Il Made in Italy non può più aspettare, i consumatori dimostrano di apprezzare le iniziative a sostegno della filiera italiana, ma servono norme a tutela

Il fenomeno del falso Made in Italy e dell’ Italian Sounding, ovvero la commercializzazione di prodotti agroalimentari che “evocano” il nostro Paese, con nomi di marchi che suonano italiani, ma non ne hanno affatto l’origine, comporta pericolose forme di delocalizzazione produttiva che mette a rischio l’eccellenza dei prodotti di Siena e provincia”. Così Fausto Ligas, presidente Coldiretti Siena, annuncia una possibile mobilitazione territoriale volta a raccogliere impegni e sostegno delle amministrazioni locali, dei consorzi di tutela, delle imprese, delle associazioni di consumatori, delle associazioni ambientaliste e delle parti sociali (i maggiori sindacati dei lavoratori). In Toscana, per scandire l’agenda delle azioni territoriali a sostegno dell’agroalimentare nazionale, tutte le federazioni provinciali Coldiretti si sono riunite in assemblea per proporre a Regione, Provincie, Comuni, Comunità Montane, Camere di Commercio e Consorzi di tutela, l’approvazione di atti di indirizzo attraverso cui assumere precisi impegni a difesa e tutela dell’agroalimentare italiano, della sua specificità territoriale e della sua qualità. “Le conseguenze della contraffazione – spiega Massimiliano Volpone, direttore Coldiretti Siena – sono economiche, sanitarie e pensanti tanto per le imprese quanto per i consumatori e per tutte le parti sociali, che, infatti, proprio con un documento unitario del 4 agosto, hanno chiesto di attuare politiche incisive volte alla promozione e alla valorizzazione del Made in Italy di qualità, quale leva competitiva del Paese, in grado di valorizzare il lavoro, il capitale e il territorio italiano”. Una valorizzazione che Coldiretti porta avanti da molti anni attraverso azioni e progetti di sensibilizzazione quotidiana del made in Italy e che, con operazioni come quelle dei mercati di Campagna Amica “per una filiera agricola tutta italiana”, sta portando ottimi risultati soprattutto un provincia di Siena.

È Siena, infatti, la prima provincia della Toscana per numero di visitatori con una media mensile di 6.800 visite e un fatturato che si aggira intorno ai 120.000 euro (al mese), un risultato record che mette Siena a pari merito con Arezzo, dove però le visite scendono a contare 6.000 presenze. “Un risultato che premia l’impegno quotidiano di una squadra di agricoltori – spiega Luigi Fanciulli, presidente Agrimercato Siena –, nei Mercati di Campagna Amica Siena ci consideriamo infatti un vero e proprio gruppo e lavoriamo tutti insieme, come in una squadra di calcio, per raggiungere il nostro obiettivo: quello di rispondere alle esigenze dei consumatori attraverso l’alta qualità e la genuinità dei prodotti agroalimentari della filiera corta”. Dai risultati dell’indagine di Coldiretti Toscana sui mercati di Campagna Amica, emergono dati molto positivi che indicano l’alto gradimento dei consumatori per il progetto di filiera agricola tutta italiana firmata Coldiretti. Sfiora, infatti, i 600mila euro il fatturato mensile su base regionale e toccano quota 40mila, le presenze mensili nei mercati delle dieci province della Toscana: Firenze e Prato, Grosseto, Pisa, Livorno, Pistoia, Arezzo, Lucca, Massa Carrara e Siena, appunto capofila.