Francesco Ricci, Lessico essenziale

Nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (1922-1975) la pubblicazione di testi relativi al proteiforme artista bolognese (biografie, saggi, studi) pare non conoscere sosta. Ogni giorno, infatti, lo scaffale a lui dedicato nelle librerie si riempie di nuovi testi, e ciò non può fare che piacere a chi, come il sottoscritto, intrattiene con Pasolini da tempo un rapporto che, prendendo a prestito le parole da Gianfranco Contini – non esiterei a definire di “lunga fedeltà”.

Quella che segue è l’introduzione del libro che ho scritto per avvicinare il lettore a questa fondamentale figura della cultura italiana del XX secolo, che ha lasciato una traccia profonda nel campo della poesia, della narrativa, del cinema, e che è stato, come lo ha definito Filippo La Porta, “il grande insuperato saggista della seconda metà del Novecento”. “Lessico essenziale” è, dunque, una sorta di “primo passo” verso Pasolini, che, almeno nelle mie intenzioni, dovrebbe rendere più consapevole e piacevole la lettura (e la visione) delle sue opere.  Le prossime presentazioni del libro si terranno a Poggibonsi (11 aprile, Cinema Garibaldi, ore 21) e a Siena (26 aprile, Biblioteca comunale degli Intronati, ore 17.30).      

“Lessico essenziale” non possiede altra ambizione che non sia quella di offrire un aiuto al lettore che per la prima volta si accosti all’opera e alla figura di Pier Paolo Pasolini (1922-1975). E lo fa attraverso un’organizzazione della materia (i singoli capitoli) per voci. Ma quali voci? Quelle che, a mio avviso, consentono di acquisire le conoscenze indispensabili in relazione alla biografia e alla multiforme produzione dell’artista bolognese così da potersi muovere successivamente in maniera consapevole tra le sue pagine dei suoi libri e dinanzi alle immagini dei suoi film. Ciascuna voce – dalla A di “Accattone alla Z di “Zigaina Giuseppe” – è volutamente contenuta entro la rigida misura della cartella.

Una scelta, questa, che è intimamente legata allo scopo del libro, che, come già detto, non è certo né quello di trattare a fondo né di esaurire l’argomento di volta in volta toccato (la memoria del fratello Guido, il rapporto con la madre Susanna e con il padre Carlo Alberto, il consumismo, la cosiddetta “strategia della tensione”, il mondo delle borgate, la funzione dell’intellettuale), bensì di introdurlo, di presentarlo. Sebbene ognuna delle trentatré voci possa essere letta indipendentemente da tutte le rimanenti, vale a dire come un testo in sé concluso e dotato di una sua autonomia, tuttavia una più ricca e penetrante intelligenza della stessa viene sicuramente favorita dalla sua collocazione accanto agli scritti che la precedono e che la seguono, quasi si trattasse di una parte che acquista il giusto rilievo unicamente se inserita all’interno dell’insieme. Non solo.  Le voci che vengono toccate eccedono, in realtà, il numero indicato di trentatré. Infatti, nello scriverle, allo scopo di rendere la presentazione del singolo tema coesa e, pur nella sua brevità, compiuta, mi sono soffermato anche su argomenti e su punti, che non compaiono, né sono richiamati, nell’elenco. Penso, ad esempio, a “Comunismo”, “Conformismo”, “Creaturalità”, “Giovani”, “Intellettuale”, “Linguaggio cinematografico”, “Poesia”, “Ragazzi di vita”, “Religione”. Un’ultima osservazione riguarda le citazioni d’autore.

Ho riportato, ogni volta che mi è parso opportuno ed utile, brani tratti dalle opere in versi (in lingua italiana, non in casarsese) e in prosa di Pasolini, inclusi passi di corrispondenza privata. Ciò è stato fatto per tre ragioni: 1) Offrire sin da subito un esempio della scrittura pasoliniana, a livello di impianto, organizzazione, lessico, stile del testo. 2) Liberare la comprensione della questione affrontata (nella voce presa in esame) – e ciò vale in particolar per le citazioni tratte dai saggi – da ogni zona d’oscurità. Pasolini, infatti, pur presentando uno stile spesso concitato, che si avvale di frasi nette e lapidarie, finalizzato a colpire e scandalizzare il lettore, tuttavia possiede il dono di rendere chiari anche i temi e i concetti più complessi. 3) Proporre schegge e frammenti di bellezza. Pasolini, infatti, è un grandissimo scrittore, e di ciò viene fornita testimonianza indifferentemente da una lettera, da una pagina di romanzo, da un reportage giornalistico, da un articolo di costume, da una lirica, da una sceneggiatura, da un saggio sulla letteratura o sull’arte.

 

Francesco Ricci, Lessico essenziale. Introduzione a Pasolini in 33 voci, primamedia, Siena 2022