Bersani all’università per stranieri, ma non parla di Siena

Pierluigi Bersani

In tanti ad ascoltare il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani che ha parlato ieri all’università per stranieri, nella sua nuova sede alla stazione. Il candidato alle primarie ha avuto al secondo piano dell’edificio un incontro con il rettore dell’ateneo Massimo Vedovelli nel quale i due si sono fatti “vicendevolmente i complimenti”. Poi ha parlato con i lavoratori ed i sindacati che hanno espresso le loro difficoltà e preoccupazioni al segretario del Pd. Attorno alle 16,30 Bersani ha sceso le scale per entrare nell’aula magna dell’istituzione senese. I giornalisti hanno provato ad avvicinarlo, ma non c’è stato niente da fare. Domande su Siena, sul Monte dei Paschi, sulla possibilità di un rilancio della città alle quali ha risposto con un laconico “No comment. Scusate ma sono in ritardo”. Poi ha iniziato il suo discorso in una sala veramente piena nella quale tante persone sono rimaste in piedi. C’erano l’ex sindaco di Siena Franco Ceccuzzi, il sindaco di Colle val d’Elsa Paolo Brogioni, il sindaco di Sovicille Alessandro Masi. “Questo è un momento molto importante – ha detto Masi -. Tutta questa gente che è venuta ad ascoltare Bersani è un segnale importante, c’è tanta voglia di fare politica”. In prima fila c’era anche Rosy Bindi. Il discorso del segretario è durato meno di un’ora. E mai Bersani ha citato Siena. Nemmeno una parola sulla città che lo ospitava. Il segretario ha invece puntato l’attenzione sul “competitore Matteo Renzi che non parla mai di destra”, e sulla destra “che è ancora fortemente presente in Italia e ha tante responsabilità sul punto nel quale l’Italia oggi è arrivata”. “Dobbiamo abbattere il muro di sfiducia che c’è attorno alla politica – ha detto Bersani -. Domenica sarà una grande festa di democrazia. In tanti ancora non ci vogliono, non abbiamo bisogno del fuoco amico. La destra c’è ancora. Berlusconi prima lascia, poi scende in campo, poi non scende più in campo, poi rimane negli spogliatoi a vedere se il campo c’è ancora. E in campagna elettorale prepariamoci perché ci racconterà le solite balle sui comunisti e le colpe verranno tutte addebitate a Monti. Ottimo è stato il sì sull’ingresso della Palestina da Paese osservatore nelle Nazioni Unite: è un sì alla pace e non un voto contro Israele”. Questa frase viene salutata con molti applausi da parte dei presenti. Poi Bersani parla di rilancio della scuola e dell’università, di enti locali come “parte della medicina e non della malattia”, di “drammatici dati dell’Istat sulla disoccupazione”, di “edilizia ferma” e “crisi del turismo”.
Rosy la senese Chi invece accetta di parlare anche di Siena è Rosy Bindi, presente in sala: “Mi auguro che venga ribaltato nel territorio senese il risultato uscito al primo turno – dice al Corriere di Siena -. Sono al lavoro per cercare di salvare la Provincia di Siena. In futuro questa città dovrà contare solo sulle proprie forze. Tante energie in passato sono state sprecate o utilizzate male. Molti errori sono stati commessi. Siena ha tutte le qualità per tornare al suo splendore e questo vale anche per il Monte dei Paschi. L’attuale dirigenza di Rocca Salimbeni non ha ovviamente nessuna colpa, ma in passato sono state fatte scelte errate. Oggi io credo che comunque tutte le scelte che Siena dovrà fare dovranno essere all’insegna della solidarietà”. Ieri pomeriggio, intanto, in 4.600 si sono recati in via Rosi per chiedere di poter votare al secondo turno.
Gennaro Groppa