Il documento del Pd “per una Provincia moderna”

Pd

Pd

Il contributo elaborato dalla Direzione dell’Unione Comunale Senese e votato all’unanimità in occasione dell’ultima riunione tematica di mercoledì 26 novembre, interamente dedicata al tema della Provincia.

Negli ultimi sei anni la crisi economica ha, in Italia, raddoppiato la disoccupazione e ridotto il PIL pro-capite di undici punti percentuali: sono dati che rappresentano una situazione tuttora difficile. E non tutto è dovuto alla crisi finanziaria mondiale: il nostro Paese ha iniziato ben prima del 2007 a ridurre la propria capacità di creare reddito.
La lunga fase recessiva in cui è ancora immersa l’economia italiana risulta particolarmente grave anche perché segue un periodo, ancora più lungo, di bassa crescita e di graduale perdita di competitività. Già da tempo sarebbe stata necessaria una significativa ristrutturazione del sistema attraverso un nuovo ciclo di investimenti, volto a rafforzare la base produttiva del paese e, soprattutto, a recuperare quelle quote di mercato che nel corso degli anni novanta erano state perdute. L’Italia resta infatti un paese scarsamente dotato di materie prime e, di conseguenza, costretto ad esportare beni, servizi e turismo per garantirsi un adeguato tasso di crescita e, più in generale, un accettabile livello di benessere.
Gli indicatori della Regione Toscana sono in linea con i dati del resto dell’Italia: nei primi tre mesi del 2014 si è registrato un incremento del tasso di disoccupazione di 1,4 punti, crescita evidente rispetto al trimestre precedente, attestandosi a +11% rispetto al +9,6% dello stesso periodo dell’anno scorso; il tasso di attività si è incrementato, sempre confrontando primo trimestre 2014 con primo trimestre 2013 di 2,4 punti, passando dal +68,8% al +71,2%. Ma, sempre nel primo trimestre, abbiamo comunque registrato ben 4.000 aziende in meno.
La provincia di Siena attraversa una crisi economica e sociale difficilissima: alcuni dei suoi elementi di forza sono usciti fortemente ridimensionati dai cambiamenti degli ultimi anni. Il territorio deve avere la capacità e la forza di darsi degli obiettivi strategici, acquisendo capacità di dialogo e interazione con gli altri territori, non solo toscani.
La percezione di una crescente disomogeneità nell’azione sia nell’utilizzo di strumenti comuni sia negli obiettivi da perseguire da parte dei vari attori istituzionali, sociali ed economici rischia di diventare un problema significativo per l’intero territorio senese. A questo si aggiunge la riforma dell’ente Provincia, declassato non solo nella sua capacità rappresentativa, ora di secondo grado in quanto emanazione dei Comuni, ma soprattutto mortificato nella sua capacità finanziaria e nell’incertezza del riparto delle sue originarie competenze con le regioni.
E mentre il nostro Partito Democratico è al governo con il suo segretario Matteo Renzi per reagire alla marginalizzazione dell’Italia e dell’Europa nell’economia mondiale, i territori nella loro dimensione locale continuano a soffrire le loro contraddizioni interne e anche nella nostra Provincia un conto è stato il voto per l’Europa e un conto è stato il voto per le Amministrative: ben cinque comuni, compreso un simbolo della storia della sinistra italiana, Colle Val D’Elsa, sono andati a liste civiche, guidate da figure che vengono da esperienze e ruoli nel centro-sinistra. Un segnale da interpretare. Le responsabilità di una lunga storia di forza di governo si sono saldate con la rigidità a tradurre la sete comune di moderno, che però si è fermata troppo spesso alla declamazione e declinazione del nuovo, ma che non basta da sola per affrontare il futuro con progresso. I vecchi amministratori che con liste diverse dal nostro PD hanno vinto le elezioni hanno dimostrato che per la gente non serve un cambio di facce, ma di metodi, per riformare il rapporto tra cittadini, partiti ed istituzioni. Insomma, con il nuovo e basta le riforme né si fanno né si attuano con profitto sociale sul livello locale per un miglioramento del bene comune. Ci vuole invece la sostanza dei valori e degli obbiettivi del moderno per cambiare davvero le cose.
Così il 18 settembre, mentre la nostra Unione comunale era senza guida e impegnata a costruire un nuovo progresso interno, la direzione provinciale del Partito Democratico candidava il sindaco di Castelnuovo Berardenga, Fabrizio Nepi, a nuovo presidente della provincia, insieme ai candidati sindaci per il Consiglio provinciale: Raffaella Senesi (Monteriggioni); Giacomo Bassi (San Gimignano); Valeria Agnelli (San Quirico d’Orcia); Emiliano Spanu (Rapolano Terme); Bruno Valentini (Siena); Fabiola Parenti (Murlo) e Riccardo Agnoletti (Sinalunga).
Ecco il senso di questa Direzione della nostra Unione comunale cittadina oggi, con la presenza del nostro presidente della Provincia, Fabrizio Nepi, cui rinnoviamo la nostra fiducia e cui rappresentiamo ufficialmente il sostegno e il riferimento del Partito del Capoluogo. Come allo stesso modo siamo vicino a tutti i dipendenti della Provincia, che in questo delicato passaggio soffrono l’incertezza di una riforma ancora poco chiara, ma per la quale il loro impegno è decisivo, insieme a quello delle parti sociali.
Per questa nostra Terra di Siena, l’istituzione provincia ha rappresentato per decenni non solo un importante momento di governo e di elaborazione delle politiche economiche e sociali, ma anche uno dei principali elementi di coesione sociale e culturale di questo territorio. E’ l’identità della provincia senese che, in questa fase storica, non deve venire meno : per questo è importante che la nuova istituzione provinciale possa contare sul contributo di tutti e in particolare della nostra Città. Siena deve esercitare al meglio il suo ruolo di capoluogo, senza supremazia e con la consapevolezza che il ruolo economico, sociale e culturale di questa nostra terra si può esercitare al meglio solo nell’ambito di un rinnovato rapporto tra la città e il territorio provinciale.
In questo quadro l’Unione comunale del PD di Siena intende riaffermare il valore della centralità dei comuni senesi e l’esigenza di aprire una nuova stagione di coordinamento, all’altezza dei tempi e dei bisogni dei cittadini e di vera efficacia, per sostenere la riforma in corso delle aree amministrative (Unioni dei Comuni) e socio sanitarie, dove anche la città Capoluogo intende continuare a fare attivamente la propria parte, anche per dare sostanza e voce unica alla nostra provincia nel confronto di area vasta con Arezzo e Grosseto e nelle relazioni con la Regione e lo Stato.
Si ritiene inoltre che i tagli prospettati per il nuovo ente provincia necessitino di una responsabile revisione delle priorità per le deleghe di cui alle lettere da a) a f) dell’art. 85 della riforma Delrio, che ricordiamo a tutti, perché non sempre chiare nella loro complessità, sono:
a) pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché tutela e valorizzazione dell’ambiente e dell’energia, per gli aspetti di competenza;
b) pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale, nonché costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente;
c) programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale;
d) raccolta ed elaborazione di dati, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali;
e) gestione dell’edilizia scolastica;
f) controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale.
Tradotto in alcuni numeri, infatti, la riforma Delrio conferma: la gestione e messa in sicurezza delle oltre 5.100 scuole superiori italiane, nelle quali attualmente studiano 2 milioni e 500 mila ragazzi, i 130 mila chilometri di rete viaria nazionale, di cui 38 mila di strade montane, insieme alla tutela dell’ambiente e agli interventi contro il dissesto idrogeologico e Pari Opportunità. Si reputa inoltre opportuno che siano precisati i confini anche di politiche altrettanto importanti quali il lavoro, la formazione, il turismo e l’agricoltura, politiche essenziali per garantire e magari incrementare la qualità totale e la capacità competitiva ed attrattiva del nostro territorio.
E comunque, al di là di una revisione delle competenze, si deve però essere consapevoli, come anche ci richiama il nostro Presidente della Provincia, che con i tagli prospettati dalla programmazione statale per il bilancio di previsione 2015 c’è il concreto rischio del dissesto per moltissime province, fra le quali anche quella di Siena. Quindi, si tratta, in sostanza, di un mandato quasi impossibile, quello delle nuove Province, per la quali è scaduto il tempo di una riforma a metà: o ci si crede o è meglio cancellarle. Ogni riforma, regionale o nazionale che sia, che riguardi l’assetto degli enti locali, deve infatti sempre preoccuparsi di garantire la qualità totale dei servizi ai cittadini: e questa delle Province non lo potrà fare. E visto che anche nella nostra Toscana ci si avvicina alle elezioni, sarà compito del nostro partito confrontarsi sui programmi circa la posizione della Regione sul riparto delle deleghe con l’ente Provincia e sull’impiego dei dipendenti provinciali.
Noi rimaniamo convinti che solo riaffermando modernamente il valore politico e amministrativo del coordinamento nell’ambito provinciale potremo produrre un progetto in grado di garantire nuovo progresso ai nostri territori. E questo sarà il nostro preciso impegno come PD cittadino.