Don Doriano torna nella sua parrocchia a Castellina Scalo

L’arcivescovo Antonio Buoncristiani non risponderà alle critiche mosse da don Benedetto Carbone nell’intervento che il Corriere di Siena ha pubblicato ieri sulle proprie colonne. La diocesi non replicherà, forte della consapevolezza che Buoncristiani abbia sempre spiegato abbondantemente le decisioni assunte. Il parroco di Santa Maria in Montibus a Civitella Paganico ha accusato Buoncristiani di “non avere lo stile del Pastore, ma quello del manager e dell’alto funzionario della Chiesa”, criticando i provvedimenti assunti nei confronti di don Doriano. Ha scritto don Benedetto: “L’arcivescovo ne esce con le mani pulite, in quanto lo ha già punito. Con tale sospensione – prosegue il parroco – l’arcivescovo ha tutelato se stesso. Don Doriano certamente non può essere tacciato né di pedofilia né di protezione ad un pedofilo. Eventuali suoi errori o colpe sarebbero, in tal caso, di altra natura.

Quando l’economo generale della diocesi fu incriminato dalla magistratura, non solo l’arcivescovo non gli notificò un qualsiasi provvedimento cautelare, anzi lo riconfermò in tale ruolo per un altro triennio o quinquennio che sia. Si badi la differenza di comportamento: nel caso di Don Doriano tanta considerazione per la magistratura, nel caso dell’economo generale nessuna considerazione per la stessa”.

A Castellina Scalo Intanto però una novità nel caso di don Doriano c’è stata. E’ ripresa la normale attività pastorale nella parrocchia di Castellina Scalo e don Doriano è tornato al proprio posto. La sospensione temporanea è durata in tutto circa un mese e mezzo, poi il prelato è tornato tra i parrocchiani che del resto gli hanno sempre testimoniato stima e solidarietà per la vicenda vissuta. Nello scorso luglio l’arcivescovo Buoncristiani, a seguito dell’arresto con l’accusa di pedofilia dell’uomo brasiliano che era stato accolto dal parroco di Castellina Scalo, aveva immediatamente fatto sapere che la sospensione inflitta a don Doriano non era da intendersi come un provvedimento punitivo ma come una sorta di allontanamento temporaneo e precauzionale, insomma una forma di protezione nei confronti dello stesso parroco. E così, in effetti, alla fine è successo.

Gennaro Groppa