CASTELLINA IN CHIANTI Resoconto della presentazione del carro etrusco

fotogruppoLa presenza di tanti cittadini e grande emozione hanno caratterizzato la cerimonia di presentazione del restauro del carro di Montecalvario, prezioso reperto archeologico, risalente alla fine del VII secolo a.C., che si è svolta sabato 5 aprile al Museo Archeologico del Chianti senese a Castellina in Chianti. Il carro, oggetto di un complesso intervento di recupero, promosso dal Comune con la collaborazione della Fondazione Musei Senesi e della Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana è stato salutato con grande calore da tutta la comunità di Castellina. Nel corso della serata è stata inoltre intitolata una sala del Museo ad Alvaro Vanni, cittadino castellinese che, mentre arava il proprio campo, trovò una piccola testa maschile in pietra serena, consegnata poi al Museo, una volta aperto, nel 2006. Il costo complessivo dell’operazione è stato di 65 mila euro, di cui 25 mila messi a disposizione dal Comune, integrati dal contributo della Fondazione Mps a e della Fondazione Musei Senesi.

2dall'alto“La comunità di Castellina ha risposto con un’alta partecipazione – commentano Marcello Bonechi e Cosimo Ciampoli, sindaco e assessore alla cultura – all’evento di presentazione del carro di Montecalvario considerato, sin dal rinvenimento dei suoi tanti frammenti, una sorta di mito nell’immaginario collettivo castellinese. E’ per questo che l’amministrazione comunale ha sentito la necessità di restaurarlo e di integrarlo nel percorso espositivo permanente, per restituirlo alla comunità locale e potenziare ulteriormente il valore scientifico del Museo Archeologico del Chianti senese. L’investimento del Comune è stato possibile grazie agli introiti derivanti dalla tassa di soggiorno che, anche in futuro, saranno utilizzati per una costante valorizzazione dell’attrattiva turistica e culturale del nostro territorio”.

 

Il carro di Montecalvario. Il currus etrusco, rinvenuto in frammenti durante gli scavi realizzati agli inizi del Novecento nell’ipogeo di Montecalvario, alle porte del centro abitato di Castellina, è una biga in legno a due ruote, con maniglie curvilinee, rivestita di preziose lamine di bronzo e di ferro decorate. Secondo la ricostruzione fatta dagli esperti, esso costituiva l’elemento di spicco del ricco corredo di una delle quattro tombe che costituiscono il tumulo di Montecalvario stesso. L’intervento è stato realizzato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana presso il Centro di Restauro di Gonfienti (Prato), con la supervisione di Giuseppina Carlotta Cianferoni, la direzione tecnica di Franco Cecchi, funzionario restauratore, e la collaborazione di Adria Coscia e Mara Cavallaro. L’allestimento e il supporto ligneo del carro sono stati realizzati dalla società cooperativa ARA, soggetto affidatario del servizio di gestione museale, con il coordinamento del direttore Marco Firmati.