Capitale della cultura, l’intervento di Luca Virgili: ‘Siena ha da sempre una vocazione europea’

Luca Virgili detto Fresco

Immaginare Siena Capitale della Cultura Europea 2019 non è così complicato: la città ha sempre partecipato attivamente allo sviluppo del continente in ogni momento della sua millenaria storia.

Vi ha partecipato quando si è sviluppata come città stato, con il proprio Costituto e le proprie innovative leggi.Vi ha partecipato con i suoi cittadini mercanti che si espandevano nelle terre più lontane, comprese fra l’Inghilterra e l’Estonia, importando ed esportando, insieme alle merci, conoscenze, arti e lettere.Vi ha partecipato quando ha deciso di mostrare la raggiunta maturità economica con l’esemplificazione del linguaggio artistico più moderno del momento, il gotico, che a Siena trova, forse, la massima espressione continentale. Il Palazzo comunale con la sua svettante Torre del Mangia ed il Duomo sono i monumenti simbolo. A questi va accostato il S. Maria della Scala, ospedale di grande innovazione per l’Europa contemporanea oggi spazio museale.

Contestualmente sviluppa ai massimi livelli, con i propri geniali artisti, altri linguaggi espressivi. La pittura a cavallo fra il duecento e il trecento viene innovata a tal punto da diventare scuola, con Duccio di Buoninsegna a fare da acme del movimento pittorico, Tino da Camaino e Jacopo della Quercia nella scultura mentre Cecco Angiolieri esplora nuovi linguaggi poetici, partecipando allo sviluppo del volgare. Siena ha attratto l’Europa ed il Mondo con il suo Studio. Dal nostro Ateneo sono usciti fior di giuristi, medici e teologi che hanno apportato novità in ognuno dei loro campi. Nel XV secolo Enea Silvio Piccolomini fu grande umanista e grande diplomatico, capace di districarsi nelle intrecciate vicende politiche europee del su tempo. Una curiosità è il rapporto epistolare intercorso tra il Piccolomini, ormai Papa Pio II ed il Conte Vlad, “eroe valacco della Cristianità”,ai giorni d’oggi, fonte d’ispirazione per i romanzi sui vampiri.

Fra gli architetti ovvio ricordare Francesco di Giorgio Martini, pittore e inventore, secondo solo a Leonardo da Vinci come innovatore tecnologico e Baldassarre Peruzzi, che rinnoverà lo stile sia nel suo periodo senese che in quello romano, stimolato dal mecenate Agostino Chigi, forse l’uomo più ricco del mondo di quel momento. In questo periodo è doveroso segnalare anche Pandolfo Petrucci che si inserisce nella storia europea di diritto per aver condotto Siena nello scacchiere internazionale del momento. Una curiosità del diritto dell’epoca è fornita dalla Repubblica Senese che sviluppa un tribunale specifico per dirimere le questioni navali nascenti dal traffico commerciale fra lo sbocco al mare senese di Orbetello e Porto Ercole e la Spagna.

Le Accademie Senesi offrono una grande produzione nello sviluppo del teatro. Shakespeare, che ne era a conoscenza, usa l’impianto degli Ingannati, commedia rappresentata nel 1531 presso l’Accademia degli Intronati, per La Dodicesima Notte.

La Repubblica di Siena poi si aggiunge al Granducato di Toscana e ne segue le vicende ma non cessa la propria vocazione allo sviluppo di una cultura italiana ed europea. Un letterato, Girolamo Gigli, partecipa con il suo teatro all’origine della discussione accademica sulla lingua italiana.

E’ doveroso ricordare grandi scultori come Tito Sarrocchi e Giovanni Duprè, il cui Abele Moribondo fu acquistato dallo Zar di Russia ed un inventore vicino alle nostre attuali abitudini Giovanni Caselli, inventore del pantelegrafo, anticipatore del fax e Federigo Tozzi, romanziere mai dimenticato. Non è possibile nella musica tralasciare l’Accademia Chigiana che dal secolo scorso è un affermato polo di eccellenza a livello mondiale per la specializzazione dei musicisti classici ed il Siena Jazz importante scuola specialistica di forte richiamo internazionale. Siena è città religiosa, in genere rappresentata dai suoi Santi, S.Caterina e S.Bernardino e da una nutrita schiera di Beati. Offre numerosi Papi a Roma oltre ad Enea Silvio Piccolomini. Fra i più importanti vi è Alessandro III, un Bandinelli, che si oppone vigorosamente a Federico Barbarossa. Ma anche i Borghesi, i Chigi ed i Cervini arrivano al Soglio Pontificio. Non sono presenti solo cattolici, ma anche riformatori di statura internazionale come Lelio e Fausto Sozzini e Bernardino Ochino, poi costretti ad emigrare attraverso numerosi paesi europei per difendere le proprie idee.

Da queste poche nozioni si evince come nel proprio dna la città abbia una vocazione cosmopolita e soprattutto europea. Partecipare con convinzione alla gara dovrebbe essere non solo motivo di orgoglio civico, ma anche uno stimolo per noi stessi, cittadini odierni. Proviamoci per non perdere un’occasione importante per uno sviluppo alternativo: si potrebbero formare idee innovative, come lo sono state nei secoli quelle dei nostri progenitori. Queste idee potrebbero lanciare nel continente e nel mondo la città con la forza del suo passato e con le nuove energie del presente e del futuro. Una città dove l’impresa commerciale è stata accompagnata da grandi artisti e grandi intellettuali, non può non pensare oggi di non provare a fare lo stesso. Quindi ben vengano le idee della Commissione formata dal Comune, ma non siano le sole ad essere ascoltate. Sentiamo quanto i cittadini hanno da offrire. Nel mezzo a loro sono nascoste energie inespresse che potrebbero allargare la visione ed essere d’ausilio con il proprio pensiero e la propria esperienza. Poco male se non si vince poi: la gara potrebbe partorire novità che comunque ci potrebbero proiettare in avanti. Ben venga, quindi la candidatura.

Luca Virgili