’eccellenza. Quindi, investiamo bene e meglio le risorse pubbliche. Diamo un futuro alle nostre aspirazioni>>.

Certo, gli interlocutori sono molti: la Regione per gli investimenti da inserire nella  programmazione sanitaria pluriennale; l’Università che deve mettere  sinergie ed “idee”, la collettività con le richieste dei cittadini,  e il Comune  per  quanto di sua competenza, come interventi urbanistici, di mobilità e sosta, e per  l’impatto paesaggistico.

<<La garanzia che fornisco, in sintonia con il Direttore generale Tosi, l’assessore regionale e, mi risulta anche il Rettore Riccaboni, sta nel fatto che apriremo un processo nel quale ci misureremo ih trasparenza con i temi descritti nelle interrogazioni presentate. Adesso inizia una fase nella quale Siena dice a se stessa, e a tutta la Toscana, che vuole un ospedale e un’Università più adeguati e più moderni per strutture e mezzi operativi. Solo il mantenimento dell’eccellenza fa sì che tutti i livelli dei servizi restino ottimali, perché, altrimenti, molti cittadini cercheranno le prestazioni in altre città.

Per questo – ha concluso Valentini – la necessità di continuare a investire a Siena, nel nostro ospedale e nella nostra Università>>.

Assolutamente insoddisfatto Cortonesi, adducendo il fatto di  non aver ricevuto risposte  puntuali a quanto da lui richiesto. Inoltre  – come ha affermato – <<in quanto prima autorità sanitaria del territorio il Sindaco deve, innanzitutto, valutare la priorità, mettendo al primo posto i servizi che non vengono erogati  ai cittadini, magari con la scusa di costruire il nuovo ospedale. La regione toscana invece di spendere questi 500 milioni di euro potrebbe, ad esempio, abbassare i ticket sui farmaci. E, nel metodo, sono, ancora, indignato perché non è stato considerato il Consiglio Comunale, la massima assise cittadina dove si decidono gli affari di questa città, tra i quali la salute>>.

Tucci, nel ribadire l’universalità del diritto alla salute si è  dichiarato in attesa di atti concreti,  puntualizzando <<la necessità di ascoltare, in un percorso virtuoso l’intervento di tutti i portatori di interessi,  affinché si giunga  ad assicurare servizi di qualità, che in questo momento non sembra siamo  messi molto bene>>.

Parzialmente soddisfatto D’Onofrio, perché – come ha detto – <<non ci si può esprimere prima di avere un quadro completo dell’opera, di ciò che si va a realizzare e del perché; senza conoscere  quali sono le nicchie di inefficienza, quanto costa abbattere la vecchia struttura e quanto l’importo per una nuova,  ma anche di quanto si propone e di quanto si ha a disposizione>>.

Certa, invece, l’esigenza di riportare al centro  del panorama   regionale Siena, la sua Università e l’ospedale, come avvenuto per la centrale operativa del 118.  Il consigliere si è dissociato dall’allarmismo suscitato intorno alla struttura e al sistema sanitario regionale e nazionale,  perché, come ha sostenuto <<dobbiamo essere sempre in grado di progettare un sistema capace di migliorare se stesso. So bene che la sanità ha molte pecche e commette molti errori, come altre attività della sfera umana, ribadisco, però, il concetto che la sanità sia una delle poche  infrastrutture in Italia, in grado di dimostrare di essere in una democrazia che è riuscita a costruire un sistema pubblico accessibile a tutti rispetto alle risorse a disposizione, sicuramente tra le più basse dei Paesi occidentali. Se questa opera consentirà di migliorare la qualità assistenziale bisognerà, in qualche modo, costruirla al meglio, per questo propongo una modifica alla normativa regionale, affinché i responsabili clinici  possano dare l’avallo alle scelte per le edificazioni e ristrutturazioni. Soggetti questi che rimangono negli ospedali a differenza dei direttori generali e che, quindi, possono assumersi le responsabilità>>.