Bilancio commerciale a Siena e provincia: festività ai minimi dal Duemila

Il significato spirituale delle Festività natalizie resta un punto fermo. Ma per il resto, in termini economici, tra Natale e l’Epifania c’è stato poco da festeggiare per il Terziario senese. E’ il senso delle somme finali che ha tirato a fine periodo Confesercenti Siena, sulla base delle indicazioni raccolte nei giorni scorsi attraverso le proprie strutture nel territorio provinciale. Le previsioni meno positive sono state confermate: per il commercio ed il turismo senese è stato un periodo di netto ribasso, pur con eccezioni e sfaccettature diverse per comparto e per area territoriale. Tuttavia le Feste 2011-12 vanno in archivio perlopiù come le peggiori del Terzo millennio, per i due settori in esame.

 

I negozi. La parte settentrionale della provincia, compresa tra il Chianti e la Valdelsa, è quella che ha ‘retto’ meglio i contraccolpi della crisi sotto l’albero. Il calo di introiti è generalizzato, ma a nord di Siena è stato complessivamente minore del previsto. Ben diverso il resoconto nel tessuto commerciale dello stesso capoluogo, dove gli acquisti natalizi sono risultati in calo più nel valore che nel numero di acquisti; e soprattutto in gran parte delle zone meridionali, con l’eccezione di Chiusi. Nei negozi dell’Amiata la flessione media è stata pari a circa il 30 per cento rispetto alle festività 2010-11.

 

Turismo e pubblici esercizi. L’area Amiatina veste la maglia nera anche per i consumi turistici e per cenoni e pranzi, scontando qui ancor più che nel commercio la scarsità di neve oltre all’assenza di giorni-ponte, se si eccettua l’Epifania. La mancanza di ‘ponti’ è probabilmente solo uno dei fattori che hanno concorso al pessimo risultato di settore per Siena città, dove le presenze natalizie – tradizionalmente contenute – sono state più rare del solito, e dove la permanenza dei visitatori per Capodanno è scesa per molte strutture da due notti ad una sola. Risultati migliori sono stati registrati in Valdelsa (San Gimignano in particolare, dove però molte strutture sono abitualmente chiuse in questo periodo) e tra Montepulciano e San Quirico d’orcia, che tuttavia avevano accusato un autunno molto meno redditizio del solito.

 

La prospettiva. Tra le tendenze emerse spicca il calo del regalo d’immagine e per la persona, quello delle gite di gruppo e all’opposto la richiesta sempre più spiccata delle ‘mezze porzioni’ nei punti di ristoro. “Quella che risulta è una situazione preoccupante – commenta il Direttore di Confesercenti Siena, Valter Fucecchi – molte imprese si stanno ingegnando per reggere l’urto, spesso abbassando i prezzi, ma sono vicine allo stremo. C’è bisogno che il sistema bancario torni a fare il suo mestiere sostenendole e aumentando gli impieghi; e che il Governo dia seguito con una vera fase 2 ad interventi che finora hanno invece ulteriormente affondato i consumi, cominciando dai redditi più bassi. Quanto al turismo, mese dopo mese si sta imponendo nel silenzio una mancanza di promozione del territorio senese. Dopo l’azzeramento delle apt non esiste più nessuna azione organica di sostegno: realtà grandi e piccole stanno tornando sul mercato in ordine sparso, è tempo che qualcuno riprenda in mano questa situazione”.