La corsa al lavoro: centinaia di giovani al Career day

studenti universitari

Centinaia e centinaia di giovani si sono ammassati mercoledì nelle stanze del rettorato alla spasmodica ricerca di una occupazione lavorativa. Questo è uno dei simboli della situazione in cui si trova l’Italia. Mai infatti si era toccato un tasso del 36,2 per cento di giovani disoccupati (la calcolazione considera ragazzi e ragazze tra i 15 ed i 24 anni) dal 1992, anno in cui sono iniziate questo tipo di misurazioni statistiche trimestrali tra i giovanissimi. Mercoledì era il giorno del Career day, iniziativa motivata da ottimi propositi organizzata per la settima volta dall’Università di Siena: nata nel 2006 nella sola facoltà di Economia adesso, per volere del rettore Angelo Riccaboni, è stata estesa all’intero ateneo. E’ sicuramente un’ottima possibilità per i laureati ma anche per chi è vicino al termine dei propri studi universitari e già pensa a ciò che potrà fare in seguito. D’altronde lo stretto legame ed il tenue rapporto che per troppo tempo è esistito tra università italiane e aziende è stato evidenziato dai più come uno dei problemi da eliminare per creare una situazione più dinamica e un più semplice accesso al mondo del lavoro. Questo è stato anche uno dei propositi espressi dal rettore Riccaboni al momento della sua elezione. E adesso, gli va riconosciuto, sta lavorando per questo. Resta però il problema dell’effettivo accesso al mondo del lavoro, che ovviamente non può riguardare e dipendere solo dall’università la cui finalità è quella di formare i giovani studenti.

Angelo Riccaboni – rettore dell’Università di Siena

Grandi aziende Tra i corridoi del rettorato c’erano 45 aziende. Alcune di nome e spessore nazionale ed internazionale: c’era Novartis, c’era Enel, c’era Alitalia, c’era Luxottica, anche Menarini e perfino la Philip Morris e l’Esercito italiano. Tutte hanno dato informazioni ai giovani accalcatisi ai loro banchi e hanno spiegato loro quali sono i “profili lavorativi” di interesse. Ma queste aziende hanno poi effettivamente la capacità di assumere nuovo personale? Il rettore e Laura Berni, responsabile delle attività di placement per l’ateneo senese, assicurano di sì: “Abbiamo scelto quelle aziende che hanno posizioni aperte di lavoro e di stage – ha detto la Berni -. E’ una grande opportunità per i giovani anche perché possono confrontarsi direttamente con le aziende”. “Riusciamo ad attrarre imprese – ha aggiunto Riccaboni -. Il nostro Career day è ormai uno degli appuntamenti più importanti dell’anno. I ragazzi qui capiscono che c’è una opportunità in un momento in cui invece sembra che non ci sia alcuna speranza. L’università deve essere a supporto dei territori e in supporto alle carriere dei giovani. Mi spaventa chi dice o pensa che in questo momento nessuna azienda possa più assumere nessuno. Le aziende che sono qui oggi hanno partecipato a questa nostra iniziativa perché evidentemente è di loro interesse conoscere i nuovi talenti, altrimenti non sarebbero venute. E gli studenti devono essere svegli e vigili per capire dove ci sono opportunità. Pensate che al nostro Career day vengono anche studenti di altri atenei. Il prossimo anno questa nostra iniziativa avrà una vocazione ancora più europea”.

studenti

I giovani Katia e Giuliana si trovano al banco allestito da Luxottica. Ci spiegano come avviene il colloquio con i giovani. “I ragazzi ci fanno una presentazione del loro curriculum e percorso accademico e noi valutiamo l’iter in cui possono essere inseriti. Non abbiamo preclusioni per alcun tipo di percorso accademico”. E poi? “I curriculum arrivano alla sede centrale e alcuni di loro potranno essere convocati per effettuare stage”. Tra i corridoi c’è anche Francesca, una giovane di Montalcino che sta per laurearsi in Economia. Lei non è la “bambocciona” di cui hanno parlato in passato i ministri Padoa Schioppa e Brunetta. “Ho fatto stage a Chicago, negli Stati Uniti, e a Toronto, in Canada. Adesso sono qui e cerco una occupazione. Siamo choosy, troppo selettivi come ha detto la Fornero? Credo di no, le sue parole non mi sono piaciute. E’ ovvio che se mi laureo in Economia cerco un lavoro che sia attinente con quello che ho studiato. A quanto pare il lavoro non si trova, rischiamo tutti di cadere in una depressione psicologica”. C’è Alberto, laureato in Giurisprudenza: “Speriamo di trovare qualche opportunità. Devo fare l’esame di stato per avvocati, ma intanto mi farebbe comodo trovare qualche opportunità lavorativa”. E c’è Lorenzo, laureato da un anno in Scienze della comunicazione: “La situazione nel mondo del lavoro è poco dinamica – dice -. Possiamo cercare di fare qualche stage. Almeno qui oggi possiamo parlare e dialogare direttamente con le aziende”. Speriamo che le aziende ascoltino.

Gennaro Groppa