Banca Mps sostiene produttori Consorzio Chianti Colli Senesi

Marco Sargentoni e Cino Cinughi de' Pazzi

Marco Sargentoni e Cino Cinughi de’ Pazzi

Il Vinitaly si avvicina, cresce l’interesse per le etichette toscane e Banca Monte dei Paschi rinnova il sostegno ai produttori del “Consorzio Chianti Colli Senesi”. E’ stata rinnovata – apportando migliorie e arricchendola con strumenti più efficienti e studiati ad hoc – la convenzione dedicata alle aziende vitivinicole rappresentate dal presidente del Consorzio Cino Cinughi de Pazzi che ha sottoscritto l’accordo di collaborazione con Marco Sargentoni, direttore territoriale di Banca Mps.

La convenzione prevede un pacchetto di misure a condizioni particolari dedicato alle esigenze della filiera vitivinicola in un momento in cui il mercato richiede prodotti caratterizzati da sempre maggior qualità e che, quindi, presuppongono innovazione e attenzione crescenti in vigna così come in cantina.

“La vitivinicoltura è uno dei settori cardine del sistema produttivo e dello stile italiano – commenta Marco Sargentoni, direttore territoriale mercato Banca Mps a Siena – che trova nella Toscana, e nelle Terre di Siena, uno dei suoi centri di eccellenza. Il sostegno a piccoli e grandi viticoltori è da sempre una delle mission di Banca Monte dei Paschi, che storicamente fonda le sue radici proprio nell’agricoltura e nella cura del territorio. Con questo accordo Banca Mps continua a seguire le esigenze delle cantine e dei produttori locali per favorire gli investimenti che creano ricadute positive nell’indotto e fanno crescere le eccellenze”.

La dinamicità degli imprenditori agricoli e vitivinicoli in particolare è fondamentale perché costituisce un presidio di sviluppo economico e di salvaguardia dell’ecosistema oltre a rappresentare un biglietto da visita culturale tra i più appetiti dai consumatori che sanno apprezzare il legame tra prodotti e territorio.

Soddisfazione espressa anche dalle parole di Cino Cinughi de’ Pazzi, presidente del Consorzio Chianti Colli Senesi – “Questo accordo – dice Cinughi – arriva in un momento estremamente delicato del panorama economico di tutto il comparto enologico non solo senese ma anche italiano, venendo a configurarsi come un valido e concreto supporto alle aziende che si trovano dinanzi alla necessità di impiantare o reimpiantare dei nuovi vigneti, sia per ampliare la propria produzione, ma anche per implementarne la qualità, potendo contare inoltre sui preziosi finanziamenti a medio termine per rinnovare le costose attrezzature di campagna e di cantina, importanti costi fissi per ogni azienda agricola.”

Tra le misure previste dall’accordo ci sono, infatti, una linea di finanziamento per impianto e reimpianto di vigneti, una dedicata all’invecchiamento vini, una per l’acquisto di macchine per la gestione del vigneto (quali cimatrici, spollonatrici, legatrici eccetera) e per l’attrezzatura di cantina (vasi vinari come botti e tini, pompe, filtri, attrezzatura minuta eccetera) e una per l’anticipo di spese di produzione.

Storicamente parlando, le origini del Consorzio Chianti Colli Senesi risalgono alla prima metà del secolo scorso, ma è il 2001 l’anno di ricostituzione ufficiale con il conseguente effettivo ingresso sulla complessa scena della produzione enologica nazionale. La collocazione geografia del Chianti Colli Senesi è molto articolata, perché si parla di un complesso “arcipelago di territori” e di produttori grandi e piccoli, che abbraccia le località più belle di tutta la provincia di Siena, a partire da nord, con la zona di San Gimignano, Poggibonsi, Colle Val d’Elsa, Monteriggioni e Castelnuovo Berardenga, giungendo a sud ovest, con il territorio chianino di Sinalunga, Torrita di Siena, Montepulciano, Pienza, Chianciano e Chiusi e infine a sud ovest, con Murlo e Montalcino. Nonostante l’estrema frammentarietà e la varietà dei terroir che lo compongono, la forza di questa denominazione risiede proprio nell’ampia gamma di espressioni che essa riesce a dare e nell’ottimo rapporto qualità/prezzo di questi prodotti, grazie proprio alle differenziazioni insite nella propria struttura territoriale. A fianco di grandi cantine sociali e grandi produttori, che uniscono numeri importanti a commercializzazione globale e professionale, ci sono infatti anche tanti piccoli viticoltori, uniti da valori comuni e da quel requisito di qualità irrinunciabile per la loro stessa sopravvivenza sul mercato.