Cenni, Pd: “Artemisia vittima di un atto intimidatorio offensivo: anche questa è violenza contro le donne”

Susanna Cenni

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“Un atto intimidatorio indegno nei confronti delle tante volontarie e in qualche modo verso quelle donne che hanno subito una violenza e che cercano di recuperare la loro dignità e la loro vita. A loro e alle operatrici che ogni giorno prestano assistenza alle vittime di soprusi, va tutto il mio sostegno e la mia vicinanza”. Con queste parole l’onorevole Susanna Cenni, parlamentare toscana del Partito democratico, commenta l’atto intimidatorio ai danni del centro antiviolenza Artemisia di Firenze, avvenuto ieri, domenica 19 maggio. Qualcuno ha cercato di entrare ed ha appiccato il fuoco a una porta finestra. Dalle cronache pare che l’associazione sia stata più volte minacciata in passato, sia via internet che direttamente nei confronti di alcune operatrici dell’associazione.

“L’associazione Artemisia – continua Cenni – svolge da 20 anni un grandissimo lavoro nell’accoglienza e assistenza alle donne che hanno subito violenze da parte di partner, mariti, fidanzati e parenti. I centri antiviolenza sono un nodo fondamentale per chi subisce molestie o violenze e negli ultimi anni il trend delle donne che si rivolge a queste strutture per chiedere aiuto è aumentato, testimoniando da una parte che il fenomeno della violenza contro le donne è ancora gravissimo nel nostro Paese, e dall’altra che c’è una maggiore tendenza a reagire ai soprusi subiti, denunciando l’accaduto e cercando protezione per poter ricominciare a vivere. Secondo quanto riportato dall’associazione Artemisia, nel 2012 sono state 1832 le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza in Toscana: a Firenze il 25 per cento delle donne che hanno chiesto aiuto hanno dai 30 ai 39 anni, il 10 per cento supera i 60 anni e il 30 per cento ha un’età compresa tra i 40 e i 49 anni. Anche per tutto questo è urgente che la Convenzione di Istanbul venga ratificata dal nostro Parlamento, e che i centri antiviolenza vengano sostenuti anche con adeguati finanziamenti”.

“Il problema della violenza contro le donne – conclude Cenni – rimane gravissimo. Il sostegno ai centri antiviolenza, il primo punto di contatto con le vittime e con la realtà, rappresenta un’assoluta priorità per vincere la battaglia contro il femminicidio. Non bastano leggi repressive più forti, servono prevenzione e assistenza costante, serve un accompagnamento per tornare a vivere. È questo che i centri antiviolenza danno ogni giorno alle donne che si recano nelle loro sedi. Sono certa che in tante, e anche noi parlamentari toscane, saremo insieme alle volontarie di Artemisia per reagire e ridare serenità alle donne accolte”.