Il ‘flauto magico’ e altre musiche con Luigi Maio al lago di Chiusi

L’atmosfera al lago di Chiusi era davvero magica, sabato sera, per lo spettacolo di Luigi Maio. Proprio come quel “Flauto magico” di Mozart, parodiato dal “musicattore” genovese con grande ironia e intelligenza. Comune, Vernice progetti culturali e Fondazione Monte dei Paschi di Siena hanno scelto questo scenario per il secondo anno consecutivo, all’interno di Archeofest. «È un evento artistico di rilievo per valorizzare il nostro territorio e le nostre risorse – osserva l’assessore Chiara Lanari – che meritano di essere sempre più conosciute e messe a sistema anche grazie ad iniziative come queste». Nella zona dello Sbarchino ci sono alberi, tavoli e panchine, rinnovati di recente dal Comune. Da qui transita il Sentiero della bonifica, e proprio in questo punto, con il lago sullo sfondo, è stato allestito il palco.

Maio ha vestito i comici panni di un impresario d’opera squattrinato e abbandonato dai suoi interpreti, che ha dovuto interpretare in un virtuoso interagire col trio Hyperion, tutti i ruoli (riveduti e ‘scorretti’) dell’immortale fiaba mozartiana: dall’implacabile Regina della notte sofferente d’insonnia, a un Papageno allergico alle piume! Il tutto calato in uno scenario magico/archeologico, dove le cavità della Terra si sostituiscono al retro di un teatro per custodire non casse e bauli di scena, bensì resti d’immaginari templi egizi di cartapesta, segnati non dalla polvere, ma dalla mai sopita lotta tra sole e luna, fuoco e acqua, reale e ideale. Conflitti evocati e parodiati dall’irresistibile verve musicale e teatrale di Maio al servizio di uno spettacolo che, nell’arco di dodici anni, ha creato una nuova tendenza mozartiana tra i giovanissimi. Con “Un Piccolo Flauto Magico”, di cui ha scritto il testo e curato le musiche originali e le riduzioni per trio dell’opera, Maio ha reso omaggio alle settecentesche parodie dei capolavori di Mozart – allestite dal librettista Schikaneder per la gioia del grande Amadeus – delle quali non è rimasta alcuna traccia.