Il sindaco di Monteriggioni Bruno Valentini commenta le dimissioni di Franco Ceccuzzi

«Ad un solo anno dalle elezioni comunali che avevano eletto al primo turno il sindaco della città capoluogo, Franco Ceccuzzi si è dimesso. Sono esterrefatto. Non avrei mai pensato che si potesse privare una città del suo sindaco per una congiura».

Con queste parole il sindaco di Monteriggioni Bruno Valentini ha commentato sulla propria bacheca di facebook subito dopo aver appreso delle dimissioni di Franco Ceccuzzi da sindaco di Siena nella notte di domenica 20 maggio.

«Al limite, avrei ammesso una rottura politica, sulla visione delle cose da fare, soprattutto se il rapido precipitare della situazione economica e sociale avesse imposto di cambiare in corsa il programma di governo, dovendo quindi revisionare radicalmente i progetti approvati dagli elettori. Siamo un po’ tutti in mezzo al guado, nel momento più difficile quando dobbiamo fare i conti con una brutale mancanza di risorse e di lavoro. La migliore gestione ordinaria che potrebbe garantire il migliore commissario prefettizio del mondo non sarà mai in grado di dare luogo a progetti innovativi, ad uno slancio di programmazione che solo gli amministratori possono dare. Questo è il momento delle energie straordinarie, della generosità dell’impegno, non dei solerti contabili o dei precisi burocrati».

«La caduta del governo politico del capoluogo aggiunge disordine e discredito al modo con cui viene descritto il mondo senese presso l’opinione pubblica nazionale. Indebolisce la difesa dei capisaldi di un tempo (Banca, Fondazione, Università) e ci espone al rischio di colonizzazioni esterne, che vengano da Firenze o da Roma, o da Milano. A ben guardare, si paga salato il conto di non aver saldato fino in fondo il progetto politico di un solo Pd, lasciato in balia di correnti interne che non si è avuto il coraggio di superare, ma anzi di esaltare, premiando più la fedeltà che il talento. La maledizione della sinistra, che ha contagiato anche la storia recente del centrosinistra, è proprio l’autolesionismo con cui ci si divide, sovente per l’egocentrismo dei leaders delle varie fazioni. Per quanto si possano gridare le proprie ragioni, i cittadini (non tanto i militanti) non le accetteranno. Una delle poche novità politiche che ha funzionato in Italia è proprio l’elezione diretta del sindaco, che diventa l’interlocutore diretto della gente, nel bene e nel male. Di tutte le chiacchiere politiche che si faranno su questa vicenda, alla maggior parte delle persone arriverà solo un’eco confusa mentre si domanderanno chi si occuperà di sistemare la viabilità, controllare i servizi pubblici, far funzionare gli asili, seguire i problemi delle aziende, attrarre turismo ed opportunità di lavoro. Ancora una volta la politica viene meno ai suoi doveri principali e finisce per occuparsi solo di se stessa».