‘Il Tesoro di Siena’ di Michele Masotti, specchio della città di oggi

Presentato a Palazzo Patrizi il nuovo romanzo di Michele Masotti, ‘Il Tesoro di Siena’, ultimo libro della trilogia iniziata nel 2013.

Pagine che raccontano emozioni. La vita, il fallimento. E attraverso il fallimento, rinascere e farne tesoro. E’ stato presentato ieri a Palazzo Patrizi il nuovo libro di Michele Masotti, ‘Il Tesoro di Siena‘ (Leone Editore), che va a chiudere la trilogia dell’autore senese iniziata nel 2013. A presentare il romanzo è Giampiero Cito, che esordisce con lo spirito goliardico tutto senese:

“Sono un dispettoso, quindi vi dirò come finisce il libro: finisce. E ne sarete contenti! Quando ho visto lo spessore del libro, ho detto a Michele che non mi aspettavo fosse così lungo… Non è un libro che si legge tutto d’un fiato e questo è positivo. Nel mondo di oggi, dove un post su Facebook dura 24 ore, è piacevole avere la compagnia dei personaggi per qualche settimana”.

Un ciclo che si chiude, una storia che attraversa tre libri e sviscera le caratteristiche dei personaggi, le loro vicende umane, le trame che si intrecciano, si dividono e si ritrovano nell’ultimo libro, il tutto nello scenario di una Siena immersa nell’idillio del Palio e delle sue contrade.

“Ho cercato di categorizzarlo. E’ un romanzo che parla di personaggi che vivono una Siena in un futuro molto vicino, però è realista, perché i senesi vi si possono ritrovare. E’ uno stradario, compaiono poesie”.

Una commistione di idee e di vita vita vissuta, quello che si trova nei romanzi di Masotti. Una storia, un racconto, un romanzo, sono sempre frutto di finzione anche quando è la realtà che ne permea le pagine, ma ne ‘Il Tesoro di Siena’, sono fondamentale i cenni alla realtà dell’autore, grazie ai quali si ha la percezione di toccare con mano la storia.

“Nel libro si parla di un poeta senese – prosegue Cito – ed ho immaginato che fosse realmente esistito, tanto era chiara la sua connotazione. Poi, dallo scambio di appunti tra Michele e l’editore, ho scoperto che Ermanno Anselmi altri non è che Michele stesso”.

E tra le righe del libro, è un altro personaggio che richiama l’attenzione dei lettori senesi, di quelli che conoscono Michele, o che semplicemente vivono Siena quel poco che basta per aver conosciuto uno dei suoi figli più belli. “Sono pagine che ti prendono e che ti fanno vivere emozioni. Uno dei personaggi è Roby, si capisce a chi è riferito (Roberto Ricci, ndr.). E’ un personaggio che non c’è più, ma che nel libro vive nel futuro”.

Una trama che si snoda intrecciandosi con le dinamiche di una Siena nel fervore paliesco, che prosegue venendone accarezzata. “L’essenza della nostra città sarà compiuta tra qualche giorno. Si mescola con le vite, i fallimenti, i rimpianti del passato. Forse è un quadro anche della Siena di oggi, che ha bisogno di vincere un Palio di tutta la città” conclude Giampiero Cito.

Un senese che parla di Siena, ma che ha tentato di lasciare la città sullo sfondo, suggestivo scenario della storia narrata nella sua trilogia. Questo, spiega Masotti, è un tentativo iniziato dal primo libro, nato dopo la lettura di ‘Adele‘, opera incompiuta di Federigo Tozzi che ha ispirato il “modesto scrivere” dell’autore.

“Volevo che Siena fosse solo lo scenario della storia, ma questo non mi è riuscito. Volendo parlare di Palio, Siena entrava inevitabilmente. Dal secondo romanzo, continuavo a fuggire da questa presenza ma Siena continuava ad entrare e prendere vita quasi come un personaggio. Con ‘Il Tesoro di Siena’, ho voluto chiudere i conti con la città, ho unito le storie dei libri precedenti in un futuro vicino, dove i personaggi si incontrano”, spiega Masotti, raccontando il persorso della trilogia. “Sì, ci sono anche personaggi reali. Roberto Ricci, che ha voluto dire tanto per me e per la città, tanto che ho sentito il bisogno di raccontarlo”.

Di nuovo la realtà che si mescola con la finzione ed è proprio la realtà senese che Masotti ha cercato di scandagliare e capire.

“Non mi è riuscito molto bene. Siena vive di sogni ed illusioni, ha una dimensione duplice. L’idea che mi sono fatto è che Siena viva una metafora: l’amore incondizionato per un tempo giovane, quel tempo in cui si vivono le passioni in modo incondizionato. La gioventù è l’età completa e dopo si tenta di mettere toppe. La storia delle storie è il passaggio dall’adolescenza all’età adulta e anche Siena passa mezzo anno ad attendere il Palio che passa in un baleno. Il 17 agosto è già inverno e Siena muore, ricominciando il percorso per rinascere”.

Fondamentale l’assenza dell’eroe canonico, nel romanzo di Michele Masotti, I personaggi vivono i loro drammi, i loro fallimenti personali e le dinamiche dell’intreccio che muove la trama. “Questo libro ti fa capire che il fallimento fa parte della vita e bisogna farne tesoro – conclude Cito – Penso che anche Siena, attraverso il fallimento, potrà tornare ad essere il tesoro di se stessa”.

Arianna Falchi