Erasmus: ecco le esperienze di sei giovani toscani

“Vorrei gli Stati uniti d’Europa: un’Europa sociale che non pensa solo alla moneta ma anche alle persone e ai loro diritti”. Con questa frase il presidente Enrico Rossi ha siglato oggiAggiungi un appuntamento per oggi la sua iscrizione (la prima) al data base ‘Check-in Europe’, lanciata dalla Fondazione Garage Erasmus con l’obiettivo di riunire il maggior numero di ex-Erasmus in Europa, a partire dalla Toscana. Il check-in è avvenuto nel corso dell’incontro organizzato nell’ambito del progetto Giovanisì che oggiAggiungi un appuntamento per oggi il presidente Rossi ha avuto con un centinaio di giovani che hanno fatto esperienza all’estero grazie ad Erasmus.

“Quando si va all’estero – ha detto tra l’altro il presidente Rossi – si ha la sensazione che in altri paesi ci sia una idea di bene comune che da noi non è diffusa e che per arrivare allo stesso risultato noi dobbiamo fare tre volte fatica. Sono convinto che la vostra generazione, quando riuscirà ad entrare nei gangli direzionali del nostro paese, può portarci una cultura europea e un maggiore dinamismo. Così potremo diventare anche noi pienamente europei”.

Il presidente ha annunciato la decisione della Regione di cofinanziare, insieme gli istituti di istruzione superiore della Toscana, le borse Erasmus così da permettere questa esperienza anche agli studenti meritevoli e meno abbienti. E inoltre ha proposto ai giovani presenti un incontro periodico, per poter approfondire le tematiche di interesse comune e valorizzare idee e suggerimenti.

Il “cuore” dell’incontro è stato il momento in cui sei giovani che hanno raccontato brevemente il valore e il significato della loro esperienza in Erasmus.

Sergio Maragoni, studente di chimica e tecnologie farmaceutiche dell’Università di Siena, ha parlato della sua esperienza a Copenaghen, in Danimarca, come di qualcosa “che viene la voglia di condividere. Ho potuto fare il confronto con un sistema di studio diverso, tutto basato sul lavoro pratico e in team. Una esperienza che ti cambia la vita”.

“L’aspetto più significativo di questa esperienza è quello umano e di interazione con altri popoli e culture” ha detto Francesco Marfatti, dell’Università di Pisa, Erasmus a Tubinga per lo studio della lingua turca e poi a Istanbul negli archivi della banca ottomana. “E’ un mattone fondamentale anche per la costruzione dell’integrazione europea”, ha concluso.

In Marianna Di Foglio, univesitaria a Firenze ed Erasmus in Francia e a Siviglia per progettazione dei sistemi turistici è rimasta “tanta voglia di ripartire, per rivedere studenti di tanti continenti e ripetere una esperienza di accoglienza molto bella al Museo del Flamenco”.

Luca Pagani, biologo, che dalla Scuola Normale di Pisa è approdato a Cambridge, ha costruito “una piccola rete tra la Toscana e l’Inghilterra, perché ho riportato la mia esperienza all’estero a Bologna, dove ho svolto un post dottorato e da cui partiranno adesso alla volta di Cambridge altri tre studenti che seguiranno il mio percorso”.

Manchester, Inghilterra, è stata invece la meta di Giacomo Porzio, della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. “Sono ingegnere energetico – ha raccontato – e mi sono occupato di un progetto che riguarda la siderurgia e la compatibilità ambientale. Un tema attualissimo in Italia”.

E infine Caterina Zoccola, che dall’Università per stranieri di Siena è approdata in Germania. “Una esperienza magnifica – ha concluso – che mi ha insegnato soprattutto a togliermi di mente tanti stereotipi sui tedeschi e in generale i pregiudizi sulle persone”.