Consiglio provinciale: mozioni e ordini del giorno della sessione pomeridiana

La mozione presentata dal consigliere Antonio Falcone (Rifondazione-Comunisti Italiani) sul ripristino della legge che contrasta il fenomeno delle dimissioni in bianco sui posti di lavoro ha aperto la seduta pomeridiana del consiglio provinciale di ieri, martedì 3 aprile, che ha visto la discussione di diverse mozioni e ordini del giorno.

 

Mozione per il ripristino della legge che contrasta il fenomeno delle dimissioni in bianco sui posti di lavoro. “Si tratta di un fenomeno – ha detto Falcone – che in Italia interessa circa 2 milioni di lavoratrici e lavoratori e penalizza, in particolare, le donne in età fertile. Non si può continuare a pensare al lavoratore come a una controparte dell’impresa. Siamo di fronte a una visione miope, che non si rende conto che i lavoratori e le lavoratrici sono la ricchezza delle aziende e come tali vanno tutelati”. La mozione, che chiede anche l’introduzione di norme che scoraggino la pratica delle dimissioni in bianco nei bandi di gara e appalti della Pubblica amministrazione, è stato approvata dopo una lunga discussione con i voti favorevoli di Pd e Sel, quello contrario dei consiglieri Pdl Fabrizio Camastra, Donatella Santinelli e Massimo Mori e il non voto di Lorenzo Rosso e Marco Andreassi.

 

Il Pd, con l’intervento dei consiglieri Laura Mannucci e Marco Nasorri, ha apprezzato e condiviso i contenuti della mozione e ha chiesto un impegno al ministro Fornero per introdurre una normativa che contrasti un fenomeno che esiste e che impedisce un modo di agire non degno di un Paese civile. Critico, invece, il Pdl. Per Massimo Mori “la mozione pone un problema reale ed evidenzia un dato chiaro, ossia che la crisi la continuano a pagare i più deboli, ma è necessaria una discussione più ampia”. Per Francesco Michelotti, invece, “la mozione rischia di andare nella direzione opposta alla necessità di contrastare una piaga, perché appesantisce un meccanismo già sufficientemente imbrigliato”. Prettamente politico, poi, l’intervento di Roberto Renai (Sel) che ha sottolineato la distanza che esiste tra i valori e il sistema dell’azione politica e sociale. “La mozione – ha detto Renai – riconosce anche la necessità di concentrarsi sulle categorie più deboli, a partire dalle donne. Quello di cui il Pdl non si rende conto, e la discussione sull’articolo 18 lo dimostra, è che questo governo di tecnici ha scoperto l’ideologia politica da destra”.

 

Niccolò Guicciardini (Pd) ha presentato all’attenzione del consiglio un ordine del giorno, sostenuto anche da Sel e Idv, in merito alla “Proposta di legge Fontana n. 3442”, avente per oggetto “disposizioni per le associazioni di interesse delle forze armate”, approvato in forma simile in molti consigli comunali e provinciali d’Italia. “I tentativi di equiparazione tra partigiani ed ex combattenti della Repubblica sociale italiana – ha detto Guicciardini – sono stati molti nel tempo e questa proposta di legge ha cercato di andare in quella direzione, anche se in maniera più sottile”. “Nonostante il percorso legislativo sia ormai arenato – ha aggiunto il consigliere Pd – abbiamo deciso di non ritirarlo perché la sua approvazione mette un punto fermo di questo consiglio contro una proposta di legge che rischia di alterare la memoria storica delle vicende che hanno portato alla liberazione del nostro Paese”. “Un ordine del giorno non utile – ha detto Roberto Renai (Sel) – ma necessario, che vuole ridare un senso alle parole e alle azioni all’interno di un Paese che cerca, con difficoltà, di ritrovare una memoria, sempre messa in discussione da opportunità contingenti. Noi vogliamo ridare un senso a ciò che è avvenuto e non ricostruire una memoria di parte. Appare singolare che questa discussione venga mercificata dentro il Parlamento per una mera questione di ordine economico”. Contrarietà all’ordine del giorno è stata espressa dal gruppo Pdl e, in particolare, dal consigliere Francesco Michelotti che ha citato Luciano Violante per mettere in discussione l’univocità della posizione della sinistra sul tema.

 

Preoccupazione e contrarietà per la scelta del governo di mettere a pedaggio il raccordo autostradale Bettolle-Perugia. L’ha espressa il consiglio provinciale, che ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno avanzato da Marco Nasorri (Pd), Antonio Giudilli (Di Pietro- Idv), Roberto Renai (Sel), Giovanni Di Stasio (Lega Nord Toscana), Antonio Falcone (Rifondazione-Comunisti Italiani) e Angiolo Del Dottore (Udc) che impegna il presidente e la giunta a esprime nelle sedi opportune la netta contrarietà all’introduzione del pedaggio e a chiedere per l’ennesima volta al governo di dar vita a un tavolo permanente di confronto tra Regione Toscana, Regione Umbria e enti locali delle Province di Siena di Perugia per individuare soluzioni condivise che non penalizzino i cittadini e l’economia di un vasto territorio dell’Italia centrale.

 

Respinto l’ordine del giorno presentato dai consiglieri Giovanni Di Stasio (Lega Nord Toscana) e Francesco Michelotti (Pdl) sui problemi dell’Università degli Studi di Siena. Il documento, in particolare, chiedeva al consiglio di votare affinché venissero sollecitate le dimissione del Rettore, rimettendo il mandato nella mani del Ministro dell’università e ricerca, per consentire di far rientrare l’Ateneo in un contesto di legittimità, legalità e trasparenza. “Sul risanamento e il rilancio dell’Ateno – ha detto Guicciardini – è giusto ricercare la massima condivisone, ma non possiamo votare un ordine del giorno che, sia nelle premesse che nel dispositivo, cita vicende che sono prerogativa della magistratura e riguardano indagini in corso. Detto questo, c’è piena disponibilità a invitare alla prossima seduta della Commissione cultura, il rappresentante della Provincia nel Cda dell’Università per illustrare lo stato della situazione”.

 

Un ordine del giorno per chiedere l’adeguamento legislativo scaturito dal referendum del 12 e 13 giugno scorso in materia idrica. Lo ha presentato il consigliere Roberto Renai (Sel), insieme ai gruppi Pd e Idv, proponendo una soluzione finalizzata a dare seguito all’esito referendario. “Sono passati otto mesi dalla consultazione – ha detto Renai – ma ancora non è stata data piena attuazione alla sentenza 26/2011 della Corte di Cassazione in merito all’abrogazione del comma 1 dell’articolo 154 del Decreto legislativo sull’adeguata remunerazione del capitale investito”. L’ordine del giorno chiede alla Regione Toscana di legiferare per togliere il 7% della remunerazione del capitale sociale entro il 31 dicembre 2012, come proposto dalla consigliera Pd Raffaella Senesi che ha ritenuto opportuno indicare un termine entro il quale dare piena attuazione alla sentenza.

 

Via libera del consiglio anche sugli ordini del giorno proposti da Roberto Renai (Sel), Marco Nasorri (Pd) e Antonio Giudilli (Di Pietro-Idv) sull’istituzione della Tesoreria unica, per cui è stato espresso un giudizio critico, e contro l’acquisto di cacciabombardieri F35. Argomento, quest’ultimo, anche al centro dell’ordine del giorno presentato da Antonio Falcone (Rifondazione-Comunisti Italiani) e approvato dal consiglio, che chiede l’abbandono del programma di acquisto dei 131 cacciabombardieri F35 ma anche la destinazione a fini sociali dei fondi risparmiati.

 

Sulla situazione dei due marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trattenuti e arrestati da settimane dal governo indiano, il Pdl ha presentato a fine seduta un Ordine del giorno illustrato dal consigliere Francesco Michelotti, in cui veniva proposto di esporre sulla facciata del Palazzo del Governo le foto dei due militari con la scritta “Salviamo i nostri marò”. Il documento è stato respinto, mentre è passato l’ordine del giorno incidentale proposto dal consigliere Marco Nasorri (Pd), che nel dispositivo “esprime solidarietà ai due soldati e sollecita il governo a intensificare ogni azione utile alla loro liberazione”.