Fare squadra per far crescere la legalità

Legalità mi piace

Legalità mi piace

Fare squadra per far crescere la legalità. E’ questo il messaggio che è emerso da “Legalità, mi piace”, la giornata di mobilitazione nazionale lanciata da Confcommercio Nazionale contro l’abusivismo commerciale e la contraffazione a cui Confcommercio Siena ha aderito con un proprio programma oggi mercoledì 26 novembre.  

Il programma ha previsto in prima battuta il collegamento streaming con la sede nazionale dove sono intervenuti il Presidente Carlo Sangalli insieme al Ministro Angelino Alfano. Dalle ore 11.30, la parte locale, che ha visto il saluto del Presidente di Confcommercio Siena, Stefano Bernardini, ed è proseguita con interventi del Direttore Daniele Pracchia, del Colonnello della Guardia di Finanzia Luca Albertario, del Segretario Nazionale di Federmoda Massimo Torti e del Presidente della Camera di Commercio di Siena Massimo Guasconi.

 

“Questa seconda giornata di Legalità Mi piace – ha detto Stefano Bernardini, Presidente Confcommercio Siena – cade in un momento di grande difficoltà per la nostra economia. Tutti i nostri settori soffrono le conseguenze del generale calo dei consumi e di una fiscalità ossessiva. In questo scenario, da cui è difficile immaginare l’uscita, il tema della legalità è diventata una emergenza sociale. Il continuo impoverimento fa aumentare forme di illegalità diffusa. Questo rende la vita delle aziende ancora più difficile. Ringrazio le Forze dell’Ordine che quotidianamente svolgono un lavoro prezioso, purtroppo si riesce solo a scalfire una montagna. In questo paese si sta perdendo la certezza del diritto. E così facendo veniamo esposti a rischi notevoli. Lo testimoniano i negozi saccheggiati ecc.. La crisi ha fatto emergere contraddizioni e squilibri che stanno assumendo rilievo sociale senza precedenti. E non possiamo abdicare dal diritto”.

 

“Le nostre realtà locali non hanno subito fenomeni intensivi, ma non sono esenti –  ha detto Bernardini – Sarebbe un errore sottovalutare e anche lascarsi andare al fatalismo. Azioni illegali danneggiano tutto il territorio. Pensiamo a quello che potrebbe accadere se perdessimo l’immagine di territorio sicuro. Per questo l’obiettivo di tutti è lavorare su questo tema”.

 

“Alcuni reati, soprattutto abusivismo, contraffazione vengono percepiti meno dai consumatori – ha osservato Bernardini – Fondamentale è lavorare sull’informazione e sulla costruzione di una sempre maggiore consapevolezza. Così come è importante collaborare, affiancare chi è vittima, fare segnalazioni, perché qui, come altrove, si possa lavorare per la crescita delle proprie attività senza la paura di vedersi portare via il frutto del proprio operato”.

 

“E’ la cultura della legalità che deve crescere – ha fatto notare il Colonello della Guardia di Finanza Luca Albertario  – Al di là di tutto ciò che sta accadendo negli ultimi anni a Siena – che è una contingenza – anche qui deve essere rafforzata, nei fatti, la cultura del rispetto delle regole, in particolare nel contesto dell’illegalità economica. Nessun territorio come quello senese sta vivendo in questo contesto un periodo di trasformazione tanto importante. Quindi abbiamo bisogno di legalità fin dai comportamenti quotidiani”.

 

Il Colonnello ha spiegato che un fenomeno come quello della contraffazione sia sempre stimato al ribasso perché difficile da valutare e come contraffazione significhi manodopera in nero, riciclaggio, evasione. Cosa possiamo fare? Intercettare e dunque bloccare. Albertario ha spiegato l’impianto normativo italiano – il migliore d’Europa – che ci permette dal 2009 di andare ad aggredire i patrimoni così come le collaborazioni con organismi internazionali e nazionali. Ha illustrato anche il Siac, sistema multimediale per approfondire il sistema della contraffazione, utile anche per fare segnalazioni.

 

In merito a Siena, il Colonnello ha fatto notare come il contesto abbia caratteristiche tali per cui la contraffazione si sta manifestando e si manifesterà anche in futuro, essendo qui presenti grandi eccellenze. “Siamo in un ambiente in cui il concetto di legalità c’è, ma ma non basta – ha detto – Anche i piccoli gesti sono importanti, anche per il turismo. Nonostante la crisi, dobbiamo fare ancora di più per far crescere il messaggio di legalità. L’illegalità paga nel breve periodo,ma non nel medio e lungo periodo. Invito tutti a segnalare. Se facciamo squadra ce la possiamo fare”. Sulla contraffazione in particolare Albertario ha ricordato le operazioni sul Brunello, “Orrore in tavola”, con lotta alle frodi ed in particolare nel delicato settore dei prodotti alimentari, e “Caps, bags and toys” con cui sono state sequestrate 700 borse in pelle, 50mila cappellini, rinvenuti 25mila prodotti non sicuri.

 

Massimo Torti, Segretario nazionale Federmoda Confcommercio  ha illustrato dati nazionali sulla contraffazione, dati del Ministero 2008-2012 che parlano di 86mila sequestri, 289 milioni di pezzi sequestrati per un valore di oltre 3miliardi. Il settore moda è quello interessato per il 70% dei casi. “Chi si associa – ha detto – vuole stare attento delle regole, chi si associa cerca legalità e la pretende da terzi. Noi lavoriamo anche sulla consapevolezza del consumatore finale. Siena è benissimo organizzata, bellissima, è un centro commerciale naturale bellissimo quindi è importante quello che state facendo”. Nel suo intervento Torti ha poi affrontato il tema della correttezza dell’etichettatura.

 

“La contraffazione si alimenta anche di una domanda. Cosa possiamo fare noi come Camere di Commercio? – questa la conclusione di Massimo Guasconi, Presidente Camera di Commercio Siena – In primo luogo la collaborazione con le forze dell’ordine. Poi costruire i presupposti per limitare le situazioni che generano illegalità, rimuovendo gli ostacoli che possono costruire i presupposti dell’esercizio difforme della professione, dando interpretazioni delle norme, ad esempio, superando la discrezionalità. Tutto questo con altri soggetti, con Asl, Nas. Ed ancora, possiamo fare formazione. C’è la crisi, ma c’è anche una normativa in cui a volte le imprese fanno fatica a riconoscersi. Da qui nasce il lavoro che dobbiamo fare, tutti”.