Le sfide dell’eccellenza e dell’internazionalizzazione per uscire dalla crisi economica del nostro territorio

Paolo Parodi

Il momento è complicato è inutile nasconderlo. L’anno in corso sarà di recessione e l’anno nuovo non ci darà niente di buono, mentre il 2014 è ancora un anno da decifrare. Cosa fare? Innanzitutto non disperare. Finita la crisi ci sarà la ripresa, almeno così si dice.

Facendo un’analisi generale della situazione Italiana, i dati disponibili ad oggi sono che circa il 4,5% di imprese hanno chiuso e che l’occupazione è calata del 5,4%, oltre a tutta la Cig, Cigs e la mobilità. A tutto questo si è andato a sommare il calo dei consumi interni, la scarsa possibilità degli enti ad investire (patto di stabilità) e la mancanza di grandi investimenti in infrastrutture.

Dobbiamo reagire, dobbiamo ricercare un modo nuovo di intercettare il mercato ed in particolare il mercato internazionale, per fare questo ci dobbiamo attrezzare, con nuovi strumenti, con nuovi prodotti. Dobbiamo ricercare partner per affrontare insieme la grande sfida. Le imprese che hanno sofferto di più sul mercato internazionale sono state le imprese fino a nove addetti, diminuendo del 30% in tre anni. Questo dimostra che per entrare e rimanere sui mercati globali occorre avere una struttura più che solida e il livello di competitività deve essere il più alto possibile, questo lo possiamo fare se saremo in grado di unire le nostre forze, con filiere verticali e trasversali. Abbiamo bisogno di politiche a sostegno, rinnovando gli strumenti in grado di supportare la vasta ed eterogenea platea di interlocutori con esigenze specifiche. Gli interventi spaziano dallo sviluppo delle competenze professionali, all’accesso rapido all’informazione, il sostegno alla promozione dell’attività commerciale e produttiva, fino all’accesso al credito facilitato. Chiediamo alle nostre banche di fare il massimo in questa direzione. E’ essenziale favorire un incontro fra competenze diverse, promovendo la crescita del bagaglio di saperi tra imprese che hanno esperienza e imprese che vogliono entrare sui mercati globali. Questo abbasserà la percentuale di errori possibili e faciliterà il percorso di ingresso. Occorre sviluppare l’offerta informativa e formativa rivolta ad imprenditori, manager e quadri di piccole e medie imprese. Occorre sviluppare curriculum formativi finalizzati alla qualificazione dei giovani per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. Troppo spesso abbiamo indirizzato le risorse solo verso le grandi aziende. Occorre facilitare l’ingresso dei giovani e delle donne nel circuito produttivo. Dobbiamo promuovere l’incontro tra le competenze nel settore manifatturiero con quelle del terziario su scala internazionale. La Cna di Siena lavora e lotta per i propri associati e per le imprese. Promuoverà questi incontri per mettere in contatto gli imprenditori, per entrare in un circuito virtuoso dove anche gli artigiani possono dare il loro contributo di creatività e flessibilità. Occorre diffondere e consolidare l’utilizzo di piattaforme di commercio elettronico. In molti mercati emergenti gli scambi B-to-B hanno trovato il luogo ideale in queste forme innovative. Il tutto richiede criteri di progettazione organizzativa coerenti delle attività prioritarie, dei processi e dei piani di sviluppo territoriali. Un bel segnale in questa direzione è nel “tavolo di regia” che il Comune di Siena e la nostra provincia stanno costruendo, un tavolo di lavoro condiviso, dove tutti gli attori economici del territorio possono decidere le priorità ed indirizzare positivamente e costruttivamente le poche risorse disponibili. La programmazione di incontri periodici di verifica dell’attuazione del “patto di sviluppo” a cui tutte le organizzazioni hanno aderito, servirà per monitorare gli sviluppi e gli stati di avanzamento. Questo ed altro possono essere i temi per una ripresa del nostro territorio. Dobbiamo inoltre insistere sulla necessità di investire in un nuovo modo di costruire, di abitare, di utilizzare al meglio le fonti energetiche, di sviluppare il “turismo” a 160°, di integrare tutte le realtà del settore agroalimentare, dell’accoglienza. Creare un “Eccellenza Siena”. Le carte per giocare le abbiamo, le aziende di pregio ci sono, la volontà non ci manca, dobbiamo solo metterci insieme, tutti nessuno escluso, per lavorare in questa direzione. Per progettare e programmare il nostro futuro.

Paolo Parodi

Presidente Cna Siena