Fondazione Mps e ‘le necessità del nuovo statuto’

Fondazione Monte dei Paschi di Siena

“Le strumentalizzazioni politiche a fini elettorali che ispirano talune prese di posizione sul varo da parte della Deputazione Generale del nuovo Statuto della Fondazione Monte dei Paschi impongono alcuni chiarimenti circa la necessità e i motivi improcrastinabili per i quali si è dovuto procedere senza ulteriori rinvii”. Così il presidente di FMps, Gabriello Mancini, e il direttore generale (provveditore) Claudio Pieri, intervengono sulle polemiche scatenate dopo l’approvazione del testo del nuovo Statuto ora all’attenzione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, preposto all’autorizzazione finale.

“L’improcrastinabilità di tale revisione prima del rinnovo degli organi – sottolineano – è dovuta a tre principali fattori. Il primo concerne la legge 41 del 2012 sulle incompatibilità, che impone un adeguamento su questo tema. Il secondo, il varo, lo scorso anno, della Carta delle Fondazioni, promossa dall’Acri, l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria, che impegna gli aderenti a recepire entro il 30 giugno prossimo alcuni principi fondamentali in tema di governance, di requisiti e incompatibilità, di attività istituzionale e di gestione del patrimonio. Il terzo fattore ha origini più lontane: nella sentenza della Corte Costituzionale 301 del 2003 che in termini di governance prevede che gli enti istituzionali del territorio non siano prevalenti nell’organo di indirizzo, garantendo una qualificata, ma equilibrata rappresentanza degli enti, pubblici e privati, espressioni della realtà locale”.

“Riguardo a quest’ultimo punto si potrebbe obiettare che si è andati avanti per anni senza intervenire. E’ vero, ma finora non c’erano mai stati inviti così pressanti dall’autorità di vigilanza, solo saltuarie segnalazioni e sottolineature di tale anomalia (però nessuna illegittimità, sia chiaro, come qualcuno ha invece sostenuto). Inviti ora impossibili da non accogliere proprio in ragione del sopravvenire degli altri due elementi di novità sopra citati. Dunque c’è stato un preciso input a intervenire e a non procedere alle nuove nomine senza aver modificato e adeguato alcune norme statutarie. Un ulteriore indugio sarebbe stato impossibile. Solo in via eccezionale è stato concesso dal Ministero – con una disposizione transitoria – un mese di slittamento, rispetto ai tempi previsti dallo statuto esistente, delle procedure di avvio per il rinnovo delle nomine, per consentire un’adeguata consultazione sulle ipotesi di revisione”.

“Del resto l’analisi della revisione dello statuto – ricordano Mancini e Pieri – era già partita nel luglio 2012 con la costituzione di un gruppo di lavoro all’interno della Deputazione Generale. Purtroppo i tempi per i necessari approfondimenti ci hanno portato a ridosso della scadenza degli organi e della consultazione elettorale (la cui data all’epoca non era stata ancora fissata), consultazione che però non poteva assolutamente condizionare gli adempimenti richiesti e non più rinviabili, anche per adeguare lo statuto alle attuali strategie della Fondazione, rimuovendo ostacoli che potrebbero condizionarne la corretta operatività gestionale”.

“Di fronte alla necessità di procedere si è voluto promuovere e favorire la massima consultazione con la comunità di riferimento proprio nella consapevolezza anche della vacatio di rappresentatività causata dal commissariamento del Comune di Siena. Ricordiamo che una bozza con le modifiche statutarie ipotizzate è stata pubblicata on line sul sito della Fondazione fin dal 12 marzo scorso, consentendone la libera consultazione e invitando tutti gli Enti pubblici e privati radicati sul territorio senese ad avanzare le loro proposte di modifica. Quindi anche quelle forze politiche, e non solo loro, che sarebbero state rappresentate in consiglio comunale, hanno avuto modo di esprimersi liberamente e fare proposte, valutate con la stessa pari dignità di una proposta eventualmente scaturita da un consiglio comunale in carica, comunque e inevitabilmente espressione di una maggioranza”.

“La Fondazione ha promosso e organizzato incontri di approfondimento sulle ipotesi di revisione, in primo luogo con gli Enti nominanti e co nominanti: incontro al quale il Comune di Siena non ha ritenuto di intervenire. Solo successivamente, in una lettera, il commissario Enrico Laudanna ha chiesto uno slittamento della revisione statutaria, slittamento impossibile per le ragioni sopra ricordate e ampiamente spiegate in una missiva di risposta inviata prontamente al commissario il giorno successivo e non resa nota per l’abituale riservatezza a cui la Fondazione si ispira nelle comunicazioni con gli Enti nominanti. Altri incontri si sono poi svolti con i capigruppo della Provincia di Siena, con le categorie economiche presso la Camera di Commercio, con le organizzazioni sindacali, con la Consulta Provinciale del Volontariato, con i sindaci dei Comuni della nostra provincia, con il Magistrato delle Contrade. In tutti questi incontri è stata verificata una larga condivisione sulla necessità di modifiche e sui loro contenuti”.

“Ricevute le proposte di revisione la Deputazione Generale, in piena legittimità, ha proceduto a un loro approfondito esame, verificandone la coerenza con le modifiche statutarie rese necessarie dalle norme vigenti e dall’attuale situazione economico-finanziaria della Fondazione Mps. Dopo lunga riflessione, molte riunioni e un dibattito serrato l’organo di indirizzo, unico competente in materia, ha quindi stilato e successivamente approvato il testo definitivo”.

“Per giungere a questo risultato, che giudichiamo estremamente positivo, si è passati attraverso un iter che ha visto accurati approfondimenti e valutazioni, una consultazione estesa, un ampio dibattito su ogni modifica apportata. Crediamo – concludono il presidente Mancini e il provveditore Pieri – che sia stato compiuto un importante passo avanti in tema di adeguamento alla normativa attuale, di operatività e governance della Fondazione, nonché di un rafforzamento dell’autonomia da tutti, almeno a parole, auspicata. Nessun blitz è stato dunque compiuto. Solo una carente conoscenza della situazione attuale o finalità strumentali possono portare ad alcune delle affermazioni fatte in questi giorni. Affermazioni talvolta sopra le righe e persino lesive nei confronti delle persone a cui sono state rivolte, che non mancheranno di essere sottoposte a valutazioni per un’eventuale tutela”.