Ceccuzzi e Bezzini: ‘Momento chiave per l’università di Siena, noi parteciperemo in maniera attiva’

“Per il futuro della nostra Università e quindi della nostra città e della nostra provincia si aprono giorni, settimane e mesi cruciali. L’Ateneo si trova di fronte a passaggi decisivi per il suo futuro e per quello dei lavoratori, dei ricercatori, del corpo docente, degli assegnisti, dei precari, dei Cel e di tutti coloro che vivono con grande apprensione e sulla loro pelle le conseguenze di atti di cui non hanno alcuna responsabilità, come la gestione del piano di risanamento. Siamo ancora in attesa, inoltre, di conoscere di chi siano le responsabilità di una distruzione di valore, senza precedenti nella storia di Siena; se si sono conclusi gli accertamenti sulla regolarità dell’elezione del Rettore”. Con queste parole Franco Ceccuzzi, sindaco di Siena e Simone Bezzini, presidente della Provincia intervengono sul futuro dell’Università di Siena che in queste ore sta discutendo sul nuovo Statuto. “In questo complesso contesto – dicono Ceccuzzi e Bezzini – si inseriscono altre due vicende rilevanti per l’Ateneo. La prima riguarda le conseguenze che avrà il decreto legislativo della legge 240/2010 (la cosiddetta Gelmini) che fisserà i criteri per il commissariamento degli Atenei in dissesto e l’altra si riferisce all’elaborazione del nuovo statuto della nostra Università. Si tratta di atti e percorsi, di natura diversa, ma che pur separatamente e nelle distinte autonomie, concorreranno a determinare il futuro dell’Università e di conseguenza la statura di tutto il territorio senese”.
 
“Il nostro compito alla guida delle istituzioni – dicono ancora il sindaco e il presidente della Provincia – è quello di partecipare attivamente ai processi in atto, nel pieno rispetto dell’autonomia dell’Università, ma con la consapevolezza che in passato, tutto ciò che sta intorno all’Ateneo non abbia vigilato abbastanza per evitare la situazione deficitaria in cui versa oggi. A noi stanno a cuore, prima di tutto, il futuro della città di Siena e della sua provincia e quello di tutte le persone che lavorano nell’Ateneo. Come soggetti pro tempore al servizio delle nostre istituzioni dobbiamo garantire che, anche domani le generazioni future possano contare sulla presenza di un’istituzione prestigiosa e plurisecolare, come la nostra Università, fondata dal Comune di Siena nel 1240”.
 
“E’ stato infatti il connubio inscindibile con la città e con il territorio che la circonda, la ricchezza delle risorse intellettuali, scientifiche ed umane cresciute all’interno degli Studi di Siena – spiegano Bezzini e Ceccuzzi – a determinare fino ad oggi l’attrattività del nostro Ateneo, anche grazie alla qualità della vita e alla coesione sociale che li caratterizzano. Per questo è fondamentale dare continuità storica a questo legame che, negli anni ha contribuito ad alimentare e rafforzare lo sviluppo economico, sociale e culturale delle nostre comunità. Abbiamo ritenuto doveroso e non certamente invasivo, inviare al Rettore le nostre opinioni sulla bozza di nuovo Statuto, in attesa di avere un conforto dai nostri rispettivi organi istituzionali. Il nuovo Statuto da cui discende il governo dell’Università e il suo rapporto con il territorio senese dovrebbe a nostro avviso rafforzare quel connubio inscindibile che da quasi 800 anni ha fatto la forza del nostro Ateneo e di Siena. Se questo non dovesse accadere risulterebbe incomprensibile e produrrebbe una cesura storica tra Università e territorio”.
 
“Esprimiamo il nostro apprezzamento, rispetto alla decisione di approvare lo Statuto entro il 29 luglio dando così concretezza, grazie alla legge, all’idea di avere un consiglio di più che dimezzato rispetto ad oggi. In questo modo si avrà un Cda operativo in grado di garantire un governo dell’Ateneo efficiente ed efficace. Sarà importante inoltre che lo Statuto preveda equilibrio dei poteri, consiglieri indipendenti e, comunque, per lo meno indicati da soggetti terzi, senza che si verifichi un  situazione di dipendenza tra controllato e controllore. In questo quadro anche la partecipazione della comunità locale dovrà esprimersi in forme nuove in coerenza con le direttive e i requisiti della legge con procedure che garantiscano qualità e competenza dei nominati e con uno sforzo di riduzione consistente della presenza delle istituzioni locali. Rinnoviamo la nostra  disponibilità a partecipare ad ogni momento di confronto collegiale, anche di natura pubblica, che possa coinvolgere le altre istituzioni che oggi nominano un rappresentante nel consiglio di Amministrazione (Banca e Fondazione Mps) sia sullo Statuto che sulle prospettive del piano di risanamento”.