Abbadia San Salvatore. “Per Sant’Emidio donate doni a chi non ce la fa”

di Mariella Baccheschi

Abbadia Sant'Emidio

Abbadia Sant’Emidio

La prima domenica seguente quella dell’Epifania (presepe vivente dei bambini in abbazia) , si svolge tradizionalmente ad Abbadia San Salvatore la ricorrenza del “Voto di Sant’Emidio”, la festa che evoca l’intercessione di Maria durante i violenti terremoti dell’11 gennaio 1819 (fece vittime nei paesi vicini) e dell’8 gennaio 1926 (fu molto rovinoso per il nostro paese). Dopo questo ultimo spaventoso sisma la popolazione badenga offrì lire 2.300 (aggiornate nel tempo) per i restauri della chiesa della Madonna del Castagno. E da allora, con immutata devozione e generosità, la gente non dimentica di donare il suo obolo per Sant’Emidio, il santo che protegge dal flagello dei terremoti e dalle peggiori calamità, il quale invece di essere celebrato, secondo il calendario liturgico, il 5 agosto, viene ricordato la seconda domenica di gennaio, essendosi sovrapposta la sua venerazione a quella della Madonna. Il Comune offriva i ceri per il santo e partecipava alla messa votiva, per invocare e ingraziarsi la sua protezione sul paese. “Negli anni la società è cambiata. Quest’anno il vero terremoto che dobbiamo temere è la crisi economica, è la mancanza di lavoro, di denaro. È lo stato di bisogno, di necessità di numerose famiglie, che non ce la fanno a tirare avanti. E, pertanto, si offrano i ceri, ma come comunità cristiana noi siamo prima chiamati – lo ha ricordato anche papa Francesco – a sostenere il prossimo e a aiutare chi vive in situazioni di disagio”. Le parole sono di Amedeo Riccardi, il parroco della parrocchia di San Salvatore, il quale ha apportato quest’anno alla festa di Sant’Emidio una sua rivoluzione, “offrendo viveri” per le famiglie indigenti, per chi bussa quotidianamente alla sua porta. Le richieste sono sempre più numerose, drammatiche e varie. Si cerca una mano per mangiare, per allattare i neonati, per arrivare a pagare le bollette, gli affitti, le varie utenze. Da quando padre Amedeo ha istituito nel 2005 la Caritas parrocchiale, è sorta una vera e propria rete di solidarietà e assistenza, di cui fanno parte il Comune e i servizi sociali. L’associazione non assiste solamente chi risiede a Abbadia, migranti e nativi. Qui si rivolgono molte persone dei paesi vicini. Non viene più distribuito vestiario usato (il parroco si è spogliato di tutto e ha letteralmente svuotato i cassetti). Dal 2005 sono stati consegnati circa 50.000 euro in denaro, senza considerare i viveri, gli abiti, gli utensili, gli elettrodomestici, i cellulari.