Rassegna del sonetto contradaiolo

Senza cultura e storia condivisa, e dunque senza memorie comuni, non può esistere solidarietà civica. Non può esistere identità civica. Non può esistere comunità civica. Infatti, noi siamo sempre il frutto del dono degli altri, dove gli altri non sono unicamente gli “incontri” (familiari, amici, maestri, conoscenti), ma anche quell’universo di valori e di tradizioni che connotano una ben determinata società umana. Il senese è il senese perché si trova inserito – per nascita o per elezione – all’interno di una trama fatta di radici e di progetti, di consuetudini e di ricorrenze, di pensieri e di sentimenti. Tutto ciò lo forgia, il più delle volte senza che lui neppure se ne renda conto, e gli dona un ben preciso sguardo sulle cose e sugli uomini. In quest’ottica, chi non serba ricordo del proprio orizzonte locale non è un “cittadino del mondo”, è piuttosto uno sradicato, che dal mondo sarà travolto, fagocitato, cancellato nella sua specificità, nella sua irripetibile unicità. Senza validi legami, infatti, e senza forti appartenenze, tutte le vite finiscono col somigliarsi. Ma così come si somigliano i supermercati in ogni angolo del pianeta, così come si somigliano aeroporti e stazioni.

La centralità della Festa –   come fattore culturale e identitario – nella vita di ogni “civis senensis”, centralità che un turista potrà al massimo intuire, mai afferrare completamente, si esprime anche nelle manifestazioni ad essa collegate, da essa suscitate. Fra queste, un posto di assoluto rilievo è ormai occupato dalla Rassegna del sonetto, la quale, con cadenza annuale, riunisce i contradaioli che, in veste di autori o di lettori, scelgono di recitare un testo poetico (di quattordici endecasillabi) legato al Palio. L’editore Betti ha ora riunito in un volume, curato da Gabriele e Vera Castellini e prefato da Alessandro Fo, le opere presentate alla rassegna del Sonetto nell’arco temporale compreso tra il 2007 e il 2017, tra le quali ho scelto, in onore della contrada vittoriosa nell’ultima carriera di luglio, “Avanti Drago”, scritta da Vanni Giomeltoni e letta da Marco Lonzi (in occasione della rassegna del 15 settembre 2017).          

Le mazze ferme e la pelle tirata.

Ricordi quanti pomeriggi e ore

per render fluida quella stamburata

di Siena dolce e atavico rumore?

Il Campo è pronto per la Passeggiata,

ancora un fiato prima del fragore

la testa pensa all’ultima rullata

scandendo il ritmo ardito del suo cuore.

Sentiti fiero della tua montura

e lascia che in te cresca tutto il vago

piacere e orgoglio per la tua bravura:

sfida così paura e malasorte

poi, quando ti diranno “Avanti Drago”,

che salga fino al cielo il rullo forte.

 

AA.VV., RSC. Rassegna del sonetto contradaiolo, Betti, Siena 2018

 

a cura di Francesco Ricci